Editoriale

Smettiamola di sparare sugli statali, sono i privati a esibire il maggior numero di certificati!

Un tempo avevano dei privilegi che dovevano compensare gli stipendi più bassi erogati dalla PSA ora non solo hanno tolto i privilegii,ma anche ridotto i già magri stipendi

Vincenzo Pacifici

di Vincenzo Pacifici

Professore ordinario di Storia Contemporanea Roma La Sapiena

on buona pace del direttore de “Il Giornale” e dei suoi dipendenti, e alla faccia delle statistiche, per una volta discutibili, dell’Istat, immediatamente riprese dai telegiornali berlusconiani, il Centro sudi della Federazione medici di medicina generale e la CGIA di Mestre hanno presentato dati precisi ed inequivocabili, che sbugiardano l’isterico attacco portato agli statali, che da 6 anni, tra l’altro, subiscono il blocco degli stipendi.

Secondo la prima fonte informativa i medici di famiglia firmano annualmente 6 milioni di certificati con prognosi inferiore ai 3 giorni. Di questi 2.766.000 sono per i dipendenti privati e 1.747.000 per quelli della P.A.. Secondo la seconda, nel 2012, ultimo anno di disponibilità dei dati, i giorni di malattia medi registrati per il pubblico impiego sono 16,72 (2,62  a testa) mentre nell’altro settore le assenze di malattia raggiungono i 18,11  (2,08 per lavoratore). 1 dipendente su 3 poi si ammala il lunedì.

Due notizie, che non riguardano e non toccano certi “unti del Signore”, che, dopo aver passato le vacanze estive in lussuosi hotels della costa tirrenica, trascorrono quelle invernali nelle caserme statali in una località secondaria delle Alpi, ove si convoca a rapporto il nuovo gregario, presidente dell’INPS, per orchestrare altre strepitose … novità, sono quella diramata dalla Federalberghi, che prevede per l’Epifania una flessione del 13,1% rispetto al 2014 e quella dell’assalto agli outlet per i saldi con una affluenza che non si vedeva dal 2007.

A proposito del “signorotto” di palazzo Chigi, colto “con le dita nella marmellata” dell’aereo demaniale sfruttato per trasferire la famiglia da Firenze ad Aosta e giustificatosi al solito in modo arrogante con i “motivi di sicurezza”, non è possibile non rilevare che sarà solo lui nell’orbe terracqueo a non avere mai visto fotografie dei sovrani scandinavi o belgi o olandesi o capi di governo passeggiare tranquillamente a piedi o in bicicletta nelle proprie città o nei luoghi di villeggiatura.

 “Libero” pubblica questa notizia: “Mossa a sorpresa. Arriva la legge per ricandidare Silvio. Il governo ha condonato evasione fiscale e frode: è una grazia mascherata che permetterà al Cav di tornare in campo”. Ecco spiegato ai tanti lettori dello stesso “Libero” e del “Giornale” e a qualcuno de “Il Tempo” la ragione per cui “Silvio”, oltre ad interessarsi, censurandola, la lunghezza della barba di un neocalciatore del Milan, non abbia escluso un altro pd al Colle, con la puntualizzazione finalmente fatta ”Speriamo solo che il premier non ci freghi”. Gli stessi lettori, confortati dalle polemiche alla camomilla e sorretti dagli attestati di stima al ragazzotto dei vari Granzotto o Cervi per non parlare di Sallusti e, a corrente alternata, di Feltri, stiano quindi tranquilli che il presidente del Milan non imbraccerà il kalashnikov …… giocattolo, preso a prestito da qualche nipotino.

Berlusconi è stato felicemente, anche se parzialmente, rintuzzato dalla Meloni, la quale ha escluso l’appoggio del FdI ad un candidato al Quirinale di area PPE, a seguito degli accordi ricercati tra i leaders del centrodestra. Il plauso alla posizione assunta dalla presidente di FdI è ridotto dall’idea assolutamente irrealistica sostenuta di determinare non solo con la Lega ma anche con i Cinque Stelle e persino con l’ala critica del Pd un nome di una figura eurocritica.

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