I libri di Totalità

Rassegna mensile di novità librarie: Maggio 2016

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna mensile di novità librarie: Maggio 2016

Francesco Borgonovo, L’impero dell’Islam. Il sistema che uccide l’Europa (Bietti, pagg. 150, Euro 15,00)

L’Europa sta morendo, e con essa la civiltà occidentale, schiacciata nella morsa della finanza internazionale da un lato e dalla violenta espansione musulmana dall’altro. La crisi finanziaria, tutt’altro che passeggera, sta strangolando gli imprenditori, sta prosciugando fraudolentemente i conti dei risparmiatori, gli stessi immigrati, che muoiono stremati sui barconi, vengono illusi dall’immagine del paradiso europeo, che da anni è ormai solo un ricordo. La civiltà islamica, da sempre fondata sulla conquista armata e sulla sottomissione dei popoli conquistati, vive il sogno di tracciare un nuovo confine per il dar al-Islam, i suoi missionari gesuiti sono i mujaheddin, il suo impero è permeato da una immanente spiritualità. E come reagisce la società dei lumi? Cancellando la diversità in nome dei diritti umani, garantendo libertà di pensiero a coloro che uccidono vignettisti ed intellettuali in nome di una religione violenta e totalizzante.

“L’impero dell’Islam” è il nostro nemico, ma non è il solo. C’è anche l’impero del finanzcapitalismo che ci minaccia. E lo fa passando instillando in tutti noi la convinzione che “siamo tutti migranti”: “Quella dell’accoglienza indiscriminata è un’ideologia creata dall’élite a scapito di intere popolazioni, per favorire la libera circolazione di merci e uomini”, spiega Borgonovo. “È stata l’ideologia progressista, in nome delle conquiste di civiltà a fabbricare l’immagine dell’uomo disponibile, cioè un individuo che sopporti senza battere ciglio di essere spedito di qua e di là, ovunque il capitalismo finanziario abbia bisogno di lui”. Ed è su questa migrazione generale che fa marcire alla base lidentità dei popoli e la loro capacità di reazione, che s’inserisce l’altro nemico, l’islam, con l’obiettivo di annientarci definitivamente.

 

ATTUALITA’

Giancarlo Ricci,  Sessualità e politica. Viaggio nell'arcipelago gender  (Sugarco, pagg. 240, Euro 16,80)

La prospettiva gender parte dalla sfera individuale e pretende, in nome dell’uguaglianza e di nuovi diritti, di estendersi all’intera comunità. Un certo uso ideologico dello scientismo e delle biotecnologie mira a sovvertire i concetti fondanti la nostra civiltà: l’identità sessuale, la differenza tra i sessi, la famiglia, la filiazione. Le unioni gay, le adozioni omogenitoriali, la fecondazione eterologa sono temi che prescrivono un’amputazione antropologica: in nome della necessità del modernismo sottrae allo statuto dell’umano alcuni referenti simbolici e identitari che da sempre lo hanno istituito. Ne risulta una negazione dello psichico per celebrare il trionfo narcisistico dell’Io a discapito del bene comune. In questo libro l’autore individua 60 voci che mappano un terreno su cui si gioca una scommessa decisiva. È un viaggio che attraversa alcuni concetti cardine della psicanalisi, della filosofia, del diritto, dell’antropologia.

 

MONDO

Stefano De Angelis,  Isis vs Occidente.Storia strategie e obiettivi del Califfato (Solfanelli, pagg. 180, Euro 14,00)

Dopo anni di guerra al terrorismo condotta dagli Stati Uniti e i suoi alleati principalmente contro Al Qaeda e il suo network internazionale, oggi l'Occidente si trova a fare i conti con un nemico di ben altra caratura e capacità: l'ISIS. Con un'economia solida e prospera, mezzi di comunicazione all'avanguardia, milizie ben equipaggiate e un'inedita capacità di fare proseliti tra i giovani occidentali di fede islamica e non solo, ad oggi lo Stato Islamico rappresenta la minaccia più grande per il futuro della nostra società. In questo libro si approfondiscono vari aspetti che compongono l'universo ISIS, dalle origini ai personaggi chiave, dagli alleati all'economia, dai mass media ai foreign fighters, fino a decifrare i prossimi obiettivi del Califfato. Si analizza inoltre la guerra al terrorismo condotta dall'Occidente, non mancando di ricordare le lacune e le incertezze che hanno caratterizzato gli ultimi anni, e cercando di definire le linee guida future della lotta al fondamentalismo islamico.

 

PENSIERO FORTE

Gustave Thibon, Libertà dell'ordine (Fede & cultura, pagg.128, Euro 12,00)

Non esiste libertà senza ordine. Questo libro presenta, attraverso una rassegna di articoli e aforismi, il pensiero di Gustave Thibon, definito “filosofo-contadino”. Si tratta di testi pensati e scritti per il grande pubblico che traggono ispirazione da fatti di attualità o da conversazioni di vita quotidiana e che evidenziano la necessità di rimettere al centro di tutto Dio e un ordine del Creato autenticamente vivo, principi messi in crisi dall’odio rivoluzionario. Solo così l’umanità dispersa e smarrita potrà recuperare il senso autentico della libertà, dell’individuo e della società.

                                                                      ***

Jonathan Witt e Jay W. Richards, Hobby Party - Tolkien e la visione della libertà che l'Occidente ha dimenticato (D’Ettoris, pagg. 350, Euro 23,90).

“Se molto è stato scritto sul rilievo religioso de ‘Il Signore degli Anelli’” - attesta lo studioso Joseph Pearce nel suo “Catholic Literary Giants” -  “meno è stato pubblicato su quello politico, e quel poco che c'è spesso è erroneo nelle conclusioni e all'oscuro circa le finalità che Tolkien si prefiggeva”. Jonathan Witt e Jay W. Richards provano, con “Hobbit Party”, a colmare questa lacuna.
In un tempo in cui molti sono preoccupati che l'Occidente stia scivolando verso una bancarotta non solo economica, ma anche morale e politica, gli autori dimostrano come Tolkien – che si descriveva come uno Hobbit in tutto tranne che nella statura – abbia tracciato, con le sue amate storie della Terra di Mezzo, una mappa verso la libertà. A tal fine, essi attingono alla loro combinata esperienza in letteratura, scienze politiche, economia, filosofia e teologia per descrivere la visione tolkieniana dell'uomo, creato appunto per la libertà, eppure sviabile così tanto facilmente dalla brama di potere.
L'universo fantastico de “Il Signore degli Anelli”, del resto, non è stato creato da Tolkien per fornire ai suoi lettori una via di fuga dalla realtà. Del nostro mondo, la Terra di Mezzo è piuttosto un ritratto impressionista. Uomini, Elfi, Nani e Hobbit diventano l'occasione narrativa per mettere a fuoco alcuni dei grandi temi del nostro tempo: i limiti dello Stato; il valore della proprietà privata; il libero arbitrio e la tentazione del potere; la dottrina della guerra giusta; l'ecologia; l'amore e la morte. “Hobbit Party” è il nome della festa che celebra le virtù di Frodo e della Contea: la nobiltà d'animo, la verità e la bellezza.

 

SCUOLA

Anna Monia Alfieri - Marco Grumo - Maria Chiara Parola, Il diritto di apprendere. Nuove linee di investimento per un sistema integrato (Geppichelli, pagg. 215, Euro 26,00)

In Italia, a quindici anni dalla legge n. 62/2000, che ha definito il Servizio Nazionale di Istruzione costituito dalla scuola pubblica statale e paritaria, la famiglia non ha ancora il pieno esercizio della libertà di scelta in un reale pluralismo educativo. Per fare un passo avanti decisivo, di civiltà e di diritto, si propone di introdurre il criterio del costo standard per allievo nell’unico Sistema Nazionale di Istruzione, nel quale vivano, collaborino e competano, sulla frontiera della “qualità educante”, scuole statali e scuole paritarie, entrambe riconosciute come istituzioni pubbliche al servizio della persona. Il risultato finale? Lo Stato spenderebbe molto meno, come il presente saggio dimostra: evidenza forse persuasiva, in ordine alle ragioni dell’economia che si coniugano con quelle del diritto, come previsto dalla Costituzione Italiana, per una democrazia pienamente realizzata.  

 

ECONOMIA

Gaetano Sabatini e Marco Zaganella (a cura di), Liberalismo e intervento pubblico. Giuseppe Di Nardi nella storia italiana del Novecento (Rubbettino, pagg. 266, Euro 18,00)

 Negli ultimi decenni le espressioni liberalismo e intervento pubblico sono state considerate antitetiche. Eppure entrambe hanno contribuito ad alimentare un unico filone del pensiero economico italiano che ha orientato il Paese negli anni del boom economico e che è stato poi abbandonato. Uno degli interpreti più lucidi di questo orientamento fu Giuseppe Di Nardi, che operò per trasformare la teoria economica nelle politiche di intervento pubblico alle quali lui stesso contribuì. I saggi di Piero Barucci, Leandro Conte, Francesco Dandolo, Giovanni Farese, Antonio Marzano, Simone Misiani, Luigi Paganetto, Gaetano Rasi, Gaetano Sabatini, Giovanni Sabatini e Marco Zaganella approfondiscono l’attualità del pensiero di Di Nardi, la formazione, l’impegno meridionalista, l’attività scientifica e accademica, anche alla luce di alcuni scritti inediti, tratti dall’archivio personale conservato presso la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, pubblicati nel volume.

 

STORIA

Eugenio Di Rienzo, Il “Gioco degli Imperi”, la Guerra d’Etiopia e le origini del secondo conflitto mondiale ( Società Editrice Dante Alighieri, pagg. 202, Euro 19,50)
L’invasione d’Italia dell’Etiopia nel 1935 ha segnato un punto di svolta della storia mondiale tra le due guerre. L’ultima grande conquista coloniale in Africa ebbe enormi ripercussioni sulle relazioni internazionali. Il governo britannico si sentì obbligato a sostenere la Société des Nations, nonostante il timore che le sanzioni votate dalla Lega potessero portare alla guerra con l’Italia. La concentrazione della Royal Navy nel Mar Mediterraneo allontanò Mussolini dal campo occidentale e pose il governo francese dinanzi a questo dilemma: sostenere il suo partner militare, l’Italia, oppure il più suo importante alleato potenziale, la Gran Bretagna? L’Italia si avvicinò alla Germania nazista per porre fine al suo isolamento diplomatico durante il periodo delle sanzioni ma Hitler continuò a considerare l’amicizia del Duce come un’arma a doppio taglio. La mancata adesione degli Stati Uniti alle ritorsioni contro l’Italia accrebbe la diffidenza e l’ostilità tra il mondo politico britannico e l’amministrazione Roosevelt. Londra e Washington si incolparono reciprocamente per il fallimento delle sanzioni petrolifere e per il crollo della sistema di «sicurezza collettiva». In questo quadro, Eugenio Di Rienzo evidenzia la strategia globale dell’Italia, impegnata a garantirsi un protagonismo globale ben al di là della retorica imperiale.

                                                                      ***

Michele Rallo, L’Ukraina e il suo fascismo (Settimo Sigillo, pagg. 150, Euro 20,00)

Michele Rallo ripercorre la storia dell’Ukraina moderna, dalla nascita della Repubblica Nazionale Ukraina nel 1917 fino all’annessione dell’URSS, completata nel dopoguerra con l’assassinio di Stephan Bandera, simbolo dell’identità nazionale, ucciso nel 1959 a Monaco da un sicario sovietico su ordine di Nikita Krusciov, segretario del PCUS. Il filo rosso della narrazione è segnato dalla doppia anima che convive in Ukraina, russofila e panslavista quella orientale, mitteleuropea e germanofila quella occidentale. A fronte di diversità culturali, linguistiche e religiose, il solo elemento aggregante è quello etnico. Con XXXI pagine d’illustrazioni fuori testo.

                                                                      ***

Alfred Buchner, Wehrmacht Research Group. La Fanteria Tedesca nella Seconda Guerra Mondiale (Italia Storica, pagg. 544, Euro 54,00).

E’ la prima traduzione italiana dell’opera di Alex Buchner Das Handbuch der deutschen Infanterie 1939-1945, dedicata alla fanteria tedesca nella seconda guerra mondiale, notevolmente riveduta, corretta  ed ampliata, nelle sezioni relative alle armi, equipaggiamenti e uniformi, da Andrea Lombardi. Il testo descrive l’organizzazione, le dotazioni di uomini, mezzi e armi, gli ordini di battaglia, l’armamento, l’equipaggiamento e le uniformi delle divisioni di fanteria tedesche e dei singoli reparti organici (fanteria, artiglieria, Panzerjäger, ricognizione, genio e trasmissioni, dei reparti medici e della sussistenza, comandi e amministrazione) e come combatterono e prestarono servizio nella seconda guerra mondiale, con approfondimenti sulle innumerevoli battaglie combattute su ogni fronte dai reparti delle Infanterie-Division e le biografie militari e le coraggiose azioni degli assi della Infanterie maggiormente decorati.
In appendice, numerose tavole di organigrammi e simboli tattici, le tattiche in attacco e difesa delle unità della Infanterie, un glossario tecnico tedesco-italiano, e elenchi dei codici e Waffenamt dei produttori di armi, munizioni, equipaggiamenti e ottiche.

                                                                      ***

Roberto Festorazzi, Gli archivi del silenzio. L’apparato che nasconde i crimini della resistenza rossa (Editoriale Lombarda, pagg. 200, Euro 25,00)

Il libro-inchiesta di Roberto Festorazzi dimostra come documenti e testimonianze dirompenti, che consentono di fare piena luce sui delitti e misteri del dopo Dongo, siano stati "neutralizzati" dal super-apparato degli Istituti storici della Resistenza. Un intero archivio di carte scottanti e inedite è stato posto a disposizione dell'autore dal comandante "Stefano", Mario Tonghini, classe 1923, protagonista della Resistenza lariana. Ne emergono casi clamorosi, come l'oblio calato sulla figura del comandante "Riccardo", Oreste Gementi, che condivise con il capitano "Neri" l'effettiva leadership militare della Resistenza nel Comasco, ma non si allineò alla "verità di partito" imposta dal Pci sulla morte di Mussolini.

                                                                      ***

Oleg V. Chlevnjuk, Stalin. Biografia di un dittatore (Mondadori, pagg. 480, Euro 28,00)

Per un quarto di secolo (1929-1953) Iosif Stalin è stato il padrone assoluto dell'Unione Sovietica. Dall'ufficio al Cremlino, o dalle dacie fuori Mosca dove spesso risiedeva, il dittatore gestiva con pugno di ferro ogni aspetto della vita sociale, sulla base di un'interpretazione estremistica e ultrasemplificata del marxismo. Ossessionato dall'idea di "nemici interni" pronti a tradirlo, Stalin instaurò un regime di terrore che non permise mai a nessuno dei suoi sudditi di sentirsi al sicuro. Si calcola che ben 60 milioni di persone incolpevoli abbiano subito i tragici effetti della discriminazione e repressione, fino alla pena capitale. Eppure, oggi in Russia sembra rifiorire il mito di Stalin quale figura storicamente "necessaria", che ha avuto quantomeno il merito di trasformare un paese arretrato in una superpotenza industriale in grado di affrontare e sconfiggere Hitler. Oleg Chlevnjuk, considerato il maggior esperto mondiale di Stalin e del suo tempo, si oppone a tale tendenza "giustificazionista" sfatando vari miti sul despota sovietico, da quelli celebrativi che lo dipingono come "amministratore eccelso", "stratega militare lungimirante", "vittima di ambiziosi e avidi collaboratori" agli altri, opposti, che lo vorrebbero "traditore del lascito di Lenin", o addirittura, e unicamente, "belva assetata di sangue" e "criminale sadico e paranoico".

STORIA DELLE DESTRE

Francesco Storace, La prossima a destra (Minerva, pagg. 160, Euro 15,00)

Francesco Storace il politico, il Ministro, il Governatore, ma soprattutto l'uomo si racconta come non aveva mai fatto prima ripercorrendo la sua storia politica: dall'MSI, ad Alleanza nazionale, al PDL (del quale non ha mai fatto parte) fino a quel partito che ha voluto chiamare "La Destra". Un racconto di episodi, retroscena mai raccontati alla stampa, rapporti straordinari o difficili con uomini che con lui hanno tracciato la storia degli ultimi cinquant'anni della politica italiana come Giorgio Almirante, Giuseppe Tatarella, Mirko Tremaglia, Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi e molti altri. La politica per Storace - è fatta di "sacrifico, sudore e, a volte, di sangue". Perché se la si fa - sostiene - la si deve fare per missione e non per un proprio tornaconto. Perché il potere logora e facilmente corrompe. E servono forti anticorpi per resistere alle seduzioni del potere. Rivolto a chi vuole capire cosa è stata la Destra in Italia dagli anni Sessanta ad oggi e cosa si deve fare per ritrovare una strada comune.

VITA VISSUTA

Franco Cardini, La bottega del professore (Libreria Universitaria.it, pagg. 272, Euro 21,50)

Definita con civetteria dal suo autore come un sorta di frullato del “contenuto di cassetti dimenticati, ripostigli, botteghe, retrobotteghe, sottoscala, soffitte, cantine e garages”, La bottega del professore è in realtà un'ininterrotta, anche se a tratti semiseria, riflessione sulla storia applicata a maestri e amici, a compagni di strada, a se stesso, ai miti e ai protagonisti del Novecento (tra i primi, studiosi autorevoli come Vittore Branca, Marco Tangheroni, Jacques Le Goff, Alberto Tenenti, ma anche marginali di genio come Piero Camporesi, Elémire Zolla o, singolarissima guida spirituale, Attilio Mordini; tra i miti e i protagonisti, Barbablù e Giovanna d’Arco, ma anche García Lorca, Hitler e Mussolini). Sotto traccia, ma nemmeno troppo, intravvediamo dietro i ricordi-confessioni dell’autore le inquietudini di tanti giovani che, negli anni Sessanta, non si riconoscevano nelle ideologie dominanti e cercavano, immergendosi nello spiritualismo e in altri -ismi del Secolo breve, di costruirsi una cultura, si dica pure di destra, che servisse da antidoto alla Modernità.

CLASSICI

Ernst Jünger, Fuoco e sangue. Breve episodio di una grande battaglia (Guanda, pagg. 154, Euro 16,00)

Il 21 marzo del 1918 l'esercito tedesco sferra la prima delle grandi offensive di primavera sul fronte occidentale, con l'obiettivo di sfondare le linee alleate e penetrare in profondità. Dopo l'estenuante guerra di trincea, la prospettiva della battaglia in campo aperto esalta e atterrisce soldati e ufficiali, consapevoli di giocarsi il tutto per tutto in un inaudito dispiegamento di truppe e mezzi, che sembra assegnare alla tecnica un ruolo decisivo. È un'esperienza unica, "che coinvolge la carne e il sangue" e forgia destini individuali e collettivi. In questo romanzo del 1925, Ernst Jünger, pluridecorato sottotenente della Wehrmacht, rielabora i propri ricordi in una prosa nitida e solenne, prestando la propria voce all'io narrante e dando modo al lettore di ripercorrere quei tremendi istanti in tutta la loro drammatica fatalità. Sebbene l'entusiasmo del 1914 sia ormai irrimediabilmente perduto, cresce in prossimità dell'attacco la consapevolezza della superiorità dell'uomo sul "materiale" e della sua sorprendente capacità di resistenza. Così, alla vigilia della battaglia, si può ancora assaporare un momento di perfetta solitudine nella natura, incantevole per l'imminente risveglio stagionale, ma anche un ultimo brindisi con i camerati, "nella fratellanza del sangue". E dopo aver combattuto, regna la sensazione di un "pieno compimento", come al "cospetto di una morte indolore dopo una lunga vita".

LETTERATURA

Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco,a cura di Luca Gallesi, Le meraviglie dell’impossibile

Fantascienza: miti e simboli (Mimesis, pagg. 258, Euro 22,00).

Correvano i roventi anni Settanta, quando fece la sua comparsa in libreria una collana di volumi di fantascienza che per la prima volta offriva al pubblico di appassionati un prodotto nuovo: traduzioni accurate, introduzioni approfondite, apparato critico scrupoloso. La collana si chiamava "Futuro" e i curatori erano Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco. A quasi cinquant'anni di distanza, l'antologia qui presentata propone il meglio di quelle edizioni, i saggi più acuti e "visionari", che, nonostante il tempo passato, conservano intatto fascino e forza espressiva. La sola cosa profondamente cambiata è che la fantascienza, da genere di nicchia riservato a pochi appassionati, è diventata la fonte di ispirazione principale per la letteratura, per il cinema, per le serie tv e per i videogiochi.


CONTRORIVOLUZIONE

Monaldo Leopardi,  Monaldo e Pulcinella. Dialoghi sui rischi della libertà (Fede & cultura, pagg. 128, Euro 13,00)  

Non sempre il paese della libertà coincide con quello della cuccagna: questo l’insegnamento di Monaldo Leopardi, padre di Giacomo, che immagina il viaggio di un immaginario Dottore, intellettuale dalle posizioni liberaleggianti, che lascia Napoli per sfuggire all’assolutismo borbonico e approda in Francia, terra della libertà dove il popolo è apparentemente sovrano. A fargli compagnia troviamo Pulcinella, personificazione del senso comune, ovvero l’insieme di quelle verità che ogni uomo percepisce come giuste e vere anche se non se ne rende razionalmente conto. Attraverso dialoghi allegorici, grotteschi e paradossali, Monaldo Leopardi smonta i dogmi impartiti dalla filosofia e dalla propaganda rivoluzionaria, e mette in guardia dai pericoli insiti in ogni sovvertimento dell’ordine divino.

PERSONAGGI

Miro Renzaglia, La parola a Ezra Pound e altre maschere d’autore (Circolo Proudhon, pagg. 183, Euro 13,50)

Nell’etimologia latina, il termine persona indica la maschera teatrale indossata dagli attori per-sonare (per intensificare) la propria voce e farla ascoltare anche agli spettatori più lontani dal palcoscenico. Da qui è derivato l’uso di chiamare persona tutti gli uomini, quali attori destinatari del dovere fondamentale di recitare il loro ruolo nel mondo. Miro Renzaglia , partendo da Ezra Pound, sommo poeta e “miglior fabbro” del Novecento, propone 28 ritratti letterari che nel loro insieme costituiscono un percorso e un attraversamento del secolo scorso. Si va da figure di frontiera come Jim Morrison e Pier Paolo Pasolini a poeti come Eugenio Montale e Elio Pagliarani, da scrittori come Albert Camus, Céline, Hemingway e Flaiano a filosofi come Michelstaedter, Julius Evola e Guy Debord, da uomini di teatro come Ettore Petrolini e Carmelo Bene a politici come Enrico Berlinguer, Nicolino Bombacci, Bettino Craxi e Gianfranco Fini, da scrittori contemporanei come Antonio Pennacchi e Fulvio Abbate a figure solo apparentemente contraddittorie tra loro come Elvio Fachinelli, Berto Ricci, Indro Montanelli o Lucio Battisti.

ESOTERISMO

Carlo Arrigo Pedretti, Il cavaliere, la morte, il diavolo di Ulbrecht Durer. Un capolavoro tra (in)attualità politica ed interpretazioni esoteriche (Ritter, pagg. 195, Euro 22,00)

Dal titolo stesso del saggio si comprende come il capolavoro di Dürer sia chiamato a svolgere la funzione di metafora la cui intelligenza, anche se immediata, richiede anche il supporto di un'attenta esegesi affinché se ne possano ricavare le più nascoste significazioni. Si scopre allora come un'opera artistica divenga stimolo di riflessione politica, o meglio meta-politica. A uomini condannati ad avanzare insieme a compagni scomodi come la Morte e il Diavolo qui si propone un'alternativa al di fuori di vie liberticide ed in grado di affermarsi sul fondamento di valori come dignità, decoro, onore e fedeltà, calpestati dalle masse e dai capi-popolo come dalla catena di ottusi consumatori, imbroglioni, sfruttatori e demagoghi.

GRAFICA

Pier Paolo Pedrini, I manifesti nella grande guerra - Tecniche persuasive alle origini della comunicazione contemporanea (Carocci, pagg. 240, Euro 29,00)

Come persuadere i cittadini ad arruolarsi? Come convincerli a combattere una guerra che per molti è lontana, in chilometri e in interesse? Le tecniche che incentivano il reclutamento e il sostegno finanziario sono state ereditate dalla persuasione contemporanea, sia politica sia commerciale, per edificare la fabbrica del consenso. I propagandisti manipolano i cittadini orientandone il pensiero e l'azione secondo la volontà del potere, e pertanto sono i precursori degli spin doctors e dei professionisti del marketing e della pubblicità. I loro manifesti attirano l'attenzione con immagini di bambini e di belle donne, coinvolgono alimentando bisogni interiori di benessere e prestigio sociale, motivano mostrando testimonial in situazioni di divertimento e di avventura, ispirano un modo di pensare al nemico e alla guerra stessa che rende "il mondo più sicuro per la democrazia". Nel linguaggio di questa strategia ritroviamo lo storytelling, lo humour, la satira, la paura come pure la lingua dei gesti, di cui si riconosce l'importanza per la persuasività e completezza del messaggio. I propagandisti erano dei persuasori occulti che conoscevano le caratteristiche della mente umana? Non lo sappiamo con certezza, ma i loro manifesti hanno un'intima e coerente motivazione che il libro intende dimostrare.

CATALOGHI

Autori Vari, Machiavelli e il mestiere delle armi. Guerra arti e potere nell'Umbria del Rinascimento (Aguaplano, pagg. 590, Euro 30,00)

L'opera principale di Niccolò Machiavelli, Il Principe, è stata composta nel 1513-14: esattamente cinquecento anni fa. Questa ricorrenza è stata l'occasione, in tutto il mondo, per approfondire il pensiero, la personalità e la biografia del Fiorentino. La mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia rientra all'interno di queste celebrazioni. A partire dai rapporti che Machiavelli ha intrattenuto con l'Umbria – un territorio che conosceva assai bene per avervi viaggiato a lungo e per averne seguito in prima persona le complicate vicende politiche – si è scelto di indagare un capitolo della storia italiana (e umbra) tra i più affascinanti: quello relativo ai capitani di ventura e al modo con cui, a cavaliere tra il XV e il XVI secolo, veniva praticato il "mestiere delle armi". Machiavelli nelle sue opere – dai Discorsi alle Istorie, dal Principe agli scritti diplomatici e cancellereschi, ma anche nella sua corrispondenza privata – parla spesso dei grandi condottieri umbri: ne racconta le gesta militari, i modi brutali e le ambizioni di potere, ne descrive le alleanze politiche e gli intrighi. La mostra, sulla base di un vasto materiale proveniente da musei, collezioni e archivi pubblici e privati, ripercorre, utilizzando proprio Machiavelli come guida, l'epopea dei "signori della guerra" e offre una formidabile galleria dei loro ritratti. Ma è anche un'occasione per ricostruire la storia politica, la cultura artistica e il profilo sociale, economico e urbanistico dell'Umbria del Rinascimento.

RIVISTERIA

Storia in Rete affronta sul nr. 125-126 uno dei temi più scomodi (e meno indagati) dell’esperienza fascista:  lo squadrismo.  Uno degli episodi della storia italiana che ha subito più distorsioni, sfruttamento retorico e damnatio memoriae. Ma chi erano gli appartenenti alle squadre d’azione? Violenti balordi al soldo del padronato e degli agrari? Borghesi scontenti? Una “calata degli Hiksos”? Eroi della rivoluzione traditi dalla normalizzazione? Ecco allora il ritratto di una generazione al di là della retorica, dell’olio di ricino e del manganello: le loro idee, le loro canzoni, la loro parabola storica.

La rivista di Fabio Andriola  passa quindi a ricordare anniversari importanti: il centesimo della Rivolta di Pasqua in Irlanda contro l’imperialismo britannico e i centocinquant’anni dalla Terza guerra d’Indipendenza, in quel 1866 che cambiò il volto d’Europa. E ancora, la stroncatura dell’ultima “fatica” di Corrado Augias che vorrebbe raccontare la vita di Gesù, l’ascesa del cardinal Mazzarino, un grande italiano a Parigi al servizio leale della regina di Francia, Carlo Borromeo, il Santo di Ferro, anima della Controriforma a Milano e infine la ricerca del Graal di Otto Rahn, il controverso archeologo delle SS.

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.

TotaliDizionario

cerca la parola...