Un finale scontato

La fiaba della politica senza eroi

di Il Raccontafavole

La fiaba della politica senza eroi

Questa fiaba, cari amici miei, vede come protagonisti i soliti, stantii, ripetitivi personaggi che da tempo immemore sono sin troppo presenti nella nostra corrosa politica; ci sono, per dirla tutta, anche interpreti nuovi, ma con idee blasfeme e vecchie e  avversari non tanto datati, ma comunque la massa è formata dagli abituali faccioni, contestatori giovani che poi, come facevano i nonni, rientrano di buon ordine nei ranghi; guru dell’arte del governare, raccomandanti, ricchi proprietari di banche, operai e sindacati.

Ci sono tutti in questa favola politica, tutti a parte la figura dell’eroe!

Perché in tale narrazione della politica belpaesana, è praticamente impossibile scovare l'individuo positivo, se non alla droga, e il tutto diventa, in breve attimi una mera, interminabile caccia al tesoro che non c’è.

Ho provato, lettori affezionati, a cercarne qualcuno, ma non mi è stato possibile.

Ho tentato ripetutamente di snidare certuni personaggi che fossero capaci di realizzare un finale alla “…e tutti vissero felici e contenti”, ma non ne sono stato capace.

Non c’è verso, la fiaba politica italiana è qualcosa che va ben oltre il normale standard delle fiabe internazionali.

Arresti, separazioni, licenziamenti, proibizioni, trasgressioni; truffe, favoreggiamenti, danneggiamenti, ricatti, intercessioni; battaglie senza esclusioni di colpi alle terga, vittorie rubate, persecuzioni, leggi inadeguate, prove infondate, divulgazioni, false confessioni, condanne e via dicendo.

Tutti argomenti negativi che stannotranquillamente in una fiaba politica, la quale però difetta della controparte per antonomasia: la moralità, l’etica, la forza simbolica della filosofia del bene.

E, quindi, senza tale porzione è inevitabile non arrivare mai a una controversia autorevole, mentre il tutto, in breve tempo, si trasforma in mera storia fiabesca dal sapore angoscioso.

In altre parole, come è facile prevedere, si crea un percorso serpeggiante, zigzagante e si finisce, immancabilmente, con il ritrovarsi al punto di partenza, come un boomerang o il Gioco dell’oca, con le identiche vicende, prese di posizioni, con le stesse contraddizioni e, a meno di qualche new entry, con gli identici e noti volti di sempre.

E allora che gusto c’è a scrivere una fiaba dalla trama facilmente immaginabile?

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