Editoriale

La Russia autarchica di Putin riparte dall'agricoltura

Costretti dalle sanzioni a contare su se stessi i russi rischiano di diventare sempre più forti e produttivi grazie ad una politica intelligente e ad un senso dell'orgoglio dello Stato

Marika Guerrini

di Marika Guerrini

Marika Guerrini nasce a Pozzuoli. Scrittrice, indologa, storica dell'Afghanistan, studiosa di antropologia culturale e pedagogica e del pensiero filosofico di Rudolf Steiner. Ideatore del "Sakura Arte Roma" da tempo ha rivolto la sua attenzione alla geopolitica internazionale con particolare attenzione alla regione centro asiatica meridionale India inclusa. Ha vissuto in Afghanistan e Iran. Vive e lavora a Roma. Autrice di "Grigiarancio" Asefi Terziaria 2000 ( seconda ediz. ampliata, Amazon 2011, Smashwords Edition 2011, lulu book 2011); "Massoud l'Afghano il tulipano dell'Hindhu Kush" Venexia 2005; "Afghanistan Profilo Storico di una Cultura" Jouvence 2006; saggi e articoli in volumi collettivi tra cui "Tripartizione Umana ed Educazione" Graus 2007; "L'orientalista guerriero" Il Cerchio 2011. Il suo blog http://occiriente.blogspot.com

entre in Europa ci si barcamena tra l'aderire al Ttip (Trans.Atlantic Trade Investment Partership), il trattato di libero scambio enfatizzato da Washington, in Russia, Putin applica il Facere de necessitate virtutem, trasformando l'azione delle sanzioni imposte dall'occidente, in oro per il paese. Ma entriamo nella faccenda.

Punto iniziale quindi le sanzioni imposte da oltre un anno e mezzo e l'impatto negativo   sul paese, obiettivo finale estratto da un recente discorso di Putin alla Duma, dopo aver verificato i positivi risultati della trasformazione in atto: rendere la "Russia autosufficiente entro il 2020", in cui autosufficiente va preso alla lettera. Ma estrapoliamo alcuni punti chiave dal discorso: "Da un decennio importiamo quasi la metà dei nostri prodotti alimentari dipendendo in maniera critica dalle importazioni. Ora la Russia è entrata tra gli esportatori, lo scorso anno le esportazioni russe sono salite a 20.000 milioni di dollari. Questo corrisponde a un quarto in più delle nostre entrate derivanti dalla vendita delle armi e a quasi un terzo derivanti dalle esportazione di gas", qui scattano i ringraziamenti ai residenti rurali e la pronuncia della frase obiettivo di cui sopra. Poi va avanti col dire:" ...abbiamo tutte le risorse idriche, la Russia può trasformarsi in uno dei maggiori produttori mondiali di alimenti di qualità, sani e puliti, ecologicamente parlando, alimenti che molte industrie occidentali hanno smesso di produrre nonostante la richiesta mondiale continui a crescere...". E va ancora avanti con una nota severa: "... Suggerisco di requisire le terre agricole di quei proprietari che le utilizzano male e di venderle all'asta a coloro che possono e vogliono coltivare la terra...", in altri termini bando all'agricoltura d'affare, a chi fa il furbo, per dirla in gergo.
Ovviamente l'occidente, che tra l'altro si guarda bene dal divulgare questa rivoluzione che cozzerebbe con i progetti del Ttip di Washington e tutti gli interessi privati tra multinazionali e via dicendo, potrebbe commentare quest'ultimo punto con un'accusa di assenza di Democrazia o abuso di potere da parte della Federazione Russa, del suo Presidente, della Duma, e continuare con buonismi di vario tipo, non è così, è semplicemente azione di chi si assume appieno la responsabilità del proprio mandato e della fiducia in lui riposta dal popolo per il benessere del paese e dello stesso popolo.
A favore di questa rivoluzione, e a convalidare il, necessità fa virtù, subentra anche un fattore storico non di poco conto. Negli anni '70 a causa dei cattivi raccolti provocati dalla enorme industrializzazione e conseguente diserzione dalle campagne, il regime sovietico utilizzò i ricavati dal petrolio, i petroldollari per intenderci, nell'importazione di frumento e grano dagli Usa. I prezzi ovvio, furono astronomici e i profitti delle compagnie americane interessate furono enormi, tanto da passare alla storia come" il gran furto del grano", così la Russia che prima del 1917, era stata il granaio d'Europa, si trovò a dipendere dagli Usa. 
In questo stesso mare, la restrizione economica sovietica, fece sì che la maggior parte dei prodotti delle industrie chimiche, venissero utilizzati più che altro nella fabbricazione delle armi. Questo fece sì che il territorio allora sovietico ora russo, come alla legittima origine, non subisse avvelenamenti da fertilizzanti, erbicidi e chi più ne ha più ne metta, cosa che invece accadde, e continua, in occidente, che sia europeo o nordamericano. 
Ora come ora, in Europa, dove si sta verificando una presa di coscienza nel campo, gli agricoltori si trovano a combattere con le conseguenze degli agenti chimici che hanno avvelenato il territorio distruggendo  microorganismi naturali e indispensabili alla vita della terra, innanzi tutto all'agricoltura e all'allevamento di animali da macello, idem gli agricoltori dell'America del Nord, quelli che se ne preoccupano, idem in Canada sempre quelli che se ne preoccupano, e vogliamo restare in occidente altrimenti questa pagina si trasformerebbe in un trattato. 
In Russia, invece, sempre per quella necessità che si fa virtù, benché in questo caso virtù involontaria, splende e vive ancora la Terra Nera, in russo Chernozem, la terra ricca di minerali, di humus, acido fosforico, ammonio, fosforo etc, chi se ne intende sa essere essenziali per la ricchezza e l'organica fertilità del terreno. Tutto ancora pulito e tutto su di un territorio vastissimo, la Terra Nera si estende dalla Siberia attraversa la Russia, nord Ucraina fino ai Balcani.
Interessante è anche vedere come e quanto questa scelta della Russia verso la qualità a scapito della quantità, si stia dimostrando anche di quantità. E fortemente i profitti lo stanno dimostrando. Ma questo spesso accade quando sacrificio e saggezza vanno a braccetto, ancor più se si tratta di elementi viventi che sia terra, vegetale, animale o uomo. 
Certo tutto ciò non è di giubilo per i vari Monsanto che sono giunti anche in oriente con i loro veleni, ma ripeto questa è un'altra storia. Né è di giubilo per gli Stati Uniti in cui si  sono create addirittura delle "Leggi Bavaglio", come vengono chiamate, per la proibizione ai giornalisti persino di scattare foto ad alcuni luoghi agricoli e di allevamento di animali, ovviamente da macello, in cui vengono usati enormi quantità di ormoni, antibiotici e rimedi di alta tossicità che passa poi ai loro prodotti di consumo, è stata proibita anche la tracciabilità sia agricola che animale. L'assurdo è che contemporaneamente a tutto questo  si continui a parlare di Ttip in cui, attraverso la questione economica non scevra da quanto esposto, anche se questo si vuol far passare, si annida il tentativo di Washington di legare il proprio benessere a quello europeo, tra l'altro alla lunga fittizio per l'Europa in quanto arma a doppio taglio, al solo scopo di non perdere, in prospettiva futura, la già vacillante supremazia mondiale. Ma questo è argomento ricorrente nelle nostre pagine. 
Ora, il solo fatto che in occidente non si parli o molto poco e in sordina, della rivoluzione agricola russa, acuisce la sua validità.

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da Valerio il 28/04/2022 20:45:35

    Molto d'accordo con autarchi russa. Buona pubblicazione e commentario.

  • Inserito da Valerio il 28/04/2022 20:45:02

    Molto d'accordo con autarchi russa. Buona pubblicazione e commentario.

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