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Corleone rivendica la sua storia gloriosa per dimenticare la mafia

La conosciamo solo come covo dei peggiori criminali del '900, ma la cittadina paesana dette i natali anche alla mamma di Falcone che vi passò parte dell'infanzia

di Tommaso Luigi Bedini

Corleone rivendica la sua storia gloriosa per dimenticare la mafia

Sarà Corleone una delle città ospiti d'eccezione dell'ottava edizione del BTO di Firenze che si terrà presso la Fortezza da Basso il 2 e 3 dicembre. La rassegna Buy Turism On-Line è la più importante manifestazione sul turismo a livello europeo e annovera tra i suoi ospiti fissi, grandi firme nel settore della ricezione e non solo, tra questi ci sono Trivago, TripAdvisor, Google e Blogmeter.

Una enorme opportunità, quindi, per tutte quelle realtà fuori dal grande circuito turistico. L'idea dell'”adozione” di Corleone è frutto di una visita alla cittadina siciliana da parte del giornalista Gianni Lacorazza e di Annalisa Romeo che saranno tra gli speaker della manifestazione.

Corleone è una piccola città di circa dodicimila anime situata nel cuore della Sicilia centro-occidentale nella provincia di Palermo. Per anni è stata tristemente conosciuta come la “capitale” della mafia, nonché città natale di alcuni dei peggiori criminali della storia tra cui Totò Riina, Bernardo Provenzano, Luciano Liggio, Leoluca Bagarella e il dottor Michele Navarra. Ma grazie al lavoro di alcuni giovani corleonesi che non si sono voluti arrendere ad essere bollati come mafiosi per il semplice fatto di essere nati in quella città, Corleone sta lentamente e con difficoltà cercando di riemergere dalla tenebre in cui i fatti di mafia l'hanno fatta precipitare.

Strano a dirsi Corleone non è solo mafia, o almeno non è stata solo quello: tutto inizia con l'insediamento dei Sicani sulla Montagna Vecchia, altura che domina la cittadina dove sono presenti siti archeologici della Sicilia pre-greca ancora da studiare. Durante la dominazione araba Corleone conosce un periodo di grande prosperità essendo lo snodo centrale dei commerci sulla Via Agrigentina, a testimonianza di quest'epoca rimane una torre circolare che domina la spianata dove sorge l'attuale borgo. Dopo la conquista normanna la città venne ripopolata da genti longobarde provenienti dalla Marca Aleramica in Piemonte. Durante i Vespri siciliani del 1282, a cui Verdi dedicò un'opera lirica, Corleone fu la prima città a correre in soccorso di Palermo conquistandosi il titolo, concesso dal Senato della Capitale, di “Soror mea” e l'attuale bandiera della Regione Sicilia gialla e rossa con la trinacria nel centro, è proprio la stessa della Lega anti angioina (il giallo è il colore di Corleone e il rosso quello di Palermo).

Numerosi sono anche i punti in comune con Firenze e gli altri liberi comuni toscani: come Firenze, Lucca, Arezzo, Siena etc. anche Corleone era governata da un patriziato espressione dell'aristocrazia locale, essendo questa città demaniale non sottostava all'autorità di qualche barone o principe ma si autogovernava.

Una piccola curiosità, i nonni del conte Criminisio Firmaturi che aveva la castellania di Corleone nel 1380 erano fiorentini e non due fiorentini qualsiasi, uno era Manente Buondelmonti figlio di Gherardo e di Bartola Gianfigliazzi, l'altra era Lapa Acciaioli figlia di Acciaiolo e di Guglielmina de' Pazzi. Corleone fu anche il primo centro dove si sviluppò l'antimafia. Sono corleonesi le prime vittime della mafia, spesso sconosciuti ai più che avevano capito per primi che cosa stava accadendo e cercarono di contrastarlo fino all'estremo sacrificio: Bernardino Verro, il primo sindacalista assassinato dalla mafia; Placido Rizzotto; Liborio Ansalone ufficiale che aiutò il Prefetto Mori nella retata del 1926; Ugo Triolo Prefetto onorario di Prizzi freddato sotto il palazzo che da secoli ospitava la sua famiglia per aver “ficcato il naso” nelle questioni di qualche galantuomo; Giovanni Falcone era corleonese da parte della madre Luisa Bentivegna appartenente a una delle più importanti famiglie dell'élite cittadina e discendente del barone Francesco Bentivegna eroe del risorgimento che insieme al cugino, il canonico ciantro Giuseppe Crescimanno, insorse contro i Borbone.

Questi venne ricordato dallo stesso Garibaldi al suo arrivo a Corleone dove soggiornò nel palazzo Bentivegna nel quale, mezzo secolo più tardi, crebbe proprio il piccolo Giovanni Falcone ancora bambino. Oggi alcuni giovani corleonesi cercano di recuperare una memoria che li renda fieri del loro passato e più fiduciosi nel futuro: proprio a Corleone è nato il CIDMA Centro Internazionale di Documentazione sulla Mafia e l'Antimafia che conserva i faldoni originali del maxi processo a Cosa Nostra e che ogni anno vede crescere il numero di visitatori italiani e stranieri che vengono a Corleone appositamente per visitarlo. Le guide sono tutti ragazzi del posto che ci mettono grande passione e competenza, a occuparsi di tutto è Massimiliana Fontana esempio di dedizione al proprio lavoro che la prende più come una missione che come una professione. Al BTO verrà presentato il progetto Intus per la valorizzazione del patrimonio culturale corleonese realizzato grazie ai fondi del MIUR.

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