Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
foto Michele Borzoni
Monsieur Offenbach è sempre una miniera di trovate e di sorprese, musicali e non. Se Rossini, a quanto pare, giunse addirittura (forse con un pizzico della sua solita bonaria ironia) a definirlo il piccolo Mozart degli Champs-Élysées, è stato probabilmente per quella sua inventiva straordinaria e la capacità di creare melodie, divertenti, trascinanti e dissacratorie quanto si vuole, praticamente per ogni circostanza, persino per i … cannibali.
Pare che persino Giacomo Puccini abbia preso in considerazione l’idea di un’opera con un cannibale come protagonista ( magari rivisitando in…salsa particolare il che gelida manina se la lasci riscaldar ) ma poi lasciò perdere. Jacques Offenbach (1819-1880) invece non si limitò ad accarezzare l’idea, ma la portò sino al palcoscenico: nel maggio 1857 rappresentò infatti ai Bouffes Parisiens Vent du soir , ou l’Horrible festin (Vento della sera o l’orribile banchetto),operetta buffa in un atto. Per la precisione, era la quarta in quell’anno, a cui ne seguiranno altre tre. Il libretto, di Philippe Gille, giornalista, drammaturgo e librettista seguiva sicuramente il fascino d’Oriente che aveva ammaliato non solo scrittori e poeti (dal sommo Baudelaire a Flaubert) ma anche stregato i palcoscenici, anche se i frutti migliori si vedranno qualche anni dopo ( I Pescatori di perle, il capolavoro esotico di Bizet, è del 1863. Ma non c’è dubbio che la chiave sia quella della parodia: su un’isola dell’Oceania, , il capo di una tribù cannibali (Vento della sera, appunto) accoglie quello di una tribù nemica, offrendogli a tavola un giovane visitatore capitato per caso; salvo poi rendersi conto che il giovane è il figlio dell’ospite, di cui si era appena invaghita la sua stessa figlia Atala.
L’opera di Firenze propone in questi giorni al teatro Goldoni questo testo divertente, spumeggiante e ricco di humor anche e soprattutto nella parte musicale, tra l’altro mentre al teatro dell’Opera c’è in contemporanea la Bohéme: “«È un esempio del modello produttivo che stiamo portando avanti» ha dichiarato il coordinatore artistico della Fondazione, Pierangelo Conte «in questo momento abbiamo La Bohème all’Opera di Firenze e Vento della sera al Teatro Goldoni, due opere che sono la testimonianza più concreta della missione dell’Opera di Firenze: da una parte esprimersi nel grande repertorio e dall’altra investigare con curiosità le novità e proporre titoli inusuali e condurre il pubblico alla riscoperta del patrimonio culturale e musicale che gli appartiene. Ciò significa un grande sforzo da parte dell’Orchestra e del nostro coro così come delle maestranze tecniche e che rappresenta per il pubblico una opportunità di vedere aprirsi il sipario più volte e su titoli tra loro complementari, che fanno parte di un cartellone unico che si snoda tra Opera di Firenze e Goldoni, tenendo conto della tipicità dei due teatri e dell’esigenza di aprirsi ala curiosità di un pubblico il più ampio possibile».
In effetti, Vento della Sera rientra perfettamente nella “vocazione” del teatro fiorentino di aprirsi al repertorio meno noto, con riscoperte davvero preziose e deliziose (basti ricordare, proprio in questa stagione, il recente le Cinesi di Garcia. L’edizione di scena al Goldoni, inaugurata ieri da un vivo e meritato successo di pubblico, presenta una particolarità: la regista Silvia Paoli ha infatti voluto premettere una sorta di “cornice” ambientata in piena epoca fascista: “«Ci siamo concentrati sugli aspetti di quest’operetta che sono nell’immaginario comune: il naufrago sull’isola deserta, la principessa figlia del capotribù che sposa il giovane esploratore, i selvaggi cannibali con il pentolone» racconta la regista «sembra una storia d’altri tempi per bambini, fatta da bambini: per questo a rappresentare tutto come l’interno di una scatola da giochi, sono i bambini di una colonia marina degli anni ’30. Con un finale a sorpresa». Per la verità, questo prologo suona un poco forzato anche per una recitazione troppo enfatica. Tuttavia, la rappresentazione dell’operetta vera e propria rimane perfettamente godibile e l’allestimento “onirico” risulta quanto mai gradevole e spiritoso, grazie anche ai divertenti costumi di Federico Biancalani.
Qualche intervento, questo invece molto gradevole e “intonato” c’è stato anche sulla parte musicale. Nel rispetto dello stile offenbachiano sono intervenuti sulla partitura 13 studenti della classe di composizione di Andrea Portera della Scuola di Musica di Fiesole, i quali, lasciando inalterati ritmi e melodie, hanno rivisto l’orchestrazione per dare all’opera una veste contemporanea e più adatta alla drammaturgia. «Non abbiamo voluto fare un esercizio di stile» ha dichiarato il M° Portera «ma creare dei colori nuovi, rispecchiando le stravaganze, l’esotismo e le sonorità eccentriche di Offenbach».
Buono il quartetto dei cantanti – intepreti: Leon Kim nel ruolo del capo cannibale Vento della sera, Rim Park in quello del suo rivale Coniglio coraggioso; molto applauditi anche Antonio Garés nel ruolo di Arthur e Marta Pluda in quello di Atala. Un gruppo di quattro attori ha interpretato il prologo – cornice ambientato in era fascista. La direzione d’orchestra è affidata a Silvia Spinnato, che ha saputo rendere al meglio la gaia spigliatezza degli indiavolati ritmi offenbachiani.
Decisamente da vedere dunque, malgrado le riserve sul “prologo”. Una occasione più unica che rara per “degustare” (metaforicamente parlando, sia chiaro!) un piccolo gioiello di uno dei compositori più spiritosi e divertenti dell’800.
La trama:
In un'isola sperduta dell'Oceania, Vento della sera aspetta la visita di Coniglio Coraggioso. Tra i due capitribù non scorre buon sangue, dato che ognuno ha ucciso la moglie dell'altro. Per riappacificare i rapporti Vento della Sera vuole indire un banchetto onorifico con carne umana, e la fortuna vuole che il giovane Arthur sia naufragato poco fa. Ma Atala, la figlia di Vento della sera, si è innamorata dello straniero.
Repliche:
Sab 19 novembre,
ore 16:30
Mar 22 novembre, ore 10:00
Mer 23 novembre, ore 10:00
Gio 24 novembre, ore 10:00
Gio 24 novembre, ore 20:00
TURANDOT: l'ultimo capolavoro di Puccini inaugura la parte operistica dell'ottantaseiesimo festival, con la splendida regia firmata da Zhang Yimou
Un concerto per il venerdì santo al teatro del Maggio, tra Bach e Rossini
Un don Pasquale da ... sposare. Un grande spettacolo al Maggio Musicale Fiorentino
DON PASQUALE : l'ultimo capolavoro buffo di Donizetti tra beffe, sospiri e un tocco di malinconia
NERONE: al teatro lirico di Cagliari rinasce un capolavoro
TURANDOT: l'ultimo capolavoro di Puccini inaugura la parte operistica dell'ottantaseiesimo festival, con la splendida regia firmata da Zhang Yimou
Un don Pasquale da ... sposare. Un grande spettacolo al Maggio Musicale Fiorentino
DON PASQUALE : l'ultimo capolavoro buffo di Donizetti tra beffe, sospiri e un tocco di malinconia
NERONE: al teatro lirico di Cagliari rinasce un capolavoro
Così é se vi pare, una grande lettura del dramma di Pirandello. Pieno successo della versione di Geppy Gleijeses al teatro della Pergola
TURANDOT: l'ultimo capolavoro di Puccini inaugura la parte operistica dell'ottantaseiesimo festival, con la splendida regia firmata da Zhang Yimou
Un don Pasquale da ... sposare. Un grande spettacolo al Maggio Musicale Fiorentino
DON PASQUALE : l'ultimo capolavoro buffo di Donizetti tra beffe, sospiri e un tocco di malinconia
NERONE: al teatro lirico di Cagliari rinasce un capolavoro
Così é se vi pare, una grande lettura del dramma di Pirandello. Pieno successo della versione di Geppy Gleijeses al teatro della Pergola