La giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

Renzi cala nei consensi, ma cerca di prendersi i transfughi 5Stelle. Berlusconi pensa solo a se stesso

di Vincenzo Pacifici

Renzi cala nei consensi, ma cerca di prendersi i transfughi 5Stelle. Berlusconi pensa solo a se stesso

Non poteva essere altrimenti. Come era facilmente prevedibile e come riporta il foglio di proprietà della famiglia Berlusconi “Altro che trattativa. Sul Quirinale il ricatto di Renzi. Il premier minaccia elezioni anticipate se non si fa come dice lui. Pd nel caos: crollo di voti alle primarie”. Traduciamo: i suggeritori hanno deciso di cambiare i toni ed il bambino, fingendosi contraddetto e di conseguenza irritato, ha lanciato questa sorta di preultimatum

Le tante eminenze grigie italiane e straniere, che operano alle spalle del venditore di pignatte, dettandone i tempi, si sono accorti, come vedremo, quanto il quadro sia poco tranquillizzante e poco promettente, vedendo la creatura nel guado, e hanno imposto tuonasse minacciando le elezioni ed il diluvio. Questo il programma stilato in alto loco e presentato dal boy scout: prima il varo della legge elettorale, poi il tema del Capo dello Stato senza fare oggi nomi, perché sarebbe poco serio.

Ora – come si diceva in apertura – è avvenuto un fatto, i cui sintomi erano nell’aria da mesi. Si registrato lo spappolamento del M5S con la conseguente presenza sul mercato di tanti deputati in cerca di conferme, pronti a rispondere al canto della sirena di “Pippo Spacca”, emancipandolo dall’apporto di Berlusconi.

Non mancano altre notizie tali da dimostrare il calo di consensi e di simpatie dello “statista” toscano. Nelle “primarie” del Veneto i votanti per la designazione del candidato presidente della Regione sono stati 40 mila, una diminuzione dell’affluenza dell’80% rispetto alla consultazione interna dell’anno scorso .

Il più recente sondaggio segnala un arretramento del “premier”, rispetto ad ottobre, di 5 punti percentuali, dal 54% al 49%, una crescita, ugualmente di 5 punti, di Salvini mentre la Meloni è al 28%, Berlusconi al 25%, Alfano al 22%, Vendola al 18% e Grillo al 17%.

Per Pagnoncelli “alcuni provvedimenti [del governo] sono andati a segno” (ci piacerebbe sapere quali), “altri faticano a vedere la luce. Ma le partite aperte sono ancora molte, a partire dalla legge elettorale, e sullo sfondo la situazione economica continua a permanere grave”. Ora sarebbe interessante conoscere dall’esperto sondaggista le ripercussioni sui cittadini in termini economici e sociali … della legge elettorale.

E’ da seguire il pronostico di fondo: “possiamo dire che Renzi sta affrontando un passaggio delicato: le critiche sui provvedimenti di largo impatto da un lato e le difficoltà dell’economia dall’altro stanno erodendo la sua popolarità, ma si tratta di un’erosione che può rientrare. Se chiuderà da vincente i due percorsi principali (Jobs Act e legge elettorale), se come sembra la legge di Stabilità supererà la “tagliola” europea e, soprattutto si avvereranno le previsioni di Confindustria, dopo tanto tempo diventata ottimista, e l’economia segnerà una sia pur piccola ripresa fin dall’inizio del 2015, il ciclo negativo del premier potrebbe cambiare di segno”. Queste di Pagnoncelli sono ipotesi francamente appariscenti ma prive di sostanza, dal momento che le misure dovranno, dopo essere approvate, produrre effetti tangibili per il cittadino e sul cittadino e non restare letta morta e sterile. Scetticismo e perplessità suscita il pronostico formulato dalla Confindustria, che ha riposto speranze sul toscano, come tutti i maggiori imprenditori, che l’hanno “sistemato” sul trono (teniamo sempre a mente le parole di Marchionne).

Un articolo di “Libero”, che riprende indiscrezioni de “La Stampa” – si spera – basato su notizie imprecise o generiche, sarebbe semplicemente obbrobrioso se fosse fondato. Si parla di un Berlusconi, pronto a qualsiasi operazione, pur di “tornare in Parlamento”, pur di “partecipare in maniera attiva a risollevare le sorti del Paese”, pur di “candidarsi e vincere”. L’obiettivo è poter contare su un nuovo Presidente della Repubblica, disposto a rimuovere il divieto di ricandidarsi stabilito nella legge Severino. Si segnala poi che “il Cav. insiste, gli sembra incredibile che Renzi non voglia spendersi a trovare una via d’uscita, al limite cambiando la legge anticorruzione”. Si tratta di una pretesa assurda personale, di un sogno utopistico, che potrebbe avere una realizzazione con un costo gravissimo, non solo e non tanto per FI o per Berlusconi, ma per l’Italia tutta.

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