Editoriale

Cinque NO e un presepe

Riflessione telegrafica su Salvini e Meloni, nonché sulla vicenda della scuola di Bergamo

Vincenzo Pacifici

di Vincenzo Pacifici

Professore ordinario di Storia Contemporanea Roma La Sapiena

anto sono incredulo da non riuscire che ad essere telegrafico. 4 no, anzi 5 no all’ipotesi di un connubio tra la Lega e Fratelli d’Italia, soprattutto dopo le parole insignificanti e generiche ma sintomo di una mentalità fanatica e non poco presuntuosa, pronunziate dal leader “desnudo”: “la Meloni ha la faccia pulita”. Se però se si votasse domani, “andremmo da soli perché sui grandi temi il centrodestra oggi non c’è”.

1)   No, perché illogico;

2)   No, perché contraddittorio;

3)   No, perché innaturale;

4)   No, perché antistorico

5)   No, perché l’ ha sostenuto Buttafuoco, un profeta da sempre improduttivo.

Una parola sulla questione dell’iniziativa di un dirigente scolastico, che in una città del Nord ha deciso di proibire il Presepe. Il primo a ribellarsi, dopo aver fiutato l’aria, è stato il superpresenzialista Matteo (il nome è divenuto sinonimo di esibizionismo) Salvini, seguito da altri esponenti di destra e di sinistra, tanto da indurre “Il Tempo” a titolare in X pagina: “E l’Italia scopre il presepe bipartisan”.

   La salvaguardia e la conservazione del simbolo non deve essere legato, secondo quanto pare di capire, alla necessità di continuare una mera tradizione, seguendo l’esempio dei padri, dei nonni e di tanti avi, ma al significato profondo, vero e intangibile, quale segno ed atto di fede da parte di donne e di uomini, che vivono cristianamente nella famiglia e proiettano questo patrimonio morale nella società e nella vita di relazione.

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.