Calciomercato e dintorni

Rialzati Fiorentina

Riflessioni su uno sport sempre in bilico tra passione e conti che spesso non tornano.

di Tommaso Nuti

Rialzati Fiorentina

Fra conti, caldo, entusiasmo ai minimi storici e bilancio attivo o passivo che sia si è chiusa lennesima sessione di mercato estivo. Ci sono quelli che si sono schierati dalla parte del mercato imbarazzante” e gli affievoliti, gli accontentati dalla cruda realtà degli ultimi anni dallaltra. Non è poi così facile schierarsi su una posizione difensiva nei confronti di chi viene disegnato come un marinaio che armeggia la barca nel porto della mediocrità. Ma le cose vanno prese con obiettività e quindi chiederei di mettere per cinque minuti da parte i vostri forconi e le vostre torce di rivolta e provare a seguire un piccolo ragionamento. 

Ci si ritrova inevitabilmente negli anni dello pseudo boom economico,  in cui società arrivano ad offrire più di cento milioni per un giocatore, altre che invece nella più totale crisi sia finanziaria che mediatica ne offrono settanta e più ( “mistero” su cui ci si dovrebbe soffermare un attimo e riflettere sul come sia possibile, ma questo è un altro discorso). Il rischio di queste operazioni è banale e si sta verificando soprattutto a Firenze, nella città dove regna la Fiorentina, seconda solo all’arte per tanti. Perché? Tutti questi milioni che spuntano dal niente – forse mischiati anche al caldo di questi giorni – e le altissime aspettative dei tifosi hanno ubriacato le speranze di chi segue la Viola; in altre parole quello che si vede scorrere fra le pagine è in realtà tutto un altro mondo in confronto a quello che si respira dentro le mura dell’Artemio Franchi. Più che il viscerale - ma sacrosanto – attaccamento alla maglia, la partenza razzo della scorsa stagione ha deviato quello che in realtà è il percorso vero della Fiorentina, quello degli ultimi anni, il quinto, quarto o terzo posto. Qualcuno mi verrà a dire: ma fra queste righe, la volontà di crescere e di ampliare una società di base organizzata e con potenzialità molto alte, dov’è? Non hai voglia di credere in qualcosa in più? Certamente. Il punto però non è questo. Il punto è che in una rosa confermata quasi totalmente in blocco – Alonso escluso – l’idea che si è fatta dopo l’inizio della passata annata potrebbe essere totalmente fuorviante rispetto alle aspettative dei singoli giocatori. Qualche potenzialità magari da rivedere, prezzi e ingaggi che sono da confermarsi sul campo o spirito di gruppo che ancora infatti fatica a venir fuori. Questo non significa che è tutto da buttare, perché è stata fatta una scelta di ripartire da un disegno di squadra e di mister che hanno funzionato alla perfezione per sei mesi.
Si tira in ballo la fantomatica parola magica, sulla quale ancora in pochi ripongono le proprie speranze: il progetto poteva venir fuori con Prandelli o Montella, ma appena il piano prevedeva uno scavallamento a qualche grado superiore qualcuno si è sempre tirato indietro, dai DV a Cognigni, tutti inclusi. Forse il progetto più ampio spaventa, forse non c’è la volontà di portare (almeno in questa gestione) un po’ più in alto la figura di quel giglio che tanto aleggia nel mondo come disegno a cui si ricollega il cuore dellarte e la culla del Rinascimento, ma che si rispecchia meno nella gloria calcistica prettamente recente . 
Ma i sacrifici economici furono fatti e forse il fallimento di un altro caso in stile Mario Gomez spaventa una società che non può permettersi cifre troppo alte. Si parla molto di comprare giocatori illustri, nomi altisonanti e valigette pieni di contanti da spendere in giovani ricercati. Non è la dimensione di Firenze, né per i Della Valle né per chiunque possa fare un'investimento sulla società. Ci si lamenta del vecchio glorioso Milan sparito e venduto ad agenzie cinesi, ci si lamenta del'Inter che vende agli indonesiani, del Palermo che tratta con gli orientali, la Roma oramai totalmente d'oltreoceano. Non si pensa ai conti che possono non tornare in una società di piccolissima potenza come quella Fiorentina.
Ormai in queste ultime operazioni di mercato mi chiedo una cosa: i vari Gonzalo Rodriguez, Badelj, Marcos Alonso e compagni bella, come sono arrivati a Firenze? In punta di piedi, e sono diventati giocatori di livello internazionale.
- Ma chi s'è preso? 
- mah, un certo Borja Valero, viene dalla Spagna, dal Villarreal che è appena retrocesso, come si fa ad andare avanti? E poi ha già 26 anni..
Adesso viene chiamato "il Sindaco" per l'amore suo e di tutta la sua famiglia verso la città che lo ha accolto storcendo la bocca, ma che adesso vede in lui la bandiera che tanto mancava in riva all'Arno. Dall'altra parte Gonzalo Rodriguez è stato inserito (proprio dai tifosi) nella TOP 11 di sempre della Fiorentina.
Quindi torno a chiedermi il perché si debba sempre parlare prima di vedere, il bollare un mercato estivo con un sonoro 4 solo perché mancano le grandi marche di giocatori che Firenze non potrà mai cullare, essendo una base di trampolino di lancio da quasi tutta la sua esistenza. Torno a dire che è difficile prendere le difese di una società che non comunica, che non sa stare al passo dell'immaginazione dei tifosi e che non riesce a stabilire un contatto sentimentale e sincero con questi, ma quello che è certo è che stare lassù ogni anno e giocarsi l'Europa con aspettative sempre più alte sicuramente viene preferito a presidenti che non si fanno scrupoli ad affondare una società nei debiti per la "passione" di comprare giocatori, per poi ripartire da laggiù in fondo, da categorie che non gli competono e ricominciare a scalare ripartendo da zero; oppure in modo più facile vendere, ferendo indelebilmente la cultura del calcio italiano.   
La passione lasciatela esprimere ai tifosi, con la presenza che Firenze sta dimostrando da anni verso la maglia viola. La passione è quella che guida il portafoglio ad investire in un altro abbonamento per quanto dispendioso possa essere, perché non c'è niente di meglio che perdere la voce per Lei. La passione ci fa tatuare la Fiorentina sulla pelle, ci fa attaccare un adesivo sul casco o portare una sciarpa viola in giro per il mondo durante le vacanze, per il gusto di far capire a chi non conosce queste sensazioni che Firenze batte forte, che la Fiorentina (dopo l'ennesimo mercato da squadra apprentemente con poche aspettative di vittoria) è pronta per un altro anno a mordere la classifica per quel fatidico terzo posto e per la zona Champions che manca da troppi anni. E allora gli incassi miglioreranno, forse arriverà lo stadio di proprietà, forse le famiglie torneranno allo stadio non solo per vedere le partite contro le big, forse la Fiorentina crescerà e noi non ce ne accorgeremo perché saremo sempre con il muso di fronte ai più piccoli problemi, senza poter godere di una passione che ci accompagna in qualsiasi momento della nostra vita. Passione.

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