Lucida follia

Il copilota della Germanwings aveva studiato in internet un piano micidiale per suicidarsi

Trovata la seconda scatola nera dell’aereo A320 schiantatosi sulle Alpi

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Il copilota della Germanwings aveva studiato in internet un piano micidiale per suicidarsi

Dolore e disperazione all'aeroporto di Dusseldorf

Il comunicato emesso ieri dai vertici del tribunale di Düsseldorf, responsabili delle indagini per determinare le cause che hanno portato alla tragedia aere dell'A320 della Germanwings, è stato breve e succinto, ma ha, d’altro canto, confermato il sospetto che il copilota Andrea Lubitz , abbia deliberatamente schiantato il velivolo per porre fine alla sua vita (e uccidere altre 149 persone) in modo brutale e folle. La notte prima della tragedia, Lubitz ha utilizzato un tablet per la ricerca in Internet delle varie forme di suicidio e modalità di attuazione. Ha inoltre chiesto dettagli sulla porta della cabina di pilotaggio.

La dichiarazione della pubblica accusa dimostra che nel corso dell’analisi dell’incidente, gli agenti di polizia hanno scoperto nell’abitazione del copilota il tablet su cui niente era stato cancellato dal suo possessore.

Secondo l'agenzia investigativa, il nome dell’utente, la corrispondenza personale e la cronologia dell’incidente hanno portato alla conclusione certa che quel portatile era stato usato da Andrea Lubitz.

L'esame del dispositivo elettronico ha rivelato dettagli alquanto macabri. Tra il 16 e il 23 marzo, Andreas Lubitz si è dedicato a vagliare internet in merito ai vari trattamenti medici, informazioni che potessero aiutarlo a suicidarsi.

E, in aggiunta, “Almeno per un giorno, si è interessato per diversi minuti a cercare notizie sulla porta della cabina e i suoi meccanismi di sicurezza," ha detto il PM.

Questi dati abbondano anche sulle scrivanie della procura francese due giorni dopo la tragedia, dopo aver valutato le registrazioni della prima delle scatole nere, che indicava il copilota come colui che si era chiuso dentro la cabina, impedendo al comandante di entrare.

Sempre ieri gli investigatori francesi hanno annunciato il recupero della seconda scatola nera, che registra i dati di volo, come la posizione, la velocità e la traiettoria, e se sia stato inserito il pilota automatico e le azioni dei membri dell'equipaggio. 

Detta scatola nera è stata ritrovata in una zona già perlustrata in diverse occasioni. Ma, in quei frangenti, era stata sepolta dagli elementi atmosferici, ed “il segnale di localizzazione che porta incorporato si attiva solo sott’acqua”, come ha spiegato il pubblico ministero di Marsiglia, Brice Robin.

E’ stato un gendarme, che nello scavare ha rinvenuto il congegno, dopo nove giorni di ricerche. 

La scatola ha un aspetto annerito, probabilmente è bruciata, ma la sua “condizione dà ragionevoli aspettative che i dati possano ancora essere analizzati” ha precisato Robin. 

Stasera dovrebbe essere consegnata a Roissy all'Ufficio di ricerca e analisi (BEA) incaricato dell'inchiesta tecnica dell'incidente.

Il risultato delle investigazioni che ha iniziato la procura di Düsseldorf ha rivelato fino ad ora che Andreas Lubitz aveva interrotto nel 2009 la sua formazione come pilota alla scuola di Lufthansa a Brema, a causa di una depressione.

E’ stato inoltre rivelato che il copilota aveva ricevuto, prima di ottenere la sua licenza di pilota, un trattamento psicoterapeutico per “tendenze suicide” e che Lubitz, il giorno della tragedia, aveva in casa una prescrizione medica ritrovata però a pezzi.

Lufthansa ha ammesso solo mercoledì che il copilota informò, nel 2009, la scuola della compagnia di aver sofferto di un “episodio previo di depressione grave.”

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