Satira e politica

Formigoni querela Crozza e la Boschi si arrabbia con la sua imitatrice (ma poi smentisce)

L'ex governatore della Lombardia rappresentato come Jeb Garbardella nel film di Sorrentino e la ministra come bella ammaliatrice

di Simonetta  Bartolini

Formigoni querela Crozza e la Boschi si arrabbia con la sua imitatrice (ma poi smentisce)

Ieri sera, venerdì, su La7 è iniziata la nuova stagione di Crozza nel paese delle Meraviglie, il seguitissimo show in diretta da Milano, è partito col botto. Il governo riciclato, ha esordito Crozza: c'era un governo guidato da un presidente del consiglio Pd che aveva fatto un'alleanza con Alfano, poi è cambiato tutto e un premier del Pd ha fatto un governo con Alfano, è come se uno mettesse in vendita la propria automobile vecchia e si precipitasse a telefonare a se stesso per ricomprarla! 
Indubbiamente efficace!
Ma il coup de theatre è arrivato con una sorta di omaggio alla Grande Bellezza di Sorrentino. Nei panni di Jeb Gambardella l'imitazione (collaudata da tempo) di Formigoni. La scena è quella iniziale del film, dove sulle note della canzone di Raffaella Carrà, un popolo romano della high society godereccia, cafona e volgare (peraltro perfettamente e realisticamente descritta dal vincitore dell'Oscar) balla sguaiatamente mentre Gambardella si compiace di essere il re della festa (il vero padrone dei salotti à la page è colui che ha il potere di far fallire un evento, non di animarlo), e in questo compiacimento accetta l'omaggio di chi lo ringrazia di un favore o di un intercessione. Quindi, di fronte ad una ricevuta raccolta casualmente da terra, si ritrae inorridito usando delle pinzette per non toccarla non avendone mai toccata una.
Ammettiamo che la satira era tutt'altro che leggera soprattutto alla luce del recente rinvio a giudizio dell'ex governatore della Lombardia, e Formigoni questa volta ha reagito annunciando querela all'indirizzo del comico.
«Crozza sa bene che io accetto lo scherzo, l’ironia, la satira. Ma quando, come stasera, Crozza trascende nell’insulto e nella diffamazione, allora vuol dire che cerca la querela. Penso proprio che da me l’avrà, insieme ad una bella richiesta di risarcimento danni. Ho già telefonato ai miei legali perché procedano in questa direzione».
Altra satira, altro politico, anzi politica, altra indignazione. Il caso è quello di Ballarò e dell'imitazione della ministro Boschi fatta da Virginia Raffaele. 
In questo caso la bella onorevole del Pd, renziana di ferro, era stata rappresentata a colloquio con un giornalista che, intervistandola, non riusciva ad ottenere risposta perchè, di fronte alle domande più spinose, la ministra sfoderava la sua arte di ammaliatrice per deviare l'attenzione dai problemi più gravi e confondere il suo interlocutore. Insomma il succo era: una bella incompetente capace di gettare fumo negli occhi con sorrisi e voce flautata.
Occorre anche dire che la regia di Ballarò, mentre scorrevano le immagini della imitazione, aveva l'accortezza perfida di mandare in mosaico quelle dello studio dove l'altrettanto bella Moretti sorrideva, con malcelata soddisfazione, della satira indirizzata alla rivale di partito.
Anche in questo caso pare che la ministro Boschi non l'abbia presa bene. Si riferisce di una potente arrabbiatura di cui avrebbe fatto partecipe lo stesso Renzi e i compagni di partito, tanto che uno di essi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, Michele Anzaldi, ha scritto alla Presidente del Cda Rai, Anna Maria Tarantola in questi termini: «Gentile Presidente, mi permetto di chiederle se condivide l’imitazione di Maria Elena Boschi a "Ballaro" e se ritiene opportuno che un ministro giovane, che finora ha dimostrato preparazione e capacità, sia ritratta come una scaltra ammaliatrice che conta solo sul suo essere affascinante. È questa l’immagine che il servizio pubblico della Rai, e Raitre in particolare, vuole dare alla vigilia dell’otto marzo?»
Francamente eccessivo, e se ne deve essere accorta anche la protagonista di questa storia che, dopo il primo scatto di nervi, ha tentato di minimizzare arrivando a negare qualunque intervento da parte sua, e anzi sottolineando che l'imitazione l'aveva divertita!
Ovviamente non ci crede nessuno.
Rimane il fatto che, se da una parte i mezzi di comunicazione -vuoi sotto forma di giornalismo, o pseudo tale (come quello della Zanzara di Radio24 con la falsa telefonata del falso Vendola all'ex ministro Barca che ha svelato la longa manus di Debenedetti sull'erigendo governo-Renzi), vuoi sotto forma di intrattenimento- hanno innestato una marcia indirizzata ad orientare in maniera determinante, ma spesso non corretta e arbitraria, nonché rispondente ad interessi di parte, l'opinione pubblica; i politici e soprattutto i nuovi arrivati non sembrano attrezzati psicologicamente ad affrontare il campo di battaglia.
A noi, diciamoci la verità, questo gioco al massacro che quotidianamente ci si presenta dalle pagine dei giornali e dagli schermi televisivi, non piace. 
Il giornalismo, o comunque quel che ci viene dai media, ha perduto il ruolo importante e prezioso di sorveglianza obbiettiva e oggettiva al servizio del lettore o del telespettatore per trasformarsi in mordacchia al servizio di interessi alieni da quelli dei cittadini, ma nascondendosi dietro l'apparenza di paladini dei medesimi. 
Oppure si è trasformato in palcoscenico dal quale esercitare la provocazione più ardita, più volgare, più offensiva e sguaiata grazie alla quale emergere e conquistarsi una visibilità che è ormai l'unico valore riconosciuto e dunque ambito.
Purtroppo tutto a scapito della verità, della giustizia, e delle giuste e sacrosante denunce. Cioè a scapito nostro di cittadini ormai in balia della mistificazione eletta a sistema, vuoi dalla politica vuoi da chi dovrebbe denunciarne i misfatti.

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