SPigolando nei giornali

Le riforme proposte e quelle minacciate: Rai e scuola o il trionfo dell'incompletezza

di Vincenzo Pacifici

Le riforme proposte e quelle minacciate: Rai e scuola o il trionfo dell'incompletezza

Invece di occuparsi e preoccuparsi fattivamente dello svuotamento delle chiese, dell’indifferentismo dilagante, della crisi drammatica ed inarrestabile dei matrimoni e di altre misure in itinere contrarie agli insegnamenti religiosi (magari pre papa Francesco) come il divorzio breve o le unioni civili o dannose per gli interessi delle organizzazioni cattoliche, la riforma delle banche di credito popolare e il sostegno agli istituti di istruzione, i vescovi non trovano nulla di meglio che “mettere becco” sull’assoluzione definitiva di Berlusconi, dal quale, negli anni della presidenza di palazzo Chigi, avevano ricevuto benefici e favori innegabili.  

  Intanto prima Galli della Loggia poi Ostellino hanno espresso opinioni su cui il centrodestra, invece di perdere ulteriore tempo sulle beghe giudiziarie di Berlusconi, dovrebbe riflettere ed agire. Il primo sulla riforma della scuola, avviata sui binari logici e per una volta democratici del disegno di legge, ha osservato che “prima di tutto e soprattutto i soldi [non distribuiti a pioggia] e le assunzioni, ma poi per il resto il solito chiudere gli occhi di fronte alla realtà , i soliti miraggi illusori per cui tutto è compatibile con tutto, per cui l’”autonomia” [divenuta sinonimo di caos e di anarchia] degli istituti invece di essere quella catastrofe che si è rivelata viene ancora creduta la panacea universale, la solita melassa di frasi fatte e mai verificate”.Ostellino su “Il Giornale”, che solo grazie al nuovo corso del foglio della famiglia Berlusconi gli consente di scrivere parole sensate e mirate a carico del malgovernorenziano, ha denunziato che la famosa frase del Granduca “la sovranità appartiene al popolo e sarà il popolo a decidere se la nostra riforma va bene o no” “non è tanto preoccupante per la sua tracotante minaccia nei confronti degli eventuali oppositori parlamentari quanto perché rivelatrice di una demagogica insofferenza per il funzionamento della nostra democrazia e per la conseguente propensione a fare a meno del Parlamento, scavandolo e rivolgendosi direttamente ad una fantomatica sovranità popolare che, privata dei propri rappresentanti, finirebbe per essere svuotata della sua stessa capacità di governare”. Ha dettato un’altra frase, che  per i difetti ed i vuoti, possiamo ritenere adatta anche per  il suo preteso e presunto antagonista: “SeRenzi avesse uno straccio di cultura politica, avesse letto la Costituzione, sulla quale ha pur giurato, sapesse che cosa è  e come funziona la democrazia moderna, no si sarebbe avventurato in un’affermazione che ne rivela non solo l’autoritarismo, ma anche una buona dose di ignoranza”.

  L’articolo di Giacalone con il titolo “La riforma della scuola è contro gli studenti. Maxi – infornata di 100 mila precari, restano gli scatti di anzianità, nessuna valutazione dei docenti e finti poteri ai presidi. Invece di premiare il merito e la competizione tra istituti il governo ha preferito la consueta moltiplicazione delle cattedre>> sembra franco ed informato. Siano consentite tre obiezioni: non è condannata l’estensione della colonizzazione della scuola italiana con l’inglese, viene immotivatamente considerato “giusto” l’anacronistico sgravio fiscale per gli allievi delle scuole private e viene ripreso il trito, veramente “fesso e mendace”, attacco al valore legale del titolo di studio, che, realizzato, porterebbe alla definitiva umiliazione della scuola.

   Il dott. Renzi poi ha confermato che “si papperà la Rai”. Nel Consiglio dei Ministri si è discusso della strategia di occupazione di viale Mazzini: “Ad scelto dal governo ecda dal Parlamento Canali tematici, uno senza pubblicità”. Vogliamo scommettere da chi, più di oggi, sarà egemonizzato il terzo canale culturale?

   Assorbito dalla “soluzione” dei problemi della scuola e della Rai,  il “presidente del Consiglio”, imbattibile campione di ciarle, con la prode Mogherini e con il responsabile degli Esteri Gentiloni si è dimenticato totalmente di commentare l’ennesima turlupinatura degli indiani, che hanno rinviato l’analisi della vicenda dei marò.

  A destra qualcosa si muove con il convegno organizzato dalla fondazione guidata da Isabella Rauti: è stato reso noto il programma, in cui si notano un accentuato reducismo, l’assenza degli intellettuali, fatta eccezione per Malgieri e Veneziani, e la mancanza di esponenti qualificati di FdI (Totaro è in odore di eresia). 

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