Editoriale

Per un amico. De profundis in musica

Dalmazio Frau

di Dalmazio Frau

ualche giorno fa è mancato un mio vecchio e caro Amico. Era un musicista, una persona sensibile, colta, non banale. Siamo stati compagni di giochi da bambini, quando ancora la nostra generazione correva nei cortili delle case e nelle strade dove non c’era molto traffico, o esplorando i dintorni boscosi di quel paesone ingigantito che è Chiavari. Pochi anni più tardi avremmo scoperto tutta la meschinità e piccineria piccoloborghese, da cattocomunista ipocrita, che alligna malignamente come un demone, strisciante tra i portici della cittadina rivierasca. Sì, Diego ed io, amici ma su “fronti opposti”, avremmo presto scoperto come l’odio per chi non si uniforma si distribuisce democraticamente tanto per chi è a Destra quanto per chi è a Sinistra. Ma noi siamo sempre rimasti amici. Forse perché entrambi “anarchici” seppur di differente colore. Diego leggeva, s’informava, dibatteva. Diego non è restato a farsi crescere il muschio addosso nel Tigullio, lamentandosi. È andato via, ha avuto sempre il coraggio di andare oltre e altrove e, contrariamente ad altri “compagni d’anarchia” non si è mai cercato un padrone che gli garantisse uno stipendio. Diego le sue scelte, le sue passioni e anche, sì certo perché no, i suoi errori li ha sempre pagati in prima persona, anzi spesso ha versato l’obolo anche per altri.

Era un musicista, di una musica molto distante da quella che io amo solitamente ma che lui apprezzava. Da ragazzi si sognava tra gli amplificatori a valvole di concerti che io poi non avrei mai fatto, lui sì. Chissà per quale strano scherzo del destino, o forse è soltanto una mia scelta, ho sempre avuto eccellenti amicizie nel campo della musica. Ma si sa benissimo che, anche nella storia del mondo, i pittori tra loro non si amano di certo, anzi, l’odio, l’invidia, il rancore, il disprezzo quando non la violenza sono il sentimento più comune tra essi. Per me non fa differenza… in effetti fatti salvi pochissimi che sono stati i miei “maestri”, non ho amici tra i pittori e sinceramente non ne voglio.

Noi facciamo rumore, Diego è andato via in silenzio come soltanto un musicista sa fare e adesso, ovunque egli sia, finalmente potrà collegare la Musica delle Sfere al più grande, possente impianto di moog, sintetizzatori, campionatori e tastiere, iperamplificato sino a far vibrare i Pilastri dell’Universo.

Continua a suonare, Diego… continua a suonare.

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