Equilibrio e serietà

Lezione di politica internazionale elargita da Putin al premier Lenzi

Putin è tutto ciò che Renzi non sarà mai

di  

Lezione di politica internazionale elargita da Putin al premier Lenzi

Renzi a sx con Putin

Il gran capo della Russia ha impartito una lezione tecnica e morale, su come si dovrebbe condurre una politica a livello nazionale e internazionale, all'impreparato ma egualmente baldanzoso Matteino da Rignano, detto Renzi. Col suo fare un po' così, da discolo dell'arte del governare, l'ex sindaco fiorentino ha detto la sua sull'Ue, contraddicendo in pieno quanto affermato di fronte alla Merkel e compagnia bella. Avrà molti difetti il Premieri italico, ma un pregio lo caratterizza da sempre, l'assoluta incoerenza che ogni volta manifesta apertamente.

Putin avrà fatto degli errori, inutile negarlo, ma ha sempre dato una grande impressione di saldezza e di grande amore per la nazione che guida, schierandosi apertamente contro la dittatura oprrimente degli USA e dell'Unione Europea

Scrive Alex Angelo D'Addio sul sito web L'Intellettuale Dissidente: 

"Vladimir Putin si è affacciato all’esposizione mondiale meneghina con l’equilibrio della sua sobrietà e della sua posatezza. Pur reggendo saldamente le briglie di una linea di pensiero sociopolitico ed economico-finanziario, vituperata dal comune diramare, e per questo efficace e determinante, nell’attuale assetto continentale e mondiale. Si è presentato alla platea pubblica e mediatica della “Milano delle Multinazionali” in perfetta coerenza con quanto dichiarato in mesi di assedio dell’Unione Europea alla Federazione Russa: le sanzioni di Bruxelles non sono soltanto una ripicca alla disobbedienza di Mosca, ma stanno seviziando i fatturati delle imprese, non assoggettate ai dettami del Mercato. Non bastasse, in qualche riga di esternazione, Putin ha saputo riassumere la contraddizione dell’agire del Parlamento europeo e della Commissione: nonostante stiano ardentemente elaborando una soluzione per opporsi al terrorismo internazionale, i Palazzi in questione perseverano nel ripudiare il solo attore politico – ad oggi – in grado di saper destabilizzare le affilate lame del guerrafondaio estremismo mediorientale.

In conclusione, non poteva eludere le aspettative la consueta impertinenza di Renzi, che ha ribadito sostegno agli accordi di Minsk. Il crepuscolo della mattinata pone un inciso sull’ennesima lezione d’integrità istituzionale che l’ex Sindaco di Firenze ha dovuto sorbirsi, stavolta impartitagli dalla massima espressione di presidenzialismo vecchio stampo – improntato sulla tutela dell’interesse nazionale, sulla garanzia di sovranità e sulla difesa delle proprie tradizioni culturali -, incarnata dall’imperscrutabile Capo di Stato russo. Che – sebbene eviti relazioni franco-italo-tedesche – da circa due anni si sta svelando come un modello da emulare, e non come un male da debellare, o come la riproposizione di un dispotismo di totalitaria memoria da esorcizzare. Putin è fondamentale perché la spina dorsale della nostra economia resti dritta; è un cardine del sovranismo, quale sinonimo di attività politica, volta alla legittimità dell’autodeterminazione di un popolo; è l’essenza della contrapposizione rigorosa allo svuotamento globalizzato, propugnato dagli Stati Uniti D’America. Semplicemente, Putin è tutto ciò che Renzi non sarà mai. Purtroppo per noi."

Amen!


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