La giornata politica di Vincenzo Pacifici

Contro la corruzione una finta riforma che allungherà i processi

di Vincenzo Pacifici

Contro la corruzione una finta riforma che allungherà i processi

La solita, tradizionale e inguaribile demagogia “rossa” o più esattamente, perché peggiore, “cattocomunista”, è tornata a riemergere in occasione delle misure penali assunte o meglio proclamate contro l’incredibile quanto profondo e vetusto scandalo romano.

Anche se ha confinato, diplomaticamente, la notizia solo in V pagina, per una volta, rara occasione, occorre convenire con “Il Giornale”, che ha titolato: “Corruzioni, pene più severe ma la maggioranza si spacca: Finta rivoluzione: niente decreto, sarà un ddl. Renzi: “se serve metto la fiducia”. Ncd sulle barricate contro la nuova prescrizione”. Notato l’ennesimo bluff dell’occupante di palazzo Chigi sulla fiducia, che annunzia possibile, dimenticando quanto per la sua maggioranza sia strumento naturale, diciamo subito che la “rivoluzione”, più che finta, appare falsa, dal momento che mai come in questo caso doveva essere varato un decreto e non un lento, pachidermico disegno di legge con i minimi e i massimi di pena innalzati, sottoposto però ai tempi di un Parlamento affollato di provvedimenti stagnanti e aggravato da mille discussioni. E’ stata scelta invece la via lunga, fatta solo per stupire e affascinare i benpensanti, ma costellata da misure opinabili o addirittura giuridicamente inconsistenti. Perché sono stati inutilmente dilatati i tempi della prescrizione, così da rendere i processi autenticamente eterni? Perché il ministro della “Giustizia”, il prode Orlando, ha sproloquiato sull’ “aggressione ai patrimoni”, come se “lor signori (Buzzi e compagnia) non avessero già a disposizione eserciti di “teste di legno” e di “confisca dei beni degli eredi”, come non sapesse che la responsabilità penale è strettamente personale?.

Il foglio di proprietà della famiglia Berlusconi piazza nella pagina di apertura, per l’immancabile plauso all’assennatezza ed al fiuto politico del “puffo”, la nota dal titolo: “Resa dei conti tra i dem. Renzi svela le spese pazze della Ditta. Il premier va all’attacco della minoranza e tira fuori la contabilità della vecchia guardia”. Il quotidiano dimentica che si tratta di una lotta fratricida e ben più avrebbe interessato – se il giornale appartenesse sul serio all’opposizione e non fosse tra i cooperanti – i lettori e gli italiani conoscere il cumulo dei problemi sociali, economici e finanziari aperti o accresciuti e principalmente irrisolti nei 10 mesi di impero da parte del boy scout e dei suoi amici. Qualche esempio: sulla corruzione nelle pagine de “Il Giornale” si parla del Mose a Venezia e dell’Expo a Milano, sulle municipalizzate, da sempre egemonizzate dalla sinistra, di “appalti senza gara e trucchi”. Il bello viene in campo fiscale, in cui si riconosce che la Spagna, tre anni fa al collasso, oggi – a differenza dell’Italia, in cui spadroneggia  “Pippo Spacca” sotto la guida di Padoan – “taglia le tasse per crescere oltre il 2%.

   Agli errori sulla politica estera, compiuti da due superdilettanti come la Mogherini e lo “statista” in 10 mesi e ribaditi con il viaggio compiuto in questi giorni in Turchia, è dedicato un intelligente articolo di Gian Micalessin. Sorge spontanea un’altra domanda: perché dei 2 marò non si parla più?

    Uno sguardo sintetico sulle prospettive per il Campidoglio, sul quale sembra in costruzione un “asse” tra FI e NCD e addirittura la candidatura di Marchini, sostenuto da Cicchitto e “secondo fonti attendibili” disponibile anche “per una candidatura con il centrosinistra”. Quale futuro oscuro e – si consenta – squallido attende Roma.

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.