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Nel vuoto di potere il parlamento continua a legiferare (si fa per dire), continua il caos nel centrodestra

di Vincenzo Pacifici

Nel vuoto di potere il parlamento continua a legiferare (si fa per dire), continua il caos nel centrodestra

Antonio Baldassarre

Assurdo, incredibile, intollerabile, inammissibile? Vogliamo aggiungere ulteriori aggettivi qualificativi della situazione politica, dopo le dimissioni di Napolitano ed in presenza di un presidente della Repubblica supplente?

Le opposizioni (FdI, Sel e Lega) hanno opportunamente denunziato appunto l’assurdità, l’incredibilità, l’intollerabilità e l’inammissibilità di un Parlamento, che continua, per ordine del venditore di pignatte e del suo sodale (FI si è ben guardata dall’esprimere riserve), ad esaminare le riforme costituzionale in agenda, come se nulla fosse accaduto e tutto scorresse nella normalità. Qualcuno o qualcuna con faccia indecorosa, per tacere di altre definizioni più crude e più veritiere, si è permesso di rispolverare la sovranità, l’intangibilità, la sacralità del Parlamento, riscoperte dopo il comportamento irriguardoso ed irridente tenuto per circa un anno con l’abuso dei voti di fiducia e con lo spropositato ricorso ai decreti delegati.

Mentre non stupisce l’atteggiamento dei telegiornali di casa Berlusconi, che si sono “dimenticati” di segnalare la presenza anche di FdI tra i gruppi parlamentari, fautori di una sospensione dei “lavori”, di fronte al vuoto al Quirinale, merita di essere segnalato l’intervento di Rampelli, che, dopo la colossale topica compiuta con la proposta di una costituzionalizzazione dei dialetti (in Italia esistono tanti dialetti e tanti Comuni, l’esempio è recato dall’area tiburtino- sublacense, in cui io sono nato e il parlamentare opera da decenni !), recupera – e speriamo non perda presto con qualche strampalata iniziativa – credito e credibilità. 

Il foglio del presidente del Milan ha giustificato la propria posizione ibrida ed inciucista, “forte” dei pareri espressi da Antonio Baldassarre, già presidente della Corte costituzionale e già presidente del consiglio di amministrazione della Rai, su nomina del governo Berlusconi, da Enzo Cheli, noto giurista di sinistra e giudice della Suprema Corte e da Augusto Barbera, già cattedratico, dal 1976 al 1994 deputato prima del PCI e poi del PDS. Queste voci avrebbero mai esprimere un parere di condanna o appena critico della linea decisa dai due “Cesari”?

Antonio Polito si è preoccupato di difendere Napolitano dagli attacchi dei quotidiani di area berlusconiana ed ha ricordato fatti e passaggi, volti a dimostrare l’attendibilità e l’equità  mostrate dal neo senatore a vita. Ha concluso esprimendo l’avviso che “tutte queste scelte, peraltro pubblicamente motivate, ovviamente suscettibili di critiche, ma certo non per essere state di pregiudizio al centrodestra. I cui problemi politici di oggi hanno ben altre spiegazioni e radici” ma – aggiungiamo in tanti - un unico responsabile, il “padre padrone e signore, indiscusso ed indiscutibile”.

Un commento al commento fatto da alcuni settori di destra alla liberazione  delle due cooperanti italiane, di cui non vale la pena ricordare né il nome né il cognome, per cui lo Stato, cioè noi cittadini, ha speso ben 12 milioni: inutilmente entusiastico, mentre sui nostri Latorre e Girone viviamo nel dubbio e nella preoccupazione e qualcuno si entusiasma perché la Mogherini si è accorta con gli euroburocrati della vicenda. Non può essere trascurata l’ultima barzelletta di Berlusconi, che crede di essere chiamato dal suo amico Pippo Spacca ad una successione concordata di Napolitano, “Basta presidenti di sinistra”. 

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