Due opere per due teatri

Bernstein e Britten: dittico Novecentesco al Maggio Musicale Fiorentino

Tra gli interpreti, Keith Jameson nel ruolo di Candide, Laura Claycomb in quello di Cunegonde, Richard Suart in quello di Pangloss/Martin, Jessica Renfro in quello di Paquette...

di Domenico Del Nero

Bernstein e Britten: dittico Novecentesco al Maggio Musicale Fiorentino

Novecento di scena al Maggio Musicale Fiorentino: due opere per due teatri, quello dell’Opera e il Goldoni, all’insegna di due grandi compositori: Leonard Bernstein (1918 – 1990) che fu tra l’altro uno dei più celebri direttori d’orchestra del secolo scorso, e Benjamin  Britten (1913-1976.)

Sarà Candide, curioso ibrido tra opera buffa, operetta e musical stile Broadway a tenere banco al teatro dell’Opera di Firenze, dal 22 maggio al 3 giugno con cinque recite; un intermezzo comico, ma non certo superficiale, tra due colossi come il Fidelio Beethoven e il Pelleas et  Melisande diDebussy.

“Un rifacimento del Crepuscolo degli dèi curato da Rossini e Cole Porter.” Così definì  CandideTyrone Guthrie, il regista della prima messa in scena dello spettacolo prodotto al Colonial Theatredi Boston 1956. Non fu davvero un grande successo, tanto che l’autore in seguito ne curò diverse versioni, dalla seconda he debuttò a Broadway nel 1973 e una terza nel 1989.

Si tratta di una partitura difficile da definire, caratterizzata com’è da una serie di stili e di caratteri in delicato equilibrio tra loro: il brio dell’opera buffa ma anche dell’operetta, la spettacolarità del musical e il lirismo del teatro musicale classico. Un po’ una sorta di Offenbach del XX secolo. La commediografa  Lillian Hellmann e gli altri  scrittori che nel corso del  tempo hanno partecipato alla stesura del libretto hanno sostanzialmente rispettato  lo schema della vicenda  di Voltaire, qui “promosso”  a narratore degli eventi, non mancando però alludere ad alcuni eventi contemporanei, come il dilagante maccartismo degli anni ’50.

“Nulla è più scandaloso del Candide di Voltaire, e l’opera di Leonard Bernstein ne è una riproduzione fedelissima” dichiara  Francesco Micheli, regista dell’edizione fiorentina.  “Provate a pensare a qualcosa di negativo: uccisioni, stupri, pedofilia, cannibalismo? È tutto già scritto nelCandide, ma in modo così ironico che non si può fare a meno di ridere”

Il nuovo allestimento pensato per l’Opera di Firenze è ambientato in una fabbrica immaginaria – laWestphalia che fa da sfondo all’inizio del romanzo – dove l’ingenuo giovanotto Candide è un semplice operaio, mentre gli altri personaggi sono i prodotti di una “human factory”, che realizza stereotipi come Maximilian, il bravo ragazzo, Cunegonde, la moglie ideale, e Paquette, la servetta di cui abusare sessualmente.

La storia, che nel romanzo si sposta dalla Germania al Portogallo, dal Venezuela controllato dai Gesuiti a una Venezia in preda a uno sfrenato Carnevale, è racchiusa sul palcoscenico in grandi scatole aperte e chiuse come finestre, o disposte come soprammobili, disegnate dalla scenografa Federica Parolini ispirandosi agli imballaggi e alle confezioni industriali, mentre sul palcoscenico nei coloratissimo costumi di Daniela Cernigliaro ci sono anche attori:  Lella Costa interpreta ad esempio Voltaire nelle vesti di donna delle pulizie dell’azienda. Muovendosi sui pattini a rotelle è lei a costruire attraverso gli intermezzi parlati il collegamento tra la storia e ciò che si vede in scena.

I cattivi dell’opera, gli uomini di potere, sono nascosti da grandi mascheroni e mani adunche di cartapesta “per riportare l’idea che il vero potere, quello di chi decide, non è identificabile in una persona dalle fattezze umane”, rileva  Micheli.

Tra gli interpreti, Keith Jameson nel ruolo di Candide, Laura Claycomb in quello di Cunegonde, Richard Suart in quello di Pangloss/Martin, Jessica Renfro in quello di Paquette. Sul podio il maestro John Axelrod, che è stato allievo di Bernstein.

 

Del tutto diverso il Giro di vite (The turn of the screw; 22 maggio – 7 giugno, per sei recite) diBrittentratto da una inquietante storia di fantasmi di Henry James, che andrà in scena nell’elegante scrigno del teatro Goldoni. L’opera, che ebbe il suo battesimo alla Fenice di Venezia  nel 1954, ha in organico di appena tredici strumenti , che però compongono un’orchestra di rara ricchezza espressiva e coloristica,  e sette personaggi.

“Il dubbio è la vite che gira nella testa e nell’animo dello spettatore: un dubbio che ha a che fare con i propri fantasmi interiori, con le proprie paure, con i propri desideri e le proprie fantasie più recondite.  La curiosa storia di fantasmi in cui – come nelle più recenti trasposizioni cinematografiche – è impossibile capire se i vivi siano davvero più reali dei fantasmi o i morti si accaniscano a cercare di sentirsi vivi, è una profonda messa in discussione delle certezze dello spettatore chiamato ad avvitarsi sul mistero del male e dell’innocenza perduta, senza capirne il perché”  dichiara il regista Benedetto Sicca.

Nel ruolo dell’istitutrice si alternano Sara Hershkowitz  e Anna Gillingham, Flora
è Rebecca Leggett  Miles è intepretato da Gabriel Crozier  che si alterna con Theo Lally. Sul podio Jonathan Webb.

Due titoli di grande spessore e che non è facile vedere rappresentati, quindi due appuntamenti da non perdere  per un pubblico d’Opera degno di tale nome.

 

Candide:

Teatro dell’Opera, 23,29 maggio  ore 20:30; 31 maggio ore 15,30; 3 giugno ore 20,30.

La trama:

ATTO I

Il barone Thunder-ten-Tronckh vive nel suo castello della Vestfalia assieme alla moglie, ai figliMaximilian e Cunegonde, al nipote illegittimo Candide e alla servetta Paquette. Convinti dal filosofo Pangloss di essere felici, vivono una vita senza preoccupazioni. Candide ama riamato la cugina ma, a causa delle sue umili origini, viene scacciato e arruolato a forza in una guerra che costa la vita agli abitanti del castello. In seguito però il ragazzo ritrova Pangloss: riportato in vita da un anatomista, non ha perduto il suo ottimismo nonostante sia costretto a mendicare. I due si imbarcano per Lisbona ma, arrivati in città durante l’eruzione di un vulcano, vengono processati per eresia: il filosofo è impiccato e Candide flagellato. Giunto a Parigi, ritrova stupito Cunegonde e, uccisi i due pretendenti della ragazza, fugge con lei e con la Vecchia Dama sua compagna a Cadice per poi salpare verso il Nuovo Mondo.

ATTO II


I tre fuggitivi sbarcano a Buenos Aires nello stesso momento in cui giungono anche Maximilian ePaquette, miracolosamente risorti e travestiti da schiave. Il Governatore dichiara il suo amore aCunegonde e a Maximilian mentre Candide, inseguito dalla polizia, fugge nella giungla accompagnato dal meticcio Cacambo. Qui, prima di scoprire il leggendario El Dorado, inavvertitamente pugnala Maxilian. Dopo aver inviato il meticcio a Buenos Aires con pecore d’oro per riscattare Cunegonde, Candide giunge nel Suriname e conosce il pessimista Martin eVanderdendur, il quale gli offre un vascello in cambio della sua ultima pecora d’oro. La nave affonda ma il ragazzo è salvato da un’imbarcazione diretta a Venezia con a bordo cinque re detronizzati e Pangloss, ritornato ancora una volta in vita. In Laguna intanto impazza il Carnevale eCunegonde, assieme alla Vecchia Dama, intrattiene i giocatori del Casinò. Candide, nonostante sia deluso dal comportamento dell’amata, si trasferisce con lei in una piccola fattoria della terraferma e le chiede di sposarlo.



The turn of the screw:  

Teatro Goldoni, 22  24, 28, maggio ore 20,30; 30 maggio ore 15,30. 5,7, giugno ore 20,30.

La trama:

PROLOGO


Il Prologo, davanti al sipario chiuso, illustra l’antefatto: una giovane donna viene assunta per occuparsi di due orfani, a patto di non scrivere mai al tutore qualsiasi cosa accada.

 ATTO I


Dopo un viaggio in preda ai dubbi, l’Istitutrice arriva a Bly, residenza nella campagna inglese in cui assieme alla governante Mrs Grose, vivono Miles e Flora, i due ragazzi di cui dovrà prendersi cura. Presto riceve una lettera e scopre che il ragazzo, nonostante appaia tanto inoffensivo, è stato cacciato da scuola per aver fatto del male ai suoi compagni. Strani avvenimenti cominciano a verificarsi: l’Istitutrice intravede uno sconosciuto che la osserva intensamente. Non capisce chi possa essere e, turbata, lo descrive a Mrs Grose. La donna sostiene trattarsi di Peter Quint, un cameriere ora morto ma un tempo molto legato al ragazzo. Inoltre, mentre passeggia nel parco, sulla riva di un lago intravede Miss Jessel, la precedente istitutrice morta anch’essa da tempo. Attirato da QuintMiles nella notte esce in giardino mentre Flora appare alla finestra soggiogata da Miss Jessel. All’arrivo dell’Istituitrice e della governante i fantasmi però svaniscono.

 

ATTO II


In un luogo non definito i due spettri discutono su come impadronirsi dei ragazzi. L’Istitutrice, sconvolta  dall’ennesimo incontro con Miss Jessel, decide di scrivere al tutore; la missiva viene però rubata da Miles, istigato da Quint. Più tardi, mentre la donna si addormenta cullata dalla melodia che il ragazzo sta suonando al pianoforte, Flora torna sulla sponda del lago. Qui appare Miss Jessel; la ragazza e Mrs Grose, che nel frattempo l’ha raggiunta assieme all’Istitutrice, affermano però di non vedere nessuno. Il mattino seguente la governante rivela che la ragazza, nel sonno, ha raccontato cose tremende e decide di portarla lontano da BlyMiles, dopo aver confessato il furto della lettera e il nome del suo persecutore, muore inspiegabilmente tra le braccia dell’Istitutrice.

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