spigolando dai giornali

Le tasse sono ad un livello insostenible e Renzi dà la colpa ai sindaci

di Vincenzo Pacifici

Le tasse sono ad un livello insostenible e Renzi dà la colpa ai sindaci

Nella rassegna stampa di questi giorni meritano attenzione e riguardo due articoli apparsi proprio quando l’Italia è stata bombardata dalle dichiarazioni e dai ridicoli quanto noiosi tweet giunti dal Giappone. Sono i giorni in cui vengono varati con la disdicevole ed incredibile determinante presenza delle minoranze, che hanno consentito il raggiungimento del numero legale, alcune leggi rilevanti come quelle riguardanti la Rai, gli enti locali e la PA, questa ultima in pratica svuotata, tra il silenzio della minoranza/non opposizione, da ben 15 deleghe. Il “premier”, che per la sua lontananza, non ha potuto preservare dal nubifragio la “sua” Firenze, è assente ad ennesima dimostrazione dell’effettivo suo ruolo, quello di “voce” e di “braccio”.

   Si accennava sopra alle due note. La prima, intelligente ed attenta, è quella con cui Francesco Ghidetti, sul QN, censura le dichiarazioni nipponiche del “presidente del Consiglio” sui Sindaci, rilevando che «dati i tempi, dare la “colpa” a qualcuno dei vari default locali è impresa ardua» e che «è difficile sostenere che i primi cittadini stanno lì a scaldare le poltrone». Intanto il peggiore, il più inconcludente ed il più arrogante, il “compagno” Marino, con la scusa comoda del Giubileo, è stato gratificato con l’erogazione di 200 milioni “per riqualificare e completare [quando?] alcuni siti e musei di grande rilievo culturale, storico e artistico”.

   Tanto per la cronaca, grazie ai tagli statali (8 miliardi) la pressione fiscale comunale è passata da 505,5 euro pro capite del 2011 ai 618, 4 del 2014 con un aumento pari al 22%. Lo sostiene la Corte dei Conti nella relazione sulla finanza locale, rammentando che la pressione è “ai limiti della compatibilità con le capacità fiscali locali”. Intanto il “Granduca” favoleggia di soppressione di IMU, Tasi e compagnia seguendo e la Boldrini fa saltare i tetti degli stipendi!

   Il secondo articolo, ampio ed articolato, riguarda un tema da sempre lontano dagli interessi della Destra, la Lega. Sono probanti delle incancellabili intenzioni di quel raggruppamento alcuni punti, quali il federalismo, il comunitarismo, l’indipendenza della Padania e lo “scarso amore” per Roma, “messi in sordina ma cruciali per la base leghista e fondamentali per l’esistenza stessa del Movimento”. In altro pezzo è segnalato poi il fatto che “la Lega, per sua fortuna, ha fatto sempre fatto a meno degli intellettuali”, salvo a sollecitare in chiusura “Matteo” il lombardo ad imitare D’Annunzio, andando “verso la vita”.

   Un accenno alla riforma della PA, annunziata dal foglio berlusconiano in un riquadro di VI pagina, senza il minimo accenno alla determinante posizione assunta da FI : è la classica montagna, destinata a partorire il topolino, con misure lontane o complesse da realizzare (la trasparenza degli atti amministrativi e la digitalizzazione) o già previste (la licenziabilità degli statali).  Inutile l’assorbimento deciso del Corpo Forestale dello Stato, nato nel 1822, sotto altra forza di polizia.

   Due altre notizie sul cammino delle riforme, la più essenziale e basilare delle quali, pensiamo un po’, a detta dal “capo del governo” nella terra del Sol Levante, è rappresentata dall’abolizione del bicameralismo: 1) mentre si prepara un “autunno caldo” nelle scuole, sono stati registrati casi di professori assunti dopo 25 anni con il posto assegnato a mille chilometri di distanza dalla residenza ; 2) la Corte dei Conti, con grande dispetto della Madia, ha denunziato che le risorse a disposizione delle Province soppresse, a riordino non concluso, rischiano di non bastare per i compiti di primaria importanza.

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