Spigolando dai giornali

Tutti contro gli insegnati, maggioranza e opposizione. Sono da sempre considerati lavativi con troppe vacanze e poco lavoro.

E se questi indignati in servizio permanente effettivo provassero a fare un anno di scuola (lezioni, riunioni compiti da correggere lezioni da preparare) a ragazzi che si fanno scudo dell'ignavia delle famiglie per non fare niente?

di Vincenzo Pacifici

Tutti contro gli insegnati, maggioranza e opposizione. Sono da sempre considerati lavativi con troppe vacanze e poco lavoro.

 Un’impressione telegrafica veramente deludente emerge dalle ricostruzioni televisive a proposito dello sciopero della scuola. Rimanendo abbondantemente deluso, ho scelto di seguire il TG4 e la cronaca mi è apparsa sommaria, minimizzatrice, obbligata, ovvero svogliata.  Spazio in proporzione assai ampio è stato dedicato all’intervento del caudillo, che, da notizie apprese da amici presenti, sarebbe stato a Trento pesantemente contestato, e che ha offerto le solite massime da “baci Perugina”.

La “ciliegina” è stata recata da Del Debbio il quale non ha trovato di meglio che polemizzare contro la classe docente, schierata a sinistra e asservita al sindacato, come se fosse una situazione totalitaria e non esistessero insegnanti moderati e di centro destra e quasi dispiacesse lo scontato crollo nel consenso elettorale per il dott. Renzi. Se poi indubbiamente maggioritaria è la posizione politica dei professori, ciò è dovuto alla linea fallimentare e scervellata dei governi Berlusconi e a quella autolesionistica, perché culturalmente debole, degli esecutivi democristiani.

Come prova dell’impossessamento renziano de “Il Corriere”, diretto dall’ ex capo dei giovani comunisti della Ciociaria, va recato l’editoriale dedicato allo sciopero. Difetti nel disegno di legge non esistono, la contestatissima norma essenziale dell’onnipotenza dei dirigenti scolastici viene sottaciuta mentre si cantano le lodi più sperticate sulle misure, tutte da spiegare e soprattutto tutte da provare, riguardanti la meritocrazia  e si ripetono i luoghi comuni sull’arretratezza del sistema scolastico italiano forse inferiore , a loro avviso, a quello delle nazioni del IV mondo, tanto da far pensare se l’autore sia tra le “teste d’uovo” , responsabili del progetto, sul quale riferisce e parla l’aspirante “presidente eterno”.

“Il Tempo”, la più incisiva ed autentica delle voci antisinistra, ha confrontato le tesi favorevoli e quelle contrarie e francamente le prime appaiono fragili, discutibili (la valutazione dei docenti),  utopistiche o rischiose (il potere sterminato assegnato ai capi degli istituti, destinato a diventare fonte di scontento, di gelosie, di cannibalismi se i dirigenti non si dimostreranno in grado di possedere qualità come equilibrio, misura, saggezza, esperienza, lucidità e equità) .

    La mitizzazione dell’autonomia fatta dal dott. Renzi, che non ha perduto l’occasione per scadere nel ridicolo con la diffusione delle foto della moglie, impegnata in aula, è l’anticamera dell’instaurazione di un clima di grande confusione e di sostanziale anarchia, che la sua officina ha recuperato dalla lezione di qualche parroco di campagna toscano.  Infine un’osservazione eloquente: la “Venere uscita dalle schiume del mare” , cioè la Giannini, e la mai abbastanza criticata Gelmini hanno trovato radici identiche nello sciopero con i professori “ostaggio dei sindacati” e con l’etichetta, comoda ed elementare, “politico”. Non c’ era bisogno per offrire agli italiana una nuova prova  dell’affettuosa, scontata convergenza tra la maggioranza e la pseudoopposizione di obbedienza berlusconiana. Come fatto personale, mi vanto di rilevare che mia moglie, insegnante di lingua inglese dal 1983, ha scioperato per la prima volta.

   Due buone dimostrazioni di quello che la destra dovrebbe essere: lo scontro tra Larussa e Boldrinova e la partecipazione di Rampelli e dei giovani di FdI, eredi di una tradizione scolastica ancora oggi validissima, alla manifestazione di protesta.

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