La giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

Il centro destra risponde alla lettera di Berlusconi, ma nessuno chiarisce niente. Renzi si pavoneggia a Genova

di Vincenzo Pacifici

Il centro destra risponde alla lettera di Berlusconi, ma nessuno chiarisce niente. Renzi si pavoneggia a Genova

La risposta alla lettera di Berlusconi per una riunificazione del centrodestra è a dir poco, con una abbondante dose di diplomazia, deludente. Ha cominciato il vecchio pupillo e delfino in pectore Alfano, dando una indicazione precisa sul proseguimento della collaborazione con la maggioranza PD: mille giorni.

Mille giorni in politica, nella politica fragile e confusa di questi anni, non sono pochi e possono significare molto, anche se il molto sembra essere lontanissimo ed improbabile. Dall’alto della sua poltrona di segretario dell’NCD, sigla che molti a ragione sciolgono come Nuovo centro democristiano, Alfano ha chiarito che entro 1000 giorni dovranno essere compiute la riforma della giustizia e quella del fisco e dovranno essere aumentati il PIL e l’occupazione, così da cambiare l’Italia e le sue istituzioni.  Si tratta, come è evidente, di bazzecole, di quisquilie o, per dirla, con Marziale, di nugae. Alfano può vantare un ricompattamento del partito sulle sue posizioni, schierando al suo fianco noti salvatori della patria, come Schifani, il ciellino Lupi e Quagliariello, od esponenti della coerenza lineare di Augello, della Saltamartini e della Angelilli.

Tra le condizioni avanzate dallo statista siciliano figura l’accantonamento o il ridimensionamento dell’Italicum, che dovrebbe essere invocato – diciamolo una volta per tutte – anche dai gruppi di destra. Non è possibile accogliere il passo di Berlusconi se non si stabilisce la fine della cannibalizzazione dei partiti di dimensioni più ridotte e se lo stesso Cesare di Arcore non assicura la cancellazione dal suo armamentario propagandistico della frase - pugnalata sui voti utili se dati ai partiti e dei voti inutili se conferiti a quelli minori.    

D’altra parte a destra il quadro senza enfasi diventa sempre più desolato e desolante. Storace, che ha scambiato il partito berlusconiano per un albergo dalle porte girevoli (si è riparato prima delle europee ed oggi rimette in moto “l’entusiasmo di una forza di destra autenticamente sociale e popolare”) nota che “il dialogo non decolla”. La Meloni dal canto suo, dopo aver rilevato che l’incredibilità di una riunione tra potenziali alleati schierati a favore (NCD) o contro (FdI) o in posizione equivoca nei confronti del governo (FI), scopre che “sarebbe credibile se invece decidessimo di dare vita a una grande stagione di partecipazione per definire il futuro del centrodestra partendo dal basso”. E nel frattempo, in attesa del responso, ognuno per sé e Dio per tutti!!!

Alla Meloni consiglio di leggere e meditare, se non lo ha già fatto, senza pensare alle glorie di Atreju, le parole di Tarchi in un’ intervista a Baldoni, parole pungenti sugli errori, sulle superficialità del partito, nel quale è stato perduta la spinta politica dell’ “Officina”.

Intanto continuiamo a goderci, rimanendo in religioso silenzio, l’intervista, graziosamente concessa e servilmente raccolta presso la principale rete berlusconiana dal maestrino di Pontassieve, che, presenzialista oltre ogni pudore, si esibirà oggi a Genova, dettando con l’altra maestrina dalle bionde chiome massime per i bambini dell’asilo: “chi frena [le riforme] danneggia l’Italia” oppure “o si chiude l’ 8 o niente ferie”.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da Storace il 27/07/2014 13:59:43

    Caro Pacifici, mi dici quando mi sono iscritto a Forza Italia? Ho votato quel partito alle europee, pensando che aspirasse a rappresentare tutto il centrodestra e discutendo valori e programmi. Se ci si ripropone la coalizione e nessuna discussione valoriale....

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