Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
La copertina del libro
Melbookstore, 11 Febbraio: in una tra le più frequentate librerie fiorentine situata nella zona limitrofa a Santa Maria del Fiore, è stato presentato l’ultimo attesissimo romanzo storico firmato Giulio Leoni, La sindone del diavolo (Nord, 14,90€). Un vero e proprio thriller storico che vede un Dante detective, filosofo e poeta che si muove e indaga su efferati e diabolici delitti consumati tra calli e canali di Venezia. Dopo l’uscita del libro, avvenuta il 23 ottobre dello scorso anno, Giulio Leoni, per la gioia dei fiorentini, approda a presentare il suo ultimo romanzo proprio nella città natale di Dante Aligheri.
Di conseguenza la libreria, come non poteva essere altrimenti, è stata gremita e saturata da fiorentini D.O.C. che entusiasti hanno ascoltato quasi incantati l’introduzione di Laerte Failli, la presentazione e le dichiarazioni del Prof. Domenico del Nero, giornalista e saggista e dello stesso Giulio Leoni. Presto quella che dovrebbe essere l’unidirezionalità di una presentazione, ovvero la presentazione ad un pubblico, si è trasformata in un vero e proprio dialogo tra studenti, appassionati di romanzi e amanti di Dante con Giulio Leoni, che lusingato e entusiasta ha risposto in modo puntuale a ogni singola domanda.
Le più disparate curiosità gli sono state poste, persino quella se lui si fosse divertito o meno nel comporre il romanzo, e la sua risposta è stata: Si, moltissimo, non riuscirei mai a scrivere un romanzo che non mi piace scrivere e i lettori non si appassionerebbero mai ad un romanzo a cui il romanziere per primo non crede. Inoltre, ha ammesso che la più significativa delle domande che gli siano mai state poste è stata quella di una studentessa universitaria che a Roma gli si avvicino e gli chiese se Dante avesse mai davvero indagato e lui, a tal proposito, rispose che se aveva davvero fatto credere al lettore tutto ciò allora era riuscito nel suo compito di romanziere.
Durante la conferenza con molta umiltà si è dichiarato uno che non si può definire dantista, ma solo uno appassionato di Dante, anche se molti fiorentini usciti a bocca aperta dalla libreria sarebbero d’accordo con il concedergli il titolo ad honorem, poiché è uno degli scrittori italiani di gialli storici e di narrativa del mistero più conosciuti all’estero, grazie anche alla fortunata serie di romanzi dedicati alle avventure investigative di Dante Alighieri, che è stata tradotta in tutti i maggiori Paesi del mondo.
Rivela, inoltre, di essere un appassionato di illusionismo ed esoterismo, elementi che trasporta spesso nei suoi romanzi, dove anche le trame più imprevedibili e sorprendenti si sviluppano su uno sfondo storico ricostruito con grande precisione, e in cui personaggi reali e finzione narrativa s’intrecciano, dando vita a un teatro delle ombre enigmatico e affascinante. In accordo con i molti giovani che erano lì ad ascoltare le intriganti avventure dantesche e che si cimenteranno nella lettura di queste, Giorgio Faletti commenta cosi «Questo è il Dante che avrei voluto studiare.»
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