Spigolando dai giornali

Centrodestra e dissolvenza cronica. Renzi in politica sino a 100anni?

di Vincenzo Pacifici

Centrodestra e dissolvenza cronica. Renzi in politica sino a 100anni?

Una doverosa e necessaria puntualizzazione è necessaria dopo il “fondo” di Gian Marco Chiocci, “E a destra nessuno si muove”. Il direttore de “Il Tempo” inizia, parlando di centrodestra in stato di “dissolvenza cronica”, com’è dimostrato “oltre ogni evidenza” dalla “tiepida reazione dell’opposizione all’incredibile intervista rilasciata dal premier a Repubblica”, in cui è stato teorizzato uno stato giuridico diverso tra Lupi ed i 5 sottosegretari sottoposti ad indagini. L’osservazione è sol parzialmente condivisibile e pure vale per l’area di FI, dal momento che nella ristrettezza dei loro mezzi e nel miserrimo spazio concesso sui “media”, sia la Meloni sia Storace hanno denunziato i  toni al solito spocchiosi e le affermazioni, a dire poco di fanta-diritto, del dott. Renzi. Chiocci, dopo avergli immeritatamente riconosciuto “innegabili doti politiche”, mette in risalto che “non può prendere gli italiani per i fondelli: Può fare il traditore e sorriderne. Può giocare coi tweet sull’economia in ripresa. Può vantarsi della guerra (sic!) alle toghe. Può fare e disfare su quel che gli pare ma non può esagerare e dire che occorre essere garantisti con i sottosegretari indagati (amici suoi) quand’invece manda al patibolo ministri e sottosegretari  non indagati (che amici suoi non sono)”. Ora l’appoggio, a modesto avviso di chi scrive, addirittura immeritato a Lupi, è venuto da destra, ma la destra non possiede né reti televisive, di cui una, Canale 5, scopertamente filorenziana, né quotidiani di ampia diffusione, a corrente alternata e non sistematica, polemici nei riguardi dell’esecutivo.  La conclusione è la parte più interessante e quella che attira la più ampia critica, Chiocci, infatti, lamenta che “fino a quando saranno esclusivamente i giornalisti a denunciare certi abusi, Renzi camperà cent’anni. Morto Alfano [quando è stato mai vivo, operativo e fattivo per il centrodestra?], moribondo Berlusconi [principale ed unico responsabile della situazione], deceduti sul nascere [o fatti morire da qualche personaggio sopracitato?] altri aspiranti leader, l’unico a fare un po’ di opposizione a Renzi, è l’altro Matteo, Salvini. Che se non penserà meno alla tv e più alla raccolta e all’organizzazione di un consenso che preme copioso da Roma in giù, andrà a sbattere insieme ai tanti moderati che, a malincuore, turandosi il naso, s’erano pure convinti a votare per lui”.  

   Ora l’errore sostanziale e la contraddizione più acuta con il titolo sono fondati sul fatto che la destra e Salvini o la Lega, che dir si voglia, appartengono a due mondi diversi, hanno mentalità diverse e radici addirittura ed innegabilmente antitetiche. Può esserci una situazione di convergenza, una momentanea e circoscritta intesa, ma la linea e la politica della Destra non possono che essere accurate, misurate, articolate, sensate, non urlate, non muscolari, non banali e tanto meno portatrici di proposte utopistiche, come l’idea dei mille euro ad ogni pensionato, libera da vincoli di età e con contribuzione fissa . Sono caratteristiche al movimento egemonizzato da Salvini estranee per non dire antitetiche.

   Non appartiene alla destra la velenosa polemica scatenata dalla Mussolini nei riguardi della De Girolamo, cui hanno partecipato figure di riguardo del raggruppamento di Berlusconi con l’inserimento gratuito e inutile della Meloni.

   Ma a proposito della destra, il copione nei decenni non accenna a mutamenti: mentre a sinistra sono tutti innocenti, bravi, immacolati e campioni insuperabili di onestà e di limpidezza, dalla parte opposta al minimo accenno di un’iniziativa promettente, di un passo foriero di novità (vedi il caso di Isabella Rauti e il suo convegno di sabato prossimo) scatta il (presunto) scandalo.

   Per una volta i sindacati l’hanno vista nella giusta maniera. Le tre sigle sindacali hanno giudicato “impressionante il silenzio del governo” sulla scalata dei cinesi al colosso industriale storico italiano, la Pirelli, fondato nel 1872, espresso preoccupazione sulla sempre più probabile trasformazione dell’Italia in un “discount” e riprovato il governo “privo di politiche industriali”. 

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 23/03/2015 23:31:16

    Grazie, prof. Pacifici, per questo articolo, come al solito, che fotografa la situazione politica italiana, con l'area di centrodestra sempre più in affanno e in stato confusionale. E' chiaro che la stampa di centrodestra, con l'eccezione de "Il Tempo" diretto, con bravura da Chiocci, giornale che dove abito, in Lombardia, non arriva, dovrebbe rimproverarsi molto per la sponsorizzazione di Renzi, sull'onda delle simpatie berlusconiane e non nei suoi riguardi. I politici di area di centrodestra ormai hanno perso il contatto con la gente e, spesso, esprimono considerazioni che non si richiamano ai valori e alle idee di quest'area. C'è da sperare che al più presto cambi qualcosa, perché altrimenti le prospettive non saranno davvero positive. Il caso Lupi è la dimostrazione di come Renzi sia ,molto scorretto nei suoi comportamenti.

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