Dagli anni '50 alla manifestazione di Roma

Metamorfosi della protesta di piazza e il grande paradosso chiamato Matteo Renzi

l primo uomo di sinistra che si batte contro l’operaio e a favore del sistema bancario e dirigenziale, che cerca di annientare con la sua politica bislacca ogni lotta di classe, ogni conquista sociale e ogni tutela lavorativa

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Metamorfosi della protesta di piazza e il grande paradosso chiamato Matteo Renzi

Tra gli anni ‘50 e ‘60, la polizia caricava furiosamente, alcune volte uccidendo, i lavoratori in sciopero durante un corteo o una manifestazione. I ruoli, allora, erano ben chiari a tutti: per il sindacato, soprattutto la CGIL, era violenza perpetrata dal Governo dei padroni, mentre per tutti i comunisti era sempre e solo l'irrimediabile battaglia tra il proletariato e la classe dirigente.

Poi si arriva al G8 di Genova, siamo nel 2001, e quivi la celere fa del suo peggio trasformando l’ ormai celeberrima scuola Diaz in una macelleria disumana con la sinistra -in quel periodo all’opposizione- che darà sue personali spiegazioni affermando che la destra al potere ha finalmente mostrato il suo vero volto nazifascista.

Pochi giorni fa, in pieno Governo Renzi, i lavoratori delle Acciaierie di Terni, sottoposti da tempo a licenziamenti di massa e riunitisi in corteo più che pacifico a Roma, vengono attaccati dai reparti antisommossa della polizia e dispersi come fossero dei sovversivi di piazza e feccia umana da spazzare via con disgusto.

Il paradosso sorge proprio nel momento in cui, per la prima volta dal dopo Guerra, un Governo eletto dalla sinistra spinge allo scontro frontale contro il sindacato sempre di sinistra, tra i consensi, gli applausi e le strizzatine d’occhio della destra.

Ora, non siamo qui a dire che sia stato Renzi a dare l’ordine di attaccare quegli operari, non ci permetteremmo mai; affermiamo solo che lo statista affabulatore fiorentino è ormai giunto al momento del raccolto e, quindi, è inevitabile pensare che adesso stia raccogliendo i frutti di quanto seminato da quando è padrone assoluto dell’Italia.

Il primo uomo di sinistra che si batte contro l’operaio e a favore del sistema bancario e dirigenziale, che cerca di annientare con la sua politica bislacca ogni lotta di classe, ogni conquista sociale e ogni tutela lavorativa.

La sua campagna dissennata per combattere il posto fisso a favore del precariato a basso costo, il disegno intollerante verso gli anziani, e il tutto raccontato nelle viscere della Leopolda, con la sua smobilitante oratoria pregna di mediocre convenzionalità, mentre milioni di esseri umani con redditi da fame si sentono accostati ai gettoni del telefono nell’epoca di Internet, reminiscenze del passato del passato da proporre per rincitrullire la gente.

Hanno attaccato ferocemente la Camusso per avere insinuato che l’ex sindaco di Firenze è arrivato tanto in alto “grazie ai poteri forti e a Marchionne”, ma nello stesso tempo il Premier non fa assolutamente niente per smentirla.

Intanto, per la prima volta, ha sorseggiato un bicchiere amaro, molto amaro: la rabbia della gente. Di quella gente stufa di fare da bersaglio e di sapere che non ha un futuro, mentre altri mangiano a ostriche e caviale.

“Ad essere ingordi spesso si rimane soffocati”… 

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da bea il 31/10/2014 12:25:19

    Bravo Massimo, articolo pungente. Rispondo con le mie parole scarse:Una Sinistra vera e nel senso e con il contesto originale non esiste più. E Renzi non è un "padrone" giusto, è solo catapultato nella posizione, non eletto dal popolo. Ne pensa a volte? Mi dubbio. Lui è - a mio parere - una marionetta e di più la vittima di se stesso nella sua mania di ESSERE padrone, e ci sono padroni buoni e brutti... Vero che. adesso vediamo la raccolta dei frutti. Certo non ha dato l'ordine ma la situazione spaventosa ha l'origine nelle leggi dal suo governo approvate (o non ancora approvate). Sarà capace ascoltare la gente, il popolo, gli operai? Perché non vanno in piazza tutti gli altri che soffrono dei tagli e leggi ingiuste? Se penso alla Sanità, se penso ai piccoli risparmatori, ai pensionati, disabili? Dico SÌ ad uno scioppero generale, e non solo per 8 ore! Cito Michele Ainis sul Espresso: "C'è un motive d'alarme, perché il disprezzo delle regole è la Bibbia delle dittature, non delle democrazie".

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