La giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

Il patto scricchiola e Berlusconi reagisce (o forse no!). Renzi e le cene da 1000€, Fratelli d’Italia, che rispettano la crisi degli italiani, si fermano a 40€

di Vincenzo Pacifici

Il patto scricchiola e Berlusconi reagisce (o forse no!). Renzi e le cene da 1000€, Fratelli d’Italia, che rispettano la crisi degli italiani, si fermano a 40€

“Il patto scricchiola”: il bambino ha pronunziato queste parole, apprese il giorno precedente all’asilo, ed i genitori, i nonni e le zie le hanno subito riprese, in preda ad estasi .

L’elezione dei candidati del PD e dei grillini alla Corte costituzionale e al CSM e la contemporanea bocciatura della designata di FI hanno rappresentato un campanello d’allarme, un avvertimento, tipico di certe zone del nostro paese, lasciano adito ad accordi sulla legge elettorale e sul successore di Napolitano.

Finalmente – ed era finalmente ora - Berlusconi si è svegliato. Secondo una notizia riportata in “Libero”, avrebbe fatto avvertire il compare giovane che “la risposta [sulla legge elettorale] non arriverà. La mia linea è quella di parlare prima con il partito. E se la maggioranza vuole andare avanti sulla legge elettorale o insieme ai grillini, buona fortuna”. Berlusconi avrebbe poi aggiunto “La storia di Napolitano cambia tutto. Adesso non è più centrale la legge elettorale. Adesso devono fare i conti con noi”. Il Cesare di Arcore – ancora una volta  finalmente sembrerebbe propenso a ricompattare il partito, richiamando persino Fitto.  

 Era ampiamente prevedibile che l’intesa del Nazareno non rappresentasse altro che l’ennesimo bluff orchestrato dallo staff di quello che Grillo ha chiamato per mesi “l’ebetino”, volto a bloccare una opposizione costante, puntuale, rigorosa e non, come si è verificato dal sorgere dell’esecutivo del “tifoso viola”, prona, accondiscendente ed ambigua.

Berlusconi si è illuso e si continua ad illudere sulla data delle elezioni. Il 2015 potrebbe essere conveniente al boy scout per 5 ragioni elencate proprio su “Il Giornale”: azzerare la fronda interna, scegliere da solo il dopo Napolitano, lasciare Berlusconi fuori dai giochi, ottenere dalle urne una legittimazione in caso di bocciatura da parte dell’UE per i parametri sforati, sfruttare al meglio l’election day 2015. Bastano?

La vicenda delle dimissioni di Napolitano è destinata veramente a “cambiare le carte in tavola”. Sallusti sostiene di non unirsi “al coro dei ‘rammaricati’ perché “consideriamo Napolitano uno dei peggiori presidenti della Repubblica con una faziosità forse seconda solo a quella di Oscar Luigi Scalfaro”. A modesto avviso di chi scrive, la faziosità era analoga perché i due hanno militato nei partiti deleteri per l’Italia ed entrambi non hanno creato che male, che confusione, che ostacoli al rispetto della volontà popolare. 

A destra, quella vera, non quella farlocca di Berlusconi o quella falsa della Lega, qualcosa finalmente si è mosso prima a Milano e poi a Roma. In un articolo “Giannino della Frattina” (chi sarà costui, avrebbe esclamato don Abbondio) ha contrapposto i due ambienti, il primo quello in cui, a mille euro (offerta minima), si è assistito allo show (due ore) del boy scout ed il secondo, in cui con soli 40 euro, organizzato da La Russa, si sono festeggiate le Forze Armate e si è celebrato il 25° anniversario della caduta del muro di Berlino. Il centrodestra – osserva  della Frattina – si è ritrovato sotto Palazzo Lombardia, sede della Regione, e dunque all’ombra delle istituzioni. “Qui il calore rassicurante di valori che affondano lontano le radici, lì forse la corsa al tavolo del vincitore. Almeno fino al prossimo piazzale Loreto”.  

Ancora su Fitto, che ha manifestato l’avviso che la barca di FI lamenti due falle, una che perde voti a sinistra, verso il puffo, e l’altra a destra verso Salvini. Dopo il positivo incontro di Milano occorre esprimere l’auspicio, speriamo pressante stimolo, perché la vera ed autentica destra torni protagonista e non comprimaria anche agli occhi di cittadini, attualmente e solo attualmente elettori di FI.

Due notizie di carattere economico, che dovrebbero essere diffuse dai giornali di area con grande risalto e non confinate nelle pagine interne o addirittura ignorate. Secondo i dati Istat la produzione industriale a settembre segna un calo del 2,9% su base annua (dato più basso dal settembre 2013) e dello 0,9% rispetto al mese di agosto. Le variazioni negative sia congiunturali che tendenziali coinvolgono tutti i settori. Un altro dato ugualmente preoccupante, da far conoscere ad ennesima dimostrazione dell’insipienza dell’esecutivo al potere, è stato reso noto da Mood’s Global, Macro Outlook. Per l’Italia è prevista per il 2015 una crescita zero, essendo il Pil in espansione tra lo -0,5% ed il + 0,5%.

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