spigolando dai giornali

Il Papa e i nuovi vescovi, il governo e le vecchie tasse. La fregatura che ci aspetta

di Vincenzo Pacifici

Il Papa e i nuovi vescovi, il governo e le vecchie tasse. La fregatura che ci aspetta

Il pontefice ha nominato nuovi arcivescovi di Bologna e di Palermo, e quindi prossimi cardinali, il vescovo ausiliario per il settore centro della diocesi di Roma, mons. Matteo Zuppi, assistente ecclesiastico della comunità di S. Egidio, e mons. Corrado Lorefice, già parroco a Modica. Sostituiscono i dimissionari, per limiti di età, Carlo Caffarra e Paolo Romeo.

   I giornali sono stati concordi nel definirli “due preti di strada”, come fossero nati oggi e non fossero mai esistiti nella Chiesa. Un nome valga sui tantissimi di ieri e di oggi: San Filippo Neri (1515 – 1595). Personalmente, poi, ho un ottimo rapporto con l’arcivescovo di un capoluogo toscano, solito percorrere ogni sera le vie della sua città, assistendo e curando contatti con i poveri, i disadattati, i soli. Il presule, però, ha anche costante attenzione e premure anche per le persone comuni, appartenenti ad altre classi, che possono cadere in “momenti bui”, in tentazioni, essere colpiti da malattie e da crisi familiari. L’arcivescovo è, come dovrebbe tutta la Chiesa, aperto e attento a tutti gli uomini e a tutte le donne senza distinzioni di età e di censo.

Alcune considerazioni sulla destra, che pare muovere alcuni promettenti ma ancora troppo timidi passi per una riorganizzazione ed una riunificazione ormai improcrastinabile. La Meloni, alla quale consigliamo di evitare le liti da ballatoio, e Storace stiano attenti alla tutela e alla salvaguardia dei tratti somatici dell’area, ponendo chiari ed espliciti limiti alla collaborazione fastidiosa ma inevitabile con il leghismo.

   In Polonia, in Argentina ed in Svizzera hanno conseguito la vittoria o si sono posti in posizione privilegiata partiti unici di destra e non ibride commistioni. La 52enne antropologa Bata Szydio, nella patria di S. Giovanni Paolo II, ha varato un programma inteso a sottolineare l’importanza dei valori cattolici e patriottici e impostato su una redistribuzione della ricchezza a beneficio delle classi lavoratrici. Non si dimentichi la socialità non classista e tanto meno marxista, bandiera del partito vittorioso nella terra di papa Francesco.

Quattro  titoli sulla prima pagina de “Il Giornale” smascherano in maniera decisa e centrata gli errori e le bugie dell’esecutivo: “La manovra del premier. Renzi ci fa invadere per denaro. Per elemosinare l’ok europeo alla finanziaria dovremo prenderci sempre più immigrati”; “I sottoscrittori subito in perdita. Poste, il governo ha sbagliato i conti. La mega privatizzazione voluta dal premier [?] parte con un calo sul mercato”, “Si sgonfia il taglio delle tasse. Le Entrate perdono 16 milioni”, “Lo Stato strozza le imprese: restano 61 miliardi di debiti. Nonostante i maxi stanziamenti da 50 miliardi, la cifra da saldare rimane elevata. E i tempi di attesa in Italia sono i più alti d’Europa: 144 giorni contro 38 di media Ue”.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da Francesca coppola il 31/01/2023 23:54:12

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