Rappresentazioni: martedì 9 – mercoledì 10 febbraio, ore 20

Carnevale con Fra’ Diavolo all’opera di Firenze

Musicalmente parlando è un’opera che rivela una grande raffinatezza di scrittura orchestrale...

di Domenico Del Nero

Carnevale con Fra’ Diavolo all’opera di Firenze

(Dall'Opera Comique di Parigi)

Un grande, graditissimo ritorno al teatro dell’Opera di Firenze:  Fra’ Diavolo di Daniel Auber (1782-1871)  opera molto amata dai nostri nonni ma che ormai si presenta di rado sui palcoscenici italiani. Forse Auber non avrà la profonda genialità di Rossini  (al quale, per la verità non del tutto a ragione, viene sovente accostato) ma è sicuramente un musicista dotato di uno charme tutto francese, elegante e piacevole, che nelle sue opere migliori riesce a incantare il pubblico.

La storia di Fra’ Diavolo in Italia comincia tra l’altro proprio da Firenze: rappresentato per la prima volta a Parigi nel gennaio 1830, approdò in Italia  al teatro della Pergola soltanto nel 1866, anche se già dal 1848 a Berlino era stata rappresentata una versione italiana . Si trattò del resto di un successo quasi  epocale: non solo infatti l’Opera Comique di Parigi ne diede ben 909 rappresentazioni in 80 anni, ma l’opera ebbe traduzioni in tedesco, in inglese,in danese e persino in polacco e in russo. Fu solo nel periodo tra il 1920 e il secondo conflitto  mondiale che la sua fortuna iniziç a declinare, ma non va dimenticato il celebre film di Stan Laurel e Oliver Hardy del 1933, che riprende musiche  di Auber ed è in un certo senso una divertente parodia dell’opera.

L’edizione di Firenze  ha  purtroppo due sole rappresentazioni: martedì 9 (ultima sera di carnevale, per cui il pubblico è invitato a presentarsi in maschera) e mercoledì 10: una collaborazione con il conservatorio Luigi Cherubini, come avvenne per il Carnevale dell’anno scorso per il  Pipistrello di Strauss. Pensata in forma semiscenica e proposta al pubblico in chiave moderna, coloratissima, divertente e perfettamente in linea con lo spirito del Carnevale, questa edizione vede come protagonista il giovane tenore Filippo Adami, uno dei più apprezzati interpreti del repertorio belcantista. Il Coro e l’Orchestra e i solisti del Conservatorio Cherubini sono diretti dal maestro Alessandro D’Agostini, già applaudito nel corso della stagione estiva 2015 col Barbiere di Siviglia di  Rossini; la regia è firmata da Francesco Torrigiani.  Altri ruoli importanti sono quelli di Lord Rocburg  (William Hernandez) e Lady Pamela  (Laura Verrecchia); in quello di Zerlina (che canta con il tenore la più celebre pagina dell’opera, Quell’uom dal fiero aspetto) si alternano Eleonora Bellocci (9/2)  ed Elmas Zeynep Mehmet.

Il personaggio di Fra Diavolo che compare in quest’opera ha in realtà poco a che fare con il suo archetipo storico, Michele Pezza detto per l’appunto fra’ Diavolo (1771 -1806): per gli storici liberali  (e quindi, per i vincitori nonché manipolatori della memoria storica) un efferato criminale, ma per i meridionali un eroe che lottò contro l’invasione francese e gli usurpatori napoleonici.

Ma certo Eugène Scribe,  collaboratore di fiducia di Auber e degli altri più importanti compositori dell’epoca,  abilissimo librettista e commediografo, non  si pose minimamente scrupoli  di carattere storico: al più, poteva affascinare, secondo i dettami del romanticismo, il personaggio del brigante che però, in quest’opera,somiglia molto di più a un ladro gentiluomo stile Arsenio Lupin che al  “maledetto” Karl Moor dei Masnadieri di Schiller. L’unico dettaglio storico che rimane nel libretto di Scribe è l’aver ambientato le avventure del “marchese di san Marco” (questa la falsa identità del fuorilegge nell’opera) a Terracina, dove in effetti il vero Fra Diavolo passava spesso il confine tra  Lazio e Campania.   Bandito gentiluomo, dalle maniere galanti e raffinate, seduce e deruba con la medesima nonchalance:  anche se con i suoi sottoposti può usare il pugno di ferro, con le signore adopera solo il guanto di velluto: ne sa qualcosa lady Pamela, moglie di  lord Rocburg, perfetta coppia di viaggiatori britannici un po’ tonti in pieno grand tour,  che per colpa del galante lestofante  rischia di rimetterci gioielli e reputazione.

Musicalmente parlando, Fra Diavolo è un’opera che rivela una grande raffinatezza di scrittura orchestrale, che emerge soprattutto nelle pagine più brillanti e spumeggianti. E’ stato rimproverato ad Auber la mancanza di un “colorito patetico” che  si alterni alle pagine più vivaci, creando così quei momenti di lirismo e di pateticità come avviene ad esempio in Donizetti; ma ammesso che sia davvero così (come giudicare allora la bellissima aria di Zerlina or son sola)  è assai discutibile che si tratti di un difetto. Nella versione originaria i recitativi, come nella tradizione dell’Opera – Comique,  erano parlati, ma in seguito, per adeguarsi al gusto generale europeo  Auber li  musicò e rielaborò varie versioni dell’opera, anche in italiano.  Anzi, proprio nella versione italiana quest’opera ha attirato tenori famosi,  come Tito Schipa e Giacomo Lauri-Volpi. Un graditissimo ritorno, dunque, che si spera non resti un caso isolato.

Rappresentazioni: martedì 9 – mercoledì 10 febbraio, ore 20.

La trama dell’opera:

Atto primo. A Terracina, il giorno precedente la festività delle Palme per prolungarsi fino alla domenica stessa. Zerlina, figlia dell’oste del paese Matteo, è innamorata del brigadiere Lorenzo, ma il padre la vuole sposa del più ricco Francesco. Giungono al paese due viaggiatori inglesi, Lord Rocburg e Lady Pamela, che sono stati derubati dei loro diamanti dai banditi di Fra Diavolo. Mentre Lorenzo parte alla ricerca dei briganti, il Lord rimprovera alla moglie le attenzioni concesse al marchese di San Marco, conosciuto in viaggio. Il corteggiatore altri non è che Fra Diavolo travestito, che poco dopo giunge alla locanda con l’intento di derubare gli inglesi di quel che resta delle loro ricchezze (“Quell’uom dal fiero aspetto”). Lorenzo riesce a recuperare i gioielli e Pamela, riconoscente, offre come ricompensa 10.000 scudi per la dote di Zerlina: i due giovani credono di poter finalmente coronare il loro sogno d’amore, senza sospettare che i briganti hanno deciso di attendere la notte per rubare sia la dote di Zerlina che il denaro dei Rocburg.

Atto secondo. Fra Diavolo si nasconde, con i suoi compagni Beppe e Giacomo, nella stanza dell’ignara Zerlina, che aspetta cantando l’indomani per celebrare le nozze (“Or son sola, alfin respiro”). Quando la ragazza si addormenta i tre si apprestano a colpirla ma sono interrotti dal sopraggiungere delle guardie guidate da Lorenzo, che sospetta la presenza del brigante nella locanda. Fra Diavolo, sempre travestito da marchese, non solo evita di essere riconosciuto, ma riesce a farsi passare per l’amante di Zerlina e di Pamela: le due donne, sopraggiunte, non sanno spiegarsi i rimproveri e la freddezza degli amanti, mentre Fra Diavolo e Lorenzo stabiliscono di battersi a duello l’indomani.

Atto terzo. Mentre Fra Diavolo organizza una nuova rapina ai danni dei viaggiatori inglesi, Zerlina, di fronte al disprezzo dimostratole da Lorenzo, che si crede tradito, accetta di sposare Francesco. Poco prima della celebrazione delle nozze, i complici di Fra Diavolo vengono sorpresi da Zerlina mentre, ubriachi, cantano la canzone d’amore sentita mentre si nascondevano nella stanza della ragazza: insospettito, Lorenzo li arresta, e nella perquisizione trova un biglietto di Fra Diavolo che chiarisce tutti i misteri. I due briganti ormai scoperti confessano e accettano di tendere un trabocchetto a Fra Diavolo che viene così catturato. Lorenzo può finalmente sposare Zerlina.

 

 

 

 

 

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