“Pubblico schifoso, abietto, villano...

Butterfly: la farfallina in scena al Maggio Musicale

La Madama Butterfly al Teatro Comunale da stasera ribadisce le linee guida che ispirano la nuova stagione invernale del teatro

di Domenico Del Nero

Butterfly: la farfallina in scena al Maggio Musicale

“Pubblico schifoso, abietto, villano. Neanche una dimostrazione di stima. Giacomo, due ore fa, si faceva forza assai, mi credevo di peggio (…) Giacomo è persuaso di  aver lavorato bene e spera che l’opera si riabbia.

“Grugniti, boati, muggiti, risa, barriti, sghignazzate, i soliti gridi solitari di bis fatti apposta per eccitare ancora di più gli spettatori” .

 Sono alcune spigolature dei resoconti di uno dei più colossali fiaschi della storia del melodramma.  Il 17 febbraio 1904 andava in scena Madama Butterfly,  la prima esperienza “orientale” dell’itinerario creativo di Giacomo Puccini, che seguiva  di sei anni L’iris di Pietro  Mascagni,  accolta invece con favore dal pubblico anche se oggi –come di regola per tutte o quasi le creazioni mascagnane – pesantemente svalutata dalla critica. Certo, il  Giappone di Mascagni – o meglio del librettista Luigi Illica – era più orientato sul versante simbolista e appariva  una sorta di paese di sogno (o da incubo, per certi aspetti) ma questo non inficia l’alta qualità della musica, come riconobbe trai primi lo stesso Puccini. E se l’Oriente era sempre stato di casa sui palcoscenici operisti, fin dai tempi delle spassose  e favolose  turcherie mozartiane e rossiniane,  anche il Sol Levante aveva da qualche tempo iniziato a riscaldare le platee: prima di Mascagni, Camille Saint – Saens ( 1835-1921), musicista appassionato di esotiche atmosfere, rappresentò nel 1872 la Princesse Jaune,  dalla musica leggera e briosa, con l’uso della scala pentatonica per la coloritura orientale; mentre nel 1885 appariva il celebre Mikado di Gilbert & Sullivan, satira della società vittoriana in salsa nipponica, ma in cui il  musicista (Sullivan) impiegò una manciata di temi giapponesi originali. Nel 1889, poi, l’esposizione universale di Parigi  aveva costituito una straordinaria occasione per sentire esecuzioni musicali orientali.

Una reazione così rabbiosa come quella del pubblico della Scala,  dopo tre netti e indiscutibili trionfi del grande musicista lucchese, non può dunque non lasciare sconcertati.  Puccini da parte sua non dimenticò e anche dopo il suo riscatto Butterfly non fu mai più rappresentata  nel teatro milanese finché l’autore fu in vita. In compenso la sua resurrezione – profetizzata tra l’altro da alcuni versi  Giovanni Pascoli  diretti a Puccini (“Caro nostro e grande maestro, la farfallina volerà…”)  fu rapida (a Brescia, appena tre mesi dopo la prima) e l’opera divenne una delle più amate dal pubblico.  Il Maggio Musicale  Fiorentino la ripropone a partire da stasera per  un totale di sei recite (fino a giovedì 13 febbraio), in una edizione del teatro comunale di Bologna,  con  Juraj Valčuha  sul podio e la regia di Fabio Ceresa.

Si attribuì l’insuccesso della prima all’infelice strutturazione in due atti della prima versione, dove il secondo veniva ad essere eccessivamente lungo e pesante.  Michele Giraldi, il musicologo esperto di Puccini, non è di questa opinione e sostiene che la prima Butterfly era comunque degna di nota e fu se mai vittima di un conflitto tra gli editori musicali e le rispettive “tifoserie”. Comunque sia, Butterfly è forse la prima, vera e autentica “tragedia giapponese” ad approdare sui palcoscenici italiani: la Gheisha che vive come matrimonio d’amore uno convenzionale che doveva solo procurare svago, pagando questo sentimento con il suicidio, realizza perfettamente il binomio amore morte  da cui scaturisce la migliore ispirazione pucciniana. Puccini volle poi  a tutti i costi che lo spettatore fosse in grado di identificare anche nella musica, e non solo nella scena, il Giappone.  Il compositore non solo di documentò su tutte le fonti allora disponibili, ma trascrisse anche all’impronta le melodie  cantate apposta per lui da ugole “blasonate” come quella della moglie dell’ambasciatore giapponese in Italia, signora Oyama; altre se le fece spedire incise su dischi da Tokyo. Nella partitura di Butterfly compaiono ben dieci temi originali e tutti in punti chiave della vicenda; ma soprattutto Puccini assimilò nel suo stile la maniera giapponese grazie all’uso delle scale “difettive”, soprattutto anemitoniche e pentafone. Il tutto però si amalgama alla perfezione con lo stile tipicamente pucciniano, senza forzature o “sbavature.

Per il soggetto, Puccini, nel 1900, vide a Londra un dramma che il commediografo David Belasco aveva tratto da una novella dello scrittore americano J.L. Long, mutandone il finale da lieto in tragico.  Rimastone entusiasta, si fece “confezionare” un libretto in due atti dai Illica e Giocosa, che però risultava troppo lungo e sproporzionato (il secondo atto comprendeva praticamente gli attuali ultimi due) e troppo incentrato sulla protagonista Cio – Cio – San, il cui ruolo oscurava quasi del tutto gli altri due “tradizionali” del tenore e del baritono.

In realtà, questo fu un effetto voluto da Puccini, il quale voleva ridicolizzare, “polverizzare” il personaggio del bell’amoroso; svuotato da ogni romanticismo, Pinkerton  ha una parte quasi da operetta; mentre il carattere della protagonista ha uno sviluppo coerente, dalla ingenuità iniziale, ai primi sospetti sul proprio destino sino al terzo atto, dove il dramma trova il suo compimento. Puccini infatti accettò, sia pure a malincuore, una divisione in due del secondo atto, anche a caso della caduta dell’opera alla Scala; e così, appena pochi mesi dopo la prima, quello che era sembrato un insuccesso catastrofico si trasformò in trionfo .  Oggi la versione comunemente rappresentata è quella in tre atti, anche se non è mancata qualche ripresa della versione originale.

 La Madama Butterfly in scena al Teatro Comunale ribadisce le linee guida che ispirano la nuova stagione invernale del teatro. Da un lato, la volontà di garantire al pubblico un alto livello musicale con la scelta, anche in questo caso, di un direttore di grandissimo prestigio come Juraj Valčuha. Dall’altro, la volontà di affidare ad uno dei ‘nomi nuovi’ della regia italiana, la messinscena di quest’ opera.  Ecco dunque il compito affidato a Fabio Ceresa che vede nella Madama Butterfly “l’incontro fra due culture prima ancora che tra due persone. Cio Cio San (letteralmente “la signora farfalla”) e Pinkerton si trovano a incarnare gli opposti dello spirito e della materia, che solo accidentalmente prendono la forma di una geisha giapponese e di un ufficiale americano. L’Oceano Pacifico che divide le due civiltà è il centro nevralgico del dramma: tutta l’incisività del testo nasce dal tentativo di attraversare il mare, di legare in un unico nodo due mondi che non potrebbero essere concettualmente più lontani. Questa suggestione non rimane un concetto astratto, ma prende forma nello spazio attraverso il linguaggio della scenografia. Infatti , scenografia e costumi seguono lo stile di pulizia e rigore che pervade l’opera cercando di trovare nei personaggi una forza interpretativa che non sia confusa dal fasto della tradizione giapponese, ma che tenda all’essenzialità di ogni carattere. La volontà di fondo è raccontare il dramma senza sovrapporsi al testo, mettendo in luce le tensioni che vivono tra le pieghe della  partitura”.

Cio-Cio-San:  Fiorenza Cedolins, Yasko Sato (8, 11, 13;) Suzuki Enkelejda  Shkosa,  Manuela Custer (8, 9, 11) Kate Pinkerton  Milena Josipovic;  F. B. Pinkerton Stefano Secco  Vincenzo Costanzo (8, 13);  Sharpless  Julian Kim  Vincenzo Taormina (8, 12, 13);  Goro Roberto Covatta;  Yamadori William Corrò;  Lo zio Bonzo Christian Saitta;  Il Commissario Imperiale Ivan Marino.

 Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino , Maestro del Coro Lorenzo Fratini.

Teatro Comunale: Giovedì 6 febbraio, ore 20.30; Sabato 8 febbraio, ore 20.30; Domenica 9 febbraio, ore 15.30; Martedì 11 febbraio, ore 20.30; Mercoledì 12 febbraio, ore 20.30; Giovedì 13 febbraio, ore 20.30.

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.

TotaliDizionario

cerca la parola...