Spigolando dai giornali

Renzi il premier che vuole solo consenso incondizionato, trascura le vittime delle disgrazie e gli aquilani abbandonati

di Vincenzo Pacifici

Renzi il premier che vuole solo consenso incondizionato, trascura le vittime delle disgrazie e gli aquilani abbandonati

Due articoli interessanti su cui intrattenersi sono apparsi tra la Pasqua di Resurrezione ed il martedì postfestivo. 

  Il primo è quello di Giampaolo Pansa, in cui confessa di essere stanco di occuparsi di Renzi e non è il solo, perché siamo in tanti, tantissimi ad essere infastiditi ed annoiati. Secondo l’editorialista piemontese “il viso da bamboccio non deve trarre in inganno. Non siamo di fronte ad un piacione, tutt’altro. Bensì ad un premier duro, cattivo, arrogante, vendicativo, una vera carogna. Non ha per niente lo spirito generoso del boy scout, sodalizio nel quale giura di essere vissuto. Non sopporta di essere contraddetto e meno che mai combattuto, come accade in tutte le democrazie. Foderato di un’autostima d’acciaio, disprezza chi non è d’accordo con lui”. E’ tutto esatto, è tutto vero ma manca nel giudizio l’osservazione che si tratta di un bambinone, di per sé prepotente ed arrogante, carico di “un’autostima d’acciaio”, ma frutto e risultato di una lunga preparazione in qualche “officina” della Toscana, collegata con la grande finanza, con la grande industria, con le banche ed i centri di potere occulti ma potenti e prepotenti da sempre nella nostra Italia. Pansa nota anche che “Renzi è il primo capo di un governo in teoria liberale che insulta quanti non si inchinano al suo passaggio. Li chiama gufi, rosiconi, menagramo, sabotatori, nemici dell’Italia”. Avessero parlato in questi termini Berlusconi ed il povero Letta, troppo educato, sarebbe venuto giù il mondo. 

  Il trionfo di Renzi, attorno al quale finalmente e grazie a Dio cominciano ad addensarsi le nubi del malcontento, nasce ed è consentito da un fallimento, quello “della classe dirigente italiana, quella politica, economica e culturale ha generato il piccolo mostro”. Pansa conclude la lunga disamina, ricordando ed augurando a se stesso ed a noi tutti che “Renzi deve stare attento, Aldo Moro un giorno disse “Temete l’ira dei calmi”. Quando il Super Premier inciamperà in qualche ostacolo, i tanti che si vogliono vendicare lo sbraneranno. Quanto all’uovo pasquale di Matteo contiene una sola sorpresa: il nulla. Dove può accadere di tutto”.

  Del resto Pansa si è dimenticato di denunziare l’inesistenza avvilente e  disarmante dell’opposizione, falsa con FI, folcloristica con la Lega ed inutile e solo chiassosa con il M5S. 

  Che le critiche comincino ad essere crescenti, lo dimostrano le polemiche nate in occasione dell’anniversario del terremoto de L’Aquila e gli sberleffi tributati al sedicente “premier” , che ha sparato, come suo costume, cifre nell’ordine di miliardi di euro. Gian Antonio Stella non ha potuto fare a meno di riconoscere le “reazioni freddine” all’annunzio, dal momento gli aquilani non dimenticano “come in più di un anno il premier, nel suo vortice di viaggi e incontri e vertici qua e là (compreso il raduno scout a San Rossore) non sia riuscito a trovare il tempo per venire nella città distrutta dal sisma e farsi un’idea di come ancora oggi il centro storico agonizzi. Nonostante la visita sia stata per imminente, dicono gli archivi, mese dopo mese”.

  Stella chiude amaramente ma realisticamente che “oggi, spenti i riflettori che si riaccendono solo di tanto in tanto ed accumulato sei anni di fatiche, pare che il Grande Sforzo Nazionale per ricostruire L'Aquila sia passato un po’ in secondo piano, Come se fossero altre, oggi, le priorità. E gli aquilani, tra le macerie qua e là ancora da portare via, si sentono ogni giorno un po’ più orfani”, specie se a guidare l’Italia sono individui, guidati solo dal desiderio del potere per sé e soprattutto per gli amici ed i consiglieri. 

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