Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
il maestro Kristjan Järvi
Lo spirito pagano e sensuale del Medio Evo? I Carmina Burana sono stati visti spesso così, come la reazione di un gruppo di “spiriti ribelli”, i famosi e famigerati clerici vagantes, alla mentalità oppressiva di una società che avrebbe pensato solo a pregare e a morire, salvo le solite ipocrisie di rito.
E’ una visione che al massimo regge oggi in qualche stupidario scolastico. Alla faccia dell’Illuminismo che lo dipinse con i colori più foschi, quel lunghissimo periodo chiamato Medio Evo si è da tempo rivelato come epoca assai complessa e multiforme ed anche … illuminata. La fede e Chiesa poi erano ben più portatrici di luce che di tenebra (con le solite eccezioni legate non tanto a un periodo storico particolare, quanto alla componente “ferina” della natura umana).
I Carmina Burana rientrano benissimo nella luce del medioevo: splendidi capolavori di poesia musicata che riprendono in parte la sensibilità della poesia latina, soprattutto quella erotica, in parte il nuovo spirito cristiano, con una componente ora scanzonata e davvero “goliardica”, ora invece angosciata e perplessa, come nello splendido Fortuna Imperatrix Mundi. Ma nel nostro immaginario culturale, Carmina Burana significa soprattutto il capolavoro che su alcuni di questi canti costruì il compositore novecentesco Karl Orff (1895-1982) e che va in scena in forma di concerto, lunedì 30 e martedì 31 maggio (ore 20) al teatro dell’ Opera di Firenze in occasione del 79° Maggio Musicale Fiorentino. L’orchestra del Maggio suonerà sotto la direzione del maestro Kristjan Järvi, pianista e direttore nato nel 1973 di origine estone e di formazione americana: un artista con una carriera di tutto rispetto. Accompagnano l'orchestra il coro – voci bianche comprese – del Maggio Musicale Fiorentino, diretto da Lorenzo Fratini. Le parti corali sono molto importanti nel capolavoro di Orff e il complesso fiorentino avrà così modo di impiegare al meglio le sue doti davvero straordinarie.
Con il nome di Carmina Burana si intende in realtà una antologia di canti medievali contenuta nel codice latino 4660 della Biblioteca Nazionale di Monaco di Baviera, noto come Codex Buranus, chiamato così perché conservato sino al 1803 nella biblioteca dell’antica abbazia di Benediktbeuren , fondata da San Bonifacio tra il 730 e il 740 sulle Alpi Bavaresi. Si tratta di un manoscritto copiato probabilmente nelle terza decade del ‘200, ma che contiene canti risalenti per la maggior parte al secolo XII. Sono distribuiti in tre sezioni: una di carattere satirico e morale (1-55), poi un nutrito gruppo di canti d’amore (55-186) e infine una di canti bacchici e conviviali, che esaltano il vino e il piacere (187-228). La lingua è prevalentemente il latino ma ve ne sono alcuni in tedesco; e alla raccolta originaria è stato poi aggiunto un ulteriore gruppo di canti in entrambe le lingue, di carattere prevalentemente sacro o morale. Si tratta di liriche destinate tutte ad essere cantate ma gli amanuensi ci hanno trasmesso la notazione solo di una trentina di canti. Grazie però al ricupero di melodie da manoscritti coevi, possediamo oggi 47 canti accompagnati dalla musica originaria, anche se l’interpretazione presenta alcuni problemi.
La prima parte colpisce soprattutto la corruzione nella chiesa, ma in un’ottica non anticlericale: i “goliardi”, come è stato messo in luce da numerosi studiosi, agiscono infatti all’interno della Chiesa che intendono rinnovare in accordo con maestri universitari e teologi. Invece delle disquisizioni teologiche, i poeti preferiscono però evocare la degenerazione degli istituti religiosi con immagini poetiche di grande forza e vitalità :particolarmente presi di mira sono la cupidigia e l’avidità curialesca.
La seconda sezione, quella dei canti d’amore, colpisce per la libera e gioiosa sensualità, attraverso la riscoperta di autori antichi (soprattutto Ovidio) ma anche evocando immagini del Cantico dei Cantici. La cosa che può apparire strana è che essi sono opera di uomini legati alla Chiesa (anche se spesso i Chierici si limitavamo agli ordini minori) , ma del resto nel XII secolo la posizione della Chiesa nei confronti dell’amore terreno si va facendo più morbida. Infine, la terza sezione, senz’altro quella più nota, che esalta il vino e il gioco e ancora l’amore: Bacco e Venere insomma e manca giusto il …. Tabacco per ovvi motivi, in compenso sostituito degnamente da Decius, divinità del gioco. Testi pervasi da un sentimento giocoso ed edonistico dell’esistenza, in cui la Tabernaassume la funzione di … centro dell’universo, tempio del dio Bacco a cui i goliardi offrono completamente se stessi e i loro non molti averi.
Il musicista tedesco Karl Orff compose su questi testi una “cantata scenica” tra il 1935 e il 36; la prima esecuzione assoluta fu a Francoforte nel 1937, in Italia la prima fu alla Scala nel 1942. Il titolo completo è Il titolo completo è "Carmina burana: Cantiones profanae cantoribus et choris cantandae, comitantibus instrumentis atque imaginibus magicis". Il compositore trovò in questi testi medievali il testo ideale per un nuovo genere di teatro musicale: un teatro stilizzato, vicino al theatrum emblematicum barocco, in cui più che i personaggi agiscono simboli universali ed elementari come l’amore, il caso, l’ebbrezza. L’opera è divisa in tre parti, preceduta da un prologo dedicato alla dea Fortuna, la cui immagine miniata sul codice, con il simbolo della ruota, colpì subito la fantasia del compositore. Le tre parti sono dedicate alla primavera (Primo Vere), al vino (in Taberna) e all’amore (Cour d’amours). L’opera è conclusa ciclicamente dal prologo. La musica è totalmente nuova e tutta di mano di Orff: l’organico richiede tre solisti (un soprano,un tenore e un baritono), due cori (uno dei quali di voci bianche), mimi, ballerini e una grande orchestra; come quella del Maggio, appunto.
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