Una lettura particolare

Re Lear, anzi Lear: il dramma del potere e della morte al teatro Era di Pontedera

Presentata oggi alla Pergola di Firenze una nuova produzione del teatro della Toscana

di Domenico Del Nero

Re Lear, anzi Lear: il dramma del potere e della morte al teatro Era di Pontedera

Lear - Silvia Pasello, Maria Bacci Pasello _ ph. Roberto Palermo

Il teatro della Toscana fa un regalo a William Shakespeare. Anzi, per la verità è il primo di una serie, perché come ha annunciato oggi  il direttore  Marco Giorgetti,  ci saranno varie iniziative per ricordare i 400 anni dalla scomparsa del bardo di Stratford on Avon, che ricorrono appunto il 23 aprile do quest’anno.  Si parte da uno spettacolo prodotto dal teatro della Toscana, Lear,  che debutterà in prima nazionale venerdì  1 aprile sino a domenica 10 al teatro Era di Pontedera,  presentato oggi  al teatro della Pergola di Firenze  in conferenza stampa da Giorgetti, dal regista Roberto Bacci  e dall’attrice Silvia Pasello, che interpreta il ruolo del protagonista: un Lear al femminile, o per essere più esatti interpretato da una attrice.

“Si tratta di un altro passo importante nel percorso artistico e produttivo  del teatro della Toscana, che dà una fisionomia al nostro lavoro” ha dichiarato Giorgetti, che ha assicurato che Lear giungerà anche sui palcoscenici della Pergola.

La presentazione dello spettacolo è stata affidata al regista Roberto Bacci:  “La realizzazione dello spettacolo ha richiesto due mesi di lavoro, ma con un anno di “preliminari” alle spalle. Naturalmente parliamo di un “fantasma”  perché uno spettacolo si può giudicarlo solo vedendolo. Si tratta di una riduzione del capolavoro shakespeariano (lo spettacolo dura circa due ore), che tende a renderlo il più possibile fruibile.  La novità più significativa è che re Lear è una donna, da qui il titolo semplicemente “Lear”, mentre i personaggi sono ridotti a 8. Lo spettacolo si muove  in uno spazio meraviglioso: sette sipari realizzati in una carte speciale,  che hanno un suono particolare  e trasformano spazi e luoghi con il loro movimento che coinvolge gli spettatori.

I temi affrontati sono quelli del dramma, che ci riguardano strettamente da vicino:  la nostra esistenza e soprattutto la sua parte finale. E’ proprio la ricerca del senso della propria vita che conduce Lear al disastro. C’è sempre qualcosa  che impedisce di incontrare se stessi, di togliersi la “maschera” e non consente di trasmettere ciò che abbiamo imparato a un’altra generazione; i risultati sono devastanti. Questi sono i temi tipici del re Lear, che sono stati mantenuti cercando di coinvolgere non tanto il pubblico quanto lo spettatore: un “teatro di riflessione” che deve attivare i sensi del singolo spettatore. Oltre agli otto personaggi, ve ne sono altri in scena con la maschera che sono una sorta di “testimoni della storia” che si muovono come a creare una sorta di eco.   Lo spettacolo, nell’ottobre 2016, sarà alle Olimpiadi del Teatro di Wroclaw, nell’ambito di Wroclaw Capitale Europea della Cultura 2016,a cui parteciperanno artisti di tutto il mondo”  ha dichiarato il regista.

Lear è Silvia Pasello, due volte Premio Ubu, Premio Eleonora Duse, già interprete per Carmelo Bene, Thierry Salmon, Raul Ruiz, Virgilio Sieni, fra gli altri, e protagonista di molti spettacoli anche dello stesso Bacci. “ Per non è un problema intepretare un ruolo maschile,  a mio parere gli attori sono “creature” particolari che contengono in sé il principio maschile e femminile.  E’ stato certo un lavoro difficile, ma non più di altri ruoli che potevano sembrare più vicini alla mia persona” ha dichiarato l’attrice.  In questo spettacolo infatti  Lear non è un uomo o una donna, è semplicemente un essere umano, in un’interpretazione che riesce a trasmettere, senza forzature, sia elementi del maschile che del femminile. Con lei gli altri sette attori si dividono altri due piani recitativi: i personaggi della storia – insieme a Lear e alle tre figlie, ovvero Goneril (Caterina Simonelli), Regan (Silvia Tufano), Cordelia (Maria Bacci Pasello), il Conte di Gloucester (Francesco Puleo) e i suoi due figli Edmund (Tazio Torrini) e Edgar (Savino Paparella), il Buffone (Michele Cipriani) .

Lo spettacolo parte da una domanda: cosa succede quando ci si toglie la maschera e si esce dal proprio “personaggio” sociale e familiare? Quando per ritrovare la propria essenza si abbandonano i ruoli per i quali siamo riconosciuti? Accade che si scuotono le proprie e altrui certezze e aspettative e il disorientamento può travolgere tutto e tutti. È ciò che accade a Re Lear, che rinuncia alla propria veste di re e decide di dividere il regno tra le tre figlie, Goneril, Regan e Cordelia che, secondo la sua volontà, riceveranno territori in proporzione alla loro capacità di dimostrare il loro amore al padre. Da questo antefatto inizia una catastrofe dalla trama nota, qui restituita con chiarezza dal testo di Stefano Geraci e Roberto Bacci. I fatti che si succedono svelano crudeltà, tradimenti e brama di potere, ambizione, giocati quasi a viso aperto, come se il radicale cambio di prospettiva che implica un “regno orfano del suo re” desse il via libera ai più bassi istinti umani, conducendo vittime e carnefici, usurpatori, folli e diseredati inevitabilmente, tutti, verso un finale di morte. I personaggi dimostrano quanto poco siamo in grado di accettare la trasformazione e la mancanza di punti di riferimento, quanta fatica costi accettare con consapevolezza che siamo soprattutto esseri “nudi e indifesi”.

La musica composta appositamente da Ares Tavolazzi prevederà anche alcuni canti del ‘600 interpretati dalle Maschere e scelti con la consulenza di Stefano Pogelli (responsabile del laboratorio di restauro sonoro dell’audioteca RAI); i costumi sono stati realizzati dalla Fondazione Cerratelli in collaborazione con il Laboratorio di costumi e scene del teatro della  Pergola.

 

Da venerdì 1 a domenica 10 aprile 2016 (Lunedì riposo – spettacoli ore 21.00 – domenica ore 18.30 – giovedì ore 10.00)

TEATRO ERA, PONTEDERA

 

 

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