Editoriale

Strage di Berlino: il copione si ripete.

E mentre un nuovo massacro insanguina l’Europa, Bergoglio dichiara guerra. All’ordine di Malta!

Domenico Del Nero

di Domenico Del Nero

icile, penoso e forse anche inutile commentare l’ennesima strage che ha insanguinato una piazza d’Europa, proprio alla vigilia di quella che è - o forse è ormai il caso di dire era – la sua festa più sacra. Inutile eppure necessario e doveroso, anche se la rabbia e la sensazione che qualcosa non torni, che oltre all’orrore sia in agguato anche una beffa crudele sono sempre più forti.

Berlino come Nizza: un tragico copione si ripete, un folle assassino si impadronisce di un camion – inutilmente contrastato dall’autista polacco Lukasz Urban che ha pagato con la vita il suo coraggio e che per questo merita la qualifica di martire ed eroe – ed uccide dodici persone e ne ferisce altre 48, che si stavano dedicando a una cosa se si vuole un po’ stupida e inutile – non più di tante altre, del resto – ma non per questo certo passabile di pena capitale: acquisto in uno dei tanto mercatini natalizi che popolano in questi giorni le città della vecchia Europa. Ultimo forse, e quanto si voglia sbiadito, ricordo di una tradizione in cui il Natale significava anche altro, e in cui lo scambio di doni aveva un valore che non era quello venale o di “moda”.

E’ un caso che l’assassino – ancora una volta, inutile dirlo, dell’Isis – abbia scelto un obiettivo del genere? - sicuramente no. Sconcerta se mai la superficialità della polizia tedesca, se veramente il colpevole è quello che si è premurato di lasciare sul Tir assassino i suoi documenti. Un personaggio con un curriculum di tutto rispetto, che va da quattro anni di carcere nel nostro paese (una di quelle “risorse” che piacciono tanto all’asse Boldrini – Bergoglio- PD?) a varie segnalazioni ed arresti nella stessa Germania: era tra l’altro stato indagato dalle autorità del Nordreno-vestfalia per il sospetto di preparare un grave reato contro lo Stato, stando a quanto dichiarato dal ministro dell'Interno del Land Ralf Jaeger, in una conferenza a Dusseldorf.i

Facile dunque ma anche doveroso – lanciare i soliti allarmi contro l’integralismo islamico, tanto più doveroso in quanto la cosa sembra invece, ancora una volta, totalmente ignorata dalle solite autorità politiche e religiose che come sempre fanno una ferrea concorrenza agli ignavi di dantesca memoria, preferendo rifugiarsi nei soliti “luogocomunismi” più che mai obsoleti e stucchevoli. Come quelli di Monsignor Galantino, il quale in una intervista sul Corriere della Sera, non sa far di meglio che usare uno sconcertante “vuoto pneumatico”; condito al “politicamente corretto” imposto dal suo dominus Francesco, per il quale il solo nemico sembra essere quel che resta di quel Cattolicesimo che lui con “santo zelo” si sta impegnando a demolire. Ad esempio, all’osservazione “ Torneranno le polemiche sullo scontro di civiltà...” il segretario della Cei non sa ribattere che “ Ogni violenza è ingiustificabile e inaccettabile, tanto più per motivi religiosi. Ma lo scontro di civiltà è ciò che si propongono i violenti. Se anche ci fosse questo, e io non lo credo, al fondo c’è soltanto egoismo e sopraffazione. Guadagna chi ha interessi di potere o denaro, chi commercia in armi. Alla fine, nelle guerre va a morire la povera gente. I signori si arricchiscono”ii

Davvero una riflessione profonda e soprattutto “concreta” ; l’unica cosa chiara è il solito pauperismo demagogico tanto caro a Bergoglio. Non perché sia certo sbagliato il concetto di fondo (che però, per l’appunto, vale un po’ per tutte le guerre) ma perché è sommamente irritante la sua genericità ed il modo superficiale in cui è formulato: chi si arricchisce, in questo caso specifico? E se non è guerra di religione, cosa è allora? I morti di Berlino, come quelli di Nizza e di tutte le stragi precedenti (comprese quello meno “gettonate” ma non meno orribili e condannabili di Kenia, Nigeria, Pakistan etc.) non sono “morti qualsiasi”.

Non è sicuramente facile orientarsi nella bolgia di disinformazione che il web alimenta come una fornace. Più che mai c’è bisogno di quella “discrezione” ovvero capacità di discernere e distinguere caso per caso, che il grande statista fiorentino del Cinquecento Francesco Guicciardini raccomandava nel giudicare le vicende contemporanee. Se infatti è assurdo negare l’integralismo islamico (e il relativo terrorismo) lo è altrettanto il voler ridurre tutto allo schema, tutto sommato semplificante e rassicurante, della “guerra di religione”.

E’ troppo facile infatti contrapporre la “santità” dell’Occidente democratico alle malefatte islamiche. Un “Occidente”, ricordiamolo bene, che di cristiano ha ormai ben poco e questo grazie anche – e ultimamente soprattutto – alle linee guida dell’attuale pontificato per i quali i soli nemici sono i “cattolici tradizionalisti”, ben più pericolosi, come è noto, di qualsiasi scannatore , jaidista o meno. E se certi gesti e certi segni hanno un significato, è impressionante che proprio in queste ultime ore Bergoglio sia sceso in guerra … contro l’Ordine di Malta, reo – a quanto sembra – di eccessivo “zelo” nel rispetto del messaggio cristiano. Chissà che l' Argentino, e sopratutto certi suoi zeloti e zelatori, non sognino un altro bel “rogo dei templari”, con il Cardinale Burke in testa ….

Proprio l’ordine di Malta, ultimo rappresentante di quei monaci cavalieri che per secoli hanno difeso la Fede senza esitare ad immolare la propria vita, spesso proprio per soccorrere i pellegrini verso la Terrasanta …

L’Occidente di oggi è in buona parte, infatti, lo stesso che ha appoggiato i ribelli contro Bashar al Assad, il legittimo capo della stato Siriano che, tra l’altro, si era opposto nel 2009 alla realizzazione di un gasdotto voluto da Qatar, Arabia, Turchia e dai manovratori Usa le cui multinazionali hanno un ruolo predominante; e guarda caso, l’avanguardia di quei ribelli che buona parte dell’Europa ha appoggiato sono proprio al Nursa e l’Isis. Ogni commento è superfluo; per non ricordare poi quel fatidico commento attribuito nientemeno che a Hillary Clinton quando era segretario di stato nella prima amministrazione Obama “L’Isis ci è sfuggita di mano”. Siano state o meno queste le parole testuali, i fatti certo puntano in queste direzione. Ma se pensiamo alle simpatie vaticane verso l’amministrazione Obama e anche alla posizione nelle ultime presidenziali Usa, si capisce perché monsignor Galantino debba tenersi sul generico, non potendo in questi casi tirare direttamente in ballo i cattolici tradizionalisti; anche se si consola con allusioni sempre "curiali" ed oscure al “terrorismo del linguaggio” alla calunnia, alla violenza che dilaga nei social. Già, certo, solo nei social ….

Tutto ciò non deve di sicuro servire a sminuire il problema dell’integralismo islamico, della forsennata e incontrollata immigrazione di massa, delle difficoltà di “integrazione” che spesso è in realtà solo “prostituzione”, etc. Ma semplicemente a cercare di andare oltre i luoghi comuni e soprattutto a non nascondere le vere e profonde responsabilità: se uno scontro di civiltà è in atto, lo è ad opera di un “mondialismo” che vuole servirsi dell’Islam – o meglio, del radicalismo islamico – per distruggere ciò che resta della civiltà cristiana. E non solo di questo, intendiamoci. Ma è un altro discorso che ci porterebbe lontano, anche se certo non ci si deve stancare di ripeterlo.




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