Editoriale

Se il Giubileo è il pretesto per imbruttire le periferie... E pretendere che i turisti ci vadano

Intanto decine di altri luogi storico-artistici in città vengono dimenticati e abbandonati a loro stessi

Dalmazio Frau

di Dalmazio Frau

’amministrazione romana sotto Marino continua a stupirci con geniali attenzioni al suo concetto di arte, sperperando denaro in maniera a dir poco discutibile.

L’ultima trovata, in ordine di tempo naturalmente, è cavalcare l’onda del Giubileo mediante “percorsi ad hoc in centro e in periferia” con opere di Alice Pasquini in via dei Sabelli o a Tor Marancia, di Hitnes a San Basilio e persino di Diavù di là dal GRA. Mi piacerebbe sapere chi andrà a gustarsi queste meraviglie d’”arte contemporanea” visto che immagino tali scelte estetiche non incontrerebbero il favore neppure degli spacciatori locali.  

Se Giovanna Marinelli e il suo sindaco credono basti questo per risollevare realtà terribili come San Basilio evidentemente vengono da un altro pianeta. Se credono che i turisti decidano di andare a vedere queste “opere d’arte metrolitana” piuttosto che i Musei Capitolini, o “i Vaticani” allora vivono veramente in un mondo di sogno tutto loro che non soltanto non conosce la Bellezza dell’Arte con la maiuscola ma semplicemente è autoreferenziale nelle proprie illusioni.

Intanto decine di altri luogi storico-artistici in città vengono dimenticati e abbandonati a loro stessi.

Brutte opere non migliorano la vita dei residenti in quelle zone, perché il brutto va a sommarsi su orrori già presenti.

Già che c’erano potevano far imbacuccare Corviale da Christo – lautamente pagandolo ovviamente – oppure chiamare qualche “performer” a produrre “installazioni” mirate. Ma è la parola “DUX” su un obelisco di un’età passata quella che disturba!

La “Street Art” voluta dal comune è un’ulteriore incubo estetico, è un affronto a quelle persone che avrebbero bisogno della Bellezza, non “grande” ma reale, per poter avere qualcosa che muovesse verso il bene le loro anime. Il degrado sociale di certi ambienti non si combatte con brutti murales ma facendo sì che le persone vivano in luoghi belli a cominciare dalle loro abitazioni.

Pare che sempre per il Giubileo – del resto Roma non ha l’Expo, quindi qualcosa dovevano pur inventarsi - il vicesindaco Luigi Nieri abbia ideato “percorsi ad hoc per far conoscere a turisti e romani l'arte dell'intera città, dentro e fuori dai musei, con bus turistici a due piani che vedremo anche a Tor Bella Monaca o a Ostia”.

Roma è Roma, e forse sarebbe anche ora che l’assessore Marinelli si rendesse conto che non vi è alcun bisogno di regalare alla città “un nuovo museo pubblico, volitivo e diffuso, in continua trasformazione” in quanto il “museo diffuso” è la città stessa che esiste e resiste da millenni, ed è già “pubblica”. Perché non promuovere invece luoghi già esistenti ma poco conosciuti e visitati dai turisti, come, tanto per fare un semplice, banale esempio, il Quartiere Coppedè, oppure le architetture ideate da Brasini e molti altri luoghi d’età contemporanea edificati tra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del secolo successivo? No, quelli no, non sono “attuali”, odorano di passatismo e forse anche di “Fascismo”.

Vorrei sapere infatti quanti di Destra sanno chi fosse Armando Brasini, tanto per fare un nome. Infatti sono gli stessi – politici – che di fronte a quest’ennesima sconcezza tacciono, non soltanto in quanto non colti in materie artistiche e culturali non diversamente dai loro colleghi sinistri, ma sempre perché troppo impegnati ad accordarsi per cercare di mantenere una presenza partitica.

Il capolavoro dell’amministrazione capitolina poi è espresso in questa frase:

“Ora Roma può confrontarsi con città come Londra, Parigi e San Paolo, che da anni hanno la loro mappa della street art”.

No, assessore no, me lo lasci pur dire. Forse dovrebbe comprendere che Roma non ha bisogno di confrontarsi con altre città, perché è unica, assoluta, irripetibile e per quanto ci si mettano d’impegno le amministrazioni d’ogni genere che si susseguono da decenni, anche imperitura, perché Roma non ha confronti, mai.

Fonte: http://roma.repubblica.it/cronaca/2015/04/26/news/la_guida_della_street_art_a_roma-112917934/

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