Editoriale

Tutti nodi di Renzi ricordano quelli che non districò Berlusconi

Bella l'idea di dare un bonus in denaro alle famiglie ma sperare che lo spendano per far ripartire i consumi è un'illusione che non tiene conto della ppvertà reale

Giovanni F.  Accolla

di Giovanni F.  Accolla

i siamo. Anche per Renzi, pian piano, i nodi stanno venendo al pettine e - seppure il giovane premier già sembra aver ben mostrato di essere molto più bravo a dire che a fare, o meglio: a fare a prescindere da quel che dice -  ora siamo giunti davvero alla prova dei fatti. Quella definitiva. Oggi per Renzi si apre una settimana chiave: accelera sulle riforme e promette per mercoledì prossimo un supertaglio fiscale che dovrebbe interessare le classi più deboli con l'ambizioso obiettivo di rilanciare i consumi. Proprio come se, fin ora, nessun altro governo ci avesse mai provato. Oh, se ci dovesse riuscire, tanto di cappello!

Ma il nodo Irpef-Irap resta ancora aperto, visto che nella maggioranza non manca chi vorrebbe una ripartizione - forse non a torto -  anche a favore delle aziende. Certo, se ci fossero più soldi e, soprattutto, se ci fosse in cantiere una radicale riforma fiscale…  Intanto sull'approvazione della legge elettorale (ovviamente con molta calma) la Camera ha già rinviato l’accordo sull’Italiculum che - quote rosa o meno, mai una mozione sulle quote grigie, quelle sulla presenza in Parlamento della materia cerebrale - sembra sempre più il grande pretesto per tenere le elezioni politiche alla larga dall’orizzonte politico della maggioranza.

Nel frattempo il ministro Padoan è in Europa a spiegare la manovra economica del governo che, sostiene, servirà a rilanciare l'economia.  Perché la manovra funzioni, spiegano i tecnici del settore, anche se non c’è bisogno di uno scienziato per capirlo, il taglio deve essere "senza precedenti", come ha annunciato un entusiasta e un po’ lunare ministro Alfano (non si capisce bene quali siano le sue battaglie politiche all’interno della maggioranza). Ma soprattutto il governo deve garantire che chi troverà il bonus sulla paga lo spenda e non lo lasci nel cassetto, anche se è più probabile che - data la situazione generale - con quei soldi gli italiani salderanno parte dei tanti debiti contratti in questi lunghi faticosi anni di galoppo verso la miseria.

Fino al 2012, spiegano infatti i dati Istat, la gente in qualche modo intaccava i risparmi in banca pur di mantenere sostanzialmente inalterato il livello necessario dei consumi. Dal 2013 la situazione è cambiata gravemente in negativo: anche i risparmi sono al lumicino e la gente rinuncia in toto agli acquisti.

Tutto questo avviene mentre sul piano politico, Renzi somiglia sempre più ad un Berlusconi “in sedicesimo”. Del leader di centro-destra ha il piglio e una certa strategia di comunicazione, ma  non il carisma e neanche il peso politico complessivo, al meno quello del Berlusconi dei “bei tempi”. Sarà interessante capire nelle prossime ore, quale sarà la reazione della CGIL della Camusso (anche  nel rapporto con i sindacati Renzi prova a percorrere le strategie di Berlusconi) e se il Pd  sarà favorevole in modo compatto alle misure economiche del governo. Come reagirà il segretario del partito democratico qual ora avesse i lavoratori in piazza?

Renzi per certi versi è già al bivio: avviare le riforme che reputa necessarie al Paese e ancor di più alla sua personale credibilità, o tenere unito il centro-sinistra temperandole fino all’inefficacia? C’è da scommetterci che “berlusconianamente”, Renzi scaricherà i suoi possibili fallimenti sul sistema politico complessivo poco efficiente e vetusto, sulle maggioranze improbabili (ora con Alfano & Co. vanno a braccetto, ma presto, alle elezioni europee, saranno antagonisti), su quella parte più intransigente delle rappresentanze sindacali e, magari, sui suoi stessi compagni di partito. 

Tutte giustificazioni accettabili, per carità, ma allora erano buone anche quando il centro-destra era al governo, o no? Però il credito di Renzi a mio avviso è minore di quello che a suo tempo ebbe Berlusconi: come giustificherà, per esempio, agli italiani il suo “colpo di mano” contro Letta?

Insomma, se entro questa settimana il premier non porterà a casa qualche cosa di concreto, se alle sue promesse non farà seguire qualche fatto, egli non sarà il più giovane premier della storia della repubblica, ma il più presuntuoso. E alle elezioni europee dovrà fare i conti non solo con l’elettorato deluso, ma anche con un Pd in calo di consensi, pronto  - come sempre - ad una nuova resa dei conti.  

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da piccolo da Chioggia il 13/03/2014 23:37:22

    io scrivo per me dunque il lettore è libero di darmi del matto o, alla veneta, del "pitoco": l'articolo del prof. Accolla è snello e lucido e lo condivido, per quel che le mie opinioni di totale inesperto valgono. di più: se appunto il capo del governo mi desse come giusto viste certe fatiche che fo etc il "bonus" per il mio tenore modesto, non dico mille euro di denaro ma almeno una detassazione dei consumi, i miei x elettricità e gas e acqua sono ristretti, è evidente che abituatomi definitivamente a investire in cultura anche per passarmi via non potendo competere con puttanieri e frequentatori di locali bilionari non cambierei a questo punto direzione e quel che mi danno o risparmio o lo spenderei assai oculatamente cercando di distribuirlo a categorie effettivamente produttive e necessarie: cibo nutriente, locale e non costoso; vestito decente e di buon gusto senza devozioni penose a firme. va da sè che te lo do io il ripartire dei consumi se attendono me... fosse per me comunque rimanderei molti che intendo a fare un sacrosanto tirocinio sovietico in una bella fabbrica statale di interesse strategico. saldatori di acciai per navi, etc. farei perdere un pochino di queste continue ambizioni da "zente refada" che vuol menare un tenore di vita che scarica sulla collettività di asini i costi: un esempio: la benzina costa tantissimo e aumenterà inesorabilmente. lo disse Carlo Rubbia ad una conferenza e io ero in prima fila. eppure mai come ora cialtroni dei quali non sappiamo che utile opera facciano si muovono col culo su enormi SUV che fanno 4 chilometri per litro di combustibile. evidente che se loro sono ricchi l'acquisto in collettivo del combustibile strategico viene pagato per le leggi del mercato altissimo. e il costo ricade dunque pure su chi, pensionato da agricoltore non possidente, con la "topolino" da tre litri per 100 chilometri porta le erbe dei colli Euganei al mercatino della frutta di Chioggia...

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