LA giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

Allarme per le pensioni del futuro, ma Renzi sembra non preoccuparsene. Alla ricerca di un leader per il centro-destra

di Vincenzo Pacifici

Allarme per le pensioni del futuro, ma Renzi sembra non preoccuparsene. Alla ricerca di un leader per il centro-destra

Tra lunedì e martedì sono apparse delle notizie, che, oltre a recare prove sulla fallimentare gestione del potere, apprezzata per ragioni fin troppo note solo dal presidente della Confindustria, ne dimostrano la totale inadeguatezza. Il vicedirettore generale della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini ha lanciato l’allarme sul provvedimento del TFR, fatto sbandierare con enfasi assurda dal boy scout. A suo avviso – ed è un avviso senza dubbio autorevole – è “cruciale che sia provvedimento temporaneo, altrimenti i giovani avranno rendimenti pensionistici troppo bassi”.

Nell’audizione sul Ddl di stabilità Signorini ha formulato un giudizio complessivo “non entusiasmante” sulla manovra del governo, per la quale lo stesso esecutivo “ipotizza un modesto effetto espansivo”. Dopo aver formulato condizioni piuttosto precise il vicedirettore centrale ha sottolineato la necessità che “le misure adottate [siano] percepite come un orientamento duraturo di politica economica”. Con questo governo e con questo ”premier” ?

Significative ed eloquenti perplessità – del resto non nuove, ma largamente anticipate – Signorini ha espresso sugli tagli agli enti locali, dal momento che “l’evidenza degli ultimi anni mostra che gli enti decentrati hanno reagito anche aumentando significativamente le entrate”. Problemi potrebbero nascere dal ridimensionamento dell’Irap, che “consente un significativo alleggerimento del costo del lavoro ma comprime i margini di autonomia delle Regioni, per le quali il tributo rappresenta la principale fonte di finanziamento”.

Sulla legge di stabilità (mai nome fu più in contraddizione con la realtà!!) è intervenuta anche la Corte dei Conti, la quale ha invitato (ma sarà seguito e soprattutto compreso dagli sponsors del “tifoso viola”?) “a rendere certa e spedita la direzione verso cui muovere e a cui concorrere” con la politica economica.

La Commissione europea nelle stime economiche autunnali ha previsto che la disoccupazione per i prossimi due anni sia ferma al 12,6%, che il prodotto interno lordo cali dello 0,4% nel 2014 e che il debito italiano passi dall’attuale 312,2% al picco del 133,8% nel 2015. In questi giorni il “premier” ha imparato la parola “complotto”, che certamente userà di fronte a questi dati e a questi giudizi.  

Solo in Italia si può verificare il caso di un raggruppamento politico, bistrattato e discriminato (v. caso della Toscana, dove FI e Lega si sono alleati, dimenticando FdI), che ancora sogni, nonostante l’assoluta inconsistenza storica della formula, la negativa esperienza del passato con il berlusconismo solo e soltanto centro e la destra sfruttata e calpestata, di essere centrodestra, quando occorrerebbe una vera ed unica destra, non chiusa né egoistica ma aperta, priva di rancori e libera da gelosie.

Storace, dopo la negativa esperienza fatta nella scuderia Berlusconi, al solito priva di effetti e di conseguenze utili, ha pubblicato un editoriale di pieno consenso all’iniziativa ( non certo una “Leopolda”)  in programma a Milano per fine settimana, che ha il proposito di ridisegnare la destra, distinta e distante da Berlusconi e da Salvini ed opposta, nella forma più netta ed aperta, al governo della sinistra. Beato Storace, che conclude con un’ affermazione impegnativa: “E so chi deve essere leader di tutti. Deve solo volerlo per davvero”.

Salvini ha espresso il proposito di guidare il centro – destra: quale? Con chi? Con quale programma (quello enunziato pare piuttosto generico e superficiale, sostanzialmente rozzo)?. E’ di fronte a questa prospettiva, non sappiamo quanto realistica, che a destra è indispensabile muoversi. 

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