Hofer sarebbe oltre il 30%

Presidenziali Austriache: le proiezioni danno in vantaggio il candidato di destra. E il politicamente corretto trema

Nonostante papa Francesco tuoni contro i muri (salvo lasciare i cristiani a terra a Lesbo) in Europa c'è chi si risveglia?

di Domenico Del Nero

Presidenziali Austriache: le proiezioni danno in vantaggio il candidato di destra. E il politicamente corretto trema

C’è chi va a  Lesbo a imbarcare musulmani da affidare alla comunità di sant’Egidio,  lasciando a terra i cristiani perseguitati e beffati, e chi invece comincia a reagire e a innalzare muri: ai confini e nelle urne. E i secondi non sono certo meno importanti dei primi, se possono servire ad arginare quel fronte compatto che va dalle solite sinistre “buoniste” (ovviamente, solo con chi rientra nella loro visione del mondo, se così si può chiamare) sino a vari movimenti di  centro e di sedicente destra  egemoni in molti paesi europei.

Ma novità come quella di oggi suonano come campane a morto per l’Europa di Bruxelles, e francamente c’è motivo di rallegrarsene. Non solo l’Austria, memore forse degli antichi fasti imperiali, minaccia di  innalzare un muro al Brennero nel tentativo di arginare quella che si configura sempre più come una vera e propria “invasione”, e certo non recederà difronte alle ridicole proteste del governo italiano e alle ancor più ridicole sceneggiate dei soliti “antagonisti” nostrani: è notizia di ieri che uno degli organizzatori della marcia “no border”, circa trecento esemplari dei centri sociali che avevano inscenato una protesta  “per la libera circolazione di tutti e contro la costruzione di barriere” inoltrandosi per qualche centinaio di metri in territorio austriaco, è stato bloccato dalla polizia e condotto in caserma, anche se rilasciato poco dopo, non senza il solito stracciarsi di vesti delle vestali nostrane. Ma ancor più indigesta sarà, per l’appunto la notizia dei risultati del primo turno delle elezioni presidenziali austriache: secondo le proiezioni trionferebbe  Norbert Hofer, candidato del Partito della Libertà (Fpoe),  che sarebbe in testa con il 35,5 dei voti, seguito a grande distanza  dal verde Alexander Van der Bellen (21%), che veniva invece considerato il grande favorito. %. Il candidato popolare Andreas Khol è all'11,2, quello socialista Rudolf Hundstorfer all'11.  Gli esponenti dei due grandi partiti tradizionali, dunque, non dovrebbero nemmeno arrivare al ballottaggio, in quanto se i risultati dovessero essere confermati si scontreranno Hofer e Van der Bellen.

Il “problema” è che il partito della libertà viene classificato ultranazionalista, euroscettico ed anti-immigrazione. Ci si può facilmente immaginare dunque come il “ muro” sarà questa volta tutto il  “pensiero politicamente corretto” ad innalzarlo, nel  tentativo di evitare un nuovo trionfo di una forza che si oppone alla distruzione della civiltà europea in nome di logiche che cominciano finalmente ad essere sempre meno capite ed accettate.  E sarebbe davvero singolare – e di buon auspicio – che proprio l’Austria e l’Ungheria si trovassero allineate in questa  posizione, considerano che la repubblica ungherese è da tempo schierata su questa linea, tanto che il premier magiaro Victor Orbàn è anch’egli da tempo sulla “lista nera”, ma è amatissimo in patria dove tra l’altro sta  governando molto meglio dei soliti noti “politicamente corretti, sicuramente meglio di Renzi e compagni (e certo per questo ci vuole davvero poco).  Orban fu il primo tra l’altro a decidere di costruire un “muro” nel 2015 al confine con la Serbia per respingere i migranti in arrivo dai Balcani.

Certo, non c’è dubbio che i “muri” non possano essere soluzioni definitive e che non si possa ignorare il dramma  di tanti esseri umani.  La soluzione però non può essere quella di riversare nel vecchio continente centinaia di migliaia di individui  senza fare assolutamente nulla per cercare invece di creare loro condizioni “vivibili”  in patria, cominciando intanto con il sanare una volta per tutte il “bubbone” dell’Isis nel  Nord Africa e senza dimenticare anche il dramma di tanti cristiani. E fa sicuramente un certo effetto sapere che Papa Francesco, che continua in modo demagogico e irresponsabile a parlare sempre e solo di “accoglienza”, sarebbe molto meno “accogliente” nei confronti degli stessi cristiani.  Lascia infatti non solo profondamente sconcertati il fatto che il pontefice abbia accolto 12 persone solo musulmane, ma che almeno due cristiani siano stati espressamente respinte.  Roula e Abo Malek sono due migranti siriani di fede cristiana fermi al campo profughi di Lesbo, in Grecia; avrebbero dovuto essere tra i prescelti per salire sull’aereo papale e così gli era stato detto da due volontari, salvo poi venire a sapere che il loro posto era stato preso da un’altra famiglia musulmana.  E si tratta di persone che hanno dovuto andarsene perché “"Hanno ucciso i cristiani a Raqqa, così abbiamo dovuto lasciare la nostra casa"[1]

Ma questi “respingimenti” ovviamente non fanno notizia. Intanto esulta  Matteo Salvini: “Provo immensa gioia per il grande risultato che si sta delineando in Austria per il nostro storico alleato Fpoe",  e ha giustamente aggiunto: "Quel che mi sconcerta  è il pressapochismo con cui vengono definiti destra xenofoba e razzista dai media". [2]

La recita è sempre quella “da copione”, come la vogliono i “burattinai”. Ma chissà che i fili non gli si spezzino e il gioco non gli sfugga di mano. C’è davvero da sperarlo, anche se poi certo bisognerà passare dai proclami ai fatti, e le soluzioni non sono certo dietro l’angolo. Intanto Hofer,   un ingegnere di 45 anni  dal volto rassicurante  ha dichiarato, se eletto, l'intenzione di sfiduciare il governo se non adotterà misure più restrittive sui migranti. Tra l'altro proprio il suo partito, secondo i sondaggi, sarebbe il più votato in caso di elezioni generali, con il 30% dei voti.

 

 

 



[2] Fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2016/04/24/news/austria_presidenziali-138361372/

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