IL TEMPIO DELLA LIRICA PIÙ ANTICO DEL MONDO

Un totale di 150 alzate di sipario per il San Carlo di Napoli

Carlo di Napoli Spazio anche ai festeggiamenti per i 300 anni dalla nascita di Carlo III di Borbone

di Niccolò Andreotti

Un totale di 150 alzate di sipario per il San Carlo di Napoli

Teatro san Carlo di Napoli

Si è aperta poco più di dieci giorni fa la stagione sinfonica del Teatro di San Carlo a Napoli. Decisamente “buona la prima”: oltre sette minuti di calorosi applausi hanno concluso il concerto dell'orchestra stabile guidatail maestro Zubin Mehta che ha magistralmente interpretato la Sinfonia n.4 in fa minore, op.36 e la Sinfonia n.6 in si minore, op.74 “Patetica” di Pëtr Il'ič Čajkovskij. Rispettivamente il lavoro più amato e il testamento spirituale di uno dei più grandi protagonisti del lirismo tardo-romantico. Ma c’è di più: Zubin Mehta ha destinato l'intero suo cachet del concerto per la creazione di un fondo dedicato all'acquisto di nuovi strumenti per l'orchestra del massimo napoletano: «Soprattutto per gli archi. Questi musicisti - ha spiegato - suonano con il cuore ma non hanno gli strumenti che meritano». Uno splendido gesto che, in tempi di spending review, ricorda a chi se ne fosse dimenticato che il vero “tesoretto” italiano è proprio quello dei musei e dei teatri.

È solo l’inizio di 14 mesi di spettacoli, con 22 titoli di opera e balletto e 23 concerti che costituiscono una programmazione ancora più ricca rispetto agli anni passati.

Carmen di Georges Bizet, capolavoro tra i più noti e amati, inaugurerà la stagione lirica e di balletto domenica 13 dicembre. La direzione ancora una volta è affidata a Zubin Mehta mentre a firmare la regia è Daniele Finzi Pasca, svizzero di Lugano, già applaudito sia a Napoli che in tournée a San Pietroburgo per la sua onirica versione di Pagliacci con effetti speciali, giochi di luce e acqua.

Carmen è la prima delle quattro nuove produzioni (Norma di Vincenzo Bellini, Zenobia in Palmira di Giovanni Paisiello, e Romeo e Giulietta di Sergej  Prokof’ev) che brillano con le tre coproduzioni mai viste al San Carlo: il Falstaff di Giuseppe Verdi, il dittico Goyescas di Enrique Granados e Suor Angelica di Giacomo Puccini, Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart. Numeri che premiano gli sforzi compiuti dalla Fondazione negli ultimi tempi e che hanno come esito positivo una progettualità a lungo termine e di elevato livello artistico, in piena coerenza con le finalità e lo spirito del decreto Valore Cultura. Un Teatro aperto alla città e affacciato sul mondo, cui fanno ritorno i grandi nomi del circuito internazionale.

Una grande stagione per festeggiare grandi anniversari. In primis i 300 anni dalla nascita di Carlo III di Borbone: il prossimo 4 novembre si terrà una selezione in forma di concerto dell’Achille in Sciro di Domenico Sarro su libretto di Pietro Metastasio, titolo che il 4 novembre 1737, giorno onomastico del sovrano, inaugurò il “Nuovo Grande Real Teatro San Carlo di Napoli”. Nel 2016 ricorrono anche i 200 anni dalla morte di Giovanni Paisiello, figura di primo piano della Scuola napoletana che ha reso grande Napoli nel mondo. Il San Carlo, che fa del recupero della tradizione partenopea un presupposto imprescindibile della propria mission, celebra il compositore con la messa in scena al Teatrino di Corte di Palazzo Reale di due sue opere: Zenobia in Palmira e La grotta di Trofonio. Infine non mancheranno certamente le celebrazioni del Santo Patrono della città al Duomo di Napoli.

Questi e tanti altri eventi imperdibili aspettano il pubblico del teatro lirico più antico del mondo che, grazie ad una ritrovata tranquillità gestionale ed economica che consente di guardare con maggiore serenità al futuro, ha già programmato l'inaugurazione della stagione 2016 – 17: sarà Otello di Gioachino Rossini

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