Da poco in libreria

Anima e Corpo: il viaggio di Veneziani alla riscoperta del senso della vita

L’autore, però, sembra voler varcare per un solo istante il confine, per assaporare il gusto di quella verità oltre la soglia che sa d’infinito

di Maria Cerasi

Anima e Corpo: il viaggio di Veneziani alla riscoperta del senso della vita

La copertina del libro

Da pochi giorni in libreria l’ultimo fascinoso libro dello scrittore: Anima e Corpo – viaggio nel cuore della vita.

Un libro dal finale breve, sei righe nel complesso. No, in tutto sono otto, se ne intravedono altre due; sono isolate, chiedono al lettore un altro, ultimo respiro. Una conclusione in cui Marcello Veneziani confessa di aver terminato le parole per raccontare l’anima e il corpo, dichiarando l’arresto della sua opera dinanzi a quella soglia che divide ciò che può essere detto con le parole da ciò che risulta impenetrabile e inaccessibile all’uomo.

L’autore, però, sembra voler varcare per un solo istante il confine, per assaporare il gusto di quella verità oltre la soglia che sa d’infinito: «Ritrovare l’anima al centro della vita per non finire in balia del corpo, del tempo e della morte». Questa frase gode di un affascinante potere, poiché condensa il contenuto di un libro che rifiuta di fermarsi dinanzi a un limite, scansa il genere letterario e viaggia in mille direzioni per scoprire i paesaggi della vita, attraverso anima e corpo.

Uscito nelle librerie lo scorso 13 maggio ed edito da Mondadori, Anima e Corpo è un itinerario di viaggio che Marcello Veneziani disegna per i suoi lettori, proponendo delle tappe che si rivelano indispensabili per il raggiungimento della destinazione ultima, ossia il senso della vita.

In questi percorsi sostiamo nell’antico paese di Anima e nelle sue concezioni passate, che vanno dall’anima intesa come farfalla il cui battito d’ali era “il soffio d’anima da cui origina la vita” all’anima che “entrata in Chiesa, si fece lavagna dove scrivere i peccati e le impurità”, fino ad essere considerata “malattia, nevrosi, oggetto di cura e di analisi”; nel complesso del suo panorama il lettore ne scorge diverse sfaccettature, tutte riconducibili a un’unica immagine: un’essenza oltre natura che più che risiedere nel corpo ne disegna la forma, gli dà vita e personalità, ma rimane vaga, invisibile, e svolge la sua intensa attività specie di notte, nel sogno.

La città di Corpo, invece, appare maestosa e ricca di edifici che l’autore ci invita a visitare nei suoi più minuti dettagli; una semplice doccia diventa un rito sacro che celebra le parti del corpo e il loro rapporto con la vita, per cui nel polso risiede l’orologio che scandisce il ritmo del tempo e nel collo dimorano i segni delle sconfitte, delle delusioni e della stanchezza.

Il viaggio prosegue alla scoperta del panorama Amore, sintesi di anima e corpo, punto d’incontro di due individui la cui struggente passione è legata alle loro anime e ai loro corpi che si avvicinano, combaciano ma non si fondono in un unico Essere; durante il cammino, ci s’inoltra nelle nebbie della Morte, da cui Veneziani ci ripara con una meravigliosa luce di speranza: “Quando la vita sta per abbandonarti, il più caro tra i nostri cari scomparsi viene a prenderci per il passaggio all’altra riva, ci aspetta sulla soglia, nella grande luce, invitante nello sguardo”; una visione della morte che non annienta, non spaventa, ma trasforma e quindi dona speranza per una vita nuova, che rinasce da dove finisce.

Il viaggio quindi ci porta nel paese della Famiglia, anima che abita la casa e che dà forma ad essa, per poi sbarcare nel porto della Timidezza, stato d’animo che l’autore descrive nelle sue sfaccettature più sensibili e nobili, rifiutando l’idea che l’essere timidi implichi l’essere perdenti.

Una delle tappe fondamentali rappresenta la città di Realtà, deserta, in stato di abbandono; la causa è rintracciabile nella tecnologia, creatrice di filtri artificiali che hanno modificato il rapporto dell’uomo con il mondo, con il pensiero, con il proprio corpo. Una presa di coscienza della realtà odierna che vede il suo rimedio nel recupero della centralità dell’anima, poiché in un mondo in cui il corpo si separa dall’anima e segue quel mondo virtuale e fittizio fatto di social network, droghe e chirurgia estetica, il suo destino è il nichilismo, l’“horror vacui”, la morte dell’anima.

Veneziani si rivolge ad ognuno di noi, ci prende per mano e ci guida in un viaggio alla riscoperta della propria identità che risiede nell’anima, e lo fa mostrandoci luoghi che hanno il sapore dell’antica Grecia, di Platone, del pensiero di Proust e di tanti altri autori e dottrine, talvolta offerti a piccole dosi, come il filosofo del Novecento Andrea Emo, ma sempre degustati in silenzio, senza la loro diretta citazione. Il ritrovamento della propria anima in relazione al proprio corpo è la destinazione ultima di questo itinerario, la meta che rivela un altro viaggio e un altro traguardo: dare un senso alla vita ricollegandosi al mondo con Anima e Corpo.


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