Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
“Luigi Pirandello è un «ardito» del teatro. Le sue commedie, sono tante bombe a mano che scoppiano nei cervelli degli spettatori e producono crolli di banalità, rovine di sentimenti, di pensiero. Luigi Pirandello ha il merito grande di far, per lo meno, balenare delle immagini di vita che escono fuori dagli schemi soliti della tradizione, e che però non possono iniziare una nuova tradizione, non possono essere imitate, non possono determinare il cliché di moda.” Così iniziava la recensione alla prima de Il piacere dell’onestà, andata in scena nel novembre 1917, un critico davvero d’eccezione: Antonio Gramsci, che sull’Avanti del giorno 29 così continuava: “ Il Pirandello vi rappresenta un uomo che vive la vita pensata, la vita come programma, la vita come pura forma . Non è un uomo comune questo Angelo Baldovino. È stato un briccone, è un relitto, secondo le apparenze. Non è, in verità, che un uomo verso il quale la società ha avuto il torto di essere tale per cui la « pura forma » è in realtà adeguata al resto della realtà. Il Baldovino si innesta nella commedia in un ambiente favorevole e vive la sua vita. Diventa il marito legale di una nobile signorina che è stata resa madre da un uomo ammogliato. Accetta la parte, ponendosi degli obblighi di onestà, e ponendone agli altri, e sviluppa il suo pensiero.”
Vita e forma dunque, ma soprattutto concetto di maschera che salta, di un “gioco delle parti” che vengono ad essere rimescolate. Un capolavoro, questo di Pirandello, del cosiddetto “teatro del grottesco” in cui comico e tragico, dramma e farsa, si rivelano due facce della stessa medaglia, dai confini sfumati e indistinguibili; ulteriore segno che le nostre certezze – prima fra tutte, quella della propria identità – sono destinate a rivelarsi illusorie e spesso sono solo “maschere” che le convenzioni sociali e gli altri ci impongono, o a cui noi stessi ci pieghiamo: in entrambi i casi, Come in molte altre occasioni, anche questo dramma è tratto da una novella dello stesso autore, Tirocinio (1905)
Questo capolavoro del teatro del grande drammaturgo siciliano viene ora riproposto a Firenze al teatro della Pergola (teatro della Toscana) a partire da stasera, martedì 13 marzo, sino a mercoledì 21 (riposo giovedì 15 e lunedì 19); una produzione Gitiesse Artisti Riuniti, Fondazione Teatro della Toscana con Geppy Gleijeses e Vanessa Gravina e la regia di Liliana Cavani.
“Pirandello definiva Baldovino come “una mostruosa maschera grottesca che alla fine diventa un volto rigato di lagrime” – afferma Gleijeses, che interpreta per l’appunto il protagonista – la regista Liliana Cavani ha dato una sua descrizione molto significativa per questo personaggio: forse si tratta di un uomo che non aveva mai amato prima, distrutto dalla vita, ma l’incontro con Agata, interpretata da Vanessa Gravina, gli dà la forza di affrontare tutti i problemi”.
L’onestà dunque come valore e come ricerca, o forse solo casualità: “Dopo essere stato disonesto tutta la vita, per il mio personaggio, Angelo Baldovino – continua Gleijeses – finalmente il termine ‘onestà’ acquisirà una valenza significativa: sposerà per finta Agata, interpretata da Vanessa Gravina, quindi compiendo un inganno, ma in questo modo paradossalmente diventerà onesto. L’onestà deve essere una ricerca costante nella vita di ognuno, senza nessun dubbio, e anche oggi dove tutto sembra aver perso valore forse può essere l’unico mezzo per continuare a sopravvivere”.
Come in Pensaci Giacomino! e in Ma non è una cosa seria il grande drammaturgo mette in scena un matrimonio “bianco” per creare situazioni paradossali che finiscono per mettere a nudo la vera natura dei personaggi. E un modo di contravvenire alle regole sociali per mettere in evidenza virtù non convenzionali che il protagonista coltiva nel suo animo. Con Tatiana Winteler (Maddalena, madre di Agata), Leandro Amato (il Marchese Fabio Colli), Maximilian Nisi (Maurizio Setti, cugino del Marchese), Giancarlo Condè (il Parroco), Brunella De Feudis (una cameriera). Le scene sono di Leila Fteita, i costumi di Lina Nerli Taviani, le musiche di Teho Teardo, le luci di Luigi Ascione.
13 – 21 marzo | Teatro della Pergola
(ore 20:45, domenica ore 15:45, riposo giovedì 15 e lunedì 19 marzo)
23 marzo | Teatro Era
(ore 21)
Gitiesse Artisti Riuniti, Fondazione Teatro della Toscana
Geppy Gleijeses, Vanessa Gravina
IL PIACERE DELL’ONESTÀ
di Luigi Pirandello
con Leandro Amato, Maximilian Nisi, Tatiana Winteler, Giancarlo Condè, Brunella De Feudis
scene Leila Fteita
costumi Lina Nerli Taviani
musiche Teho Teardo
luci Luigi Ascione
assistente alla regia Marina Bianchi
regia Liliana Cavani
personaggi e interpreti
Angelo Baldovino Geppy Gleijeses
Agata Vanessa Gravina
Maddalena, sua madre Tatiana Winteler
Il Marchese Fabio Colli Leandro Amato
Maurizio Setti, suo cugino Maximilian Nisi
Il Parroco Giancarlo Condè
Inserito da Angelo il 14/04/2018 21:54:00
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