Il Cappello di paglia di Firenze

Tra Parigi e Amarcord; un magnifico Rota al Maggio Musicale

Nel complesso uno spettacolo da promuovere a pieni voti. Ultime repliche venerdì 6 e martedì 10 dicembre ore 20,30; sabato 7 ore 15,30

di Domenico Del Nero

Tra Parigi e Amarcord; un magnifico Rota al Maggio Musicale

Tanto di … cappello al Maggio Musicale Fiorentino.  Il Cappello di paglia di Firenze, in scena in questi giorni al Teatro Comunale, si rivela un caleidoscopio di suoni e colori e dimostra la vivacità ma anche la vitalità di una partitura  che solo un ascolto e un atteggiamento superficiale possono ritenere puro e semplice divertissement ,anche se uno dei pregi non certo secondari dell’opera di Nino Rota è quella di essere piacevole e divertente.

E davvero nulla era stonato o fuori posto, nella messa in scena del Maggio Musicale, riuscitissima replica di un ottimo spettacolo di due anni fa : da una regia che ha saputo dare, ma senza eccedere, un tocco “felliniano” alla scena, evidenziando se mai il carattere di vera e propria “comica” grazie all’abilità degli interpreti, buone voci ma anche ottimi attori; una scenografia   senz’altro per alcuni aspetti “Novecentesca”, con luci, cartelloni pubblicitari sempre in tema con le varie scene,  una Parigi “da cartolina” (e una cartolina del 1950 fa in effetti da … sfondo e da pavimento alla scena); quattro bravissimi inservienti che davano invece un tono vagamente fin de siecle; e il coro, che si è destreggiato benissimo tra i disgraziati invitati a un matrimonio che si trasforma in una caccia la tesoro (o meglio, in una caccia al … cappello) per tutta Parigi, gli ospiti un po’ snob di una baronessa un po’ matta (e chi non lo è, del resto, in quest’opera?) e le guardie dell’ultimo quadro, per non parlare del delizioso quadretto , tutto al femminile, delle modiste. La regia di Andrea Cigni ha rivelato insomma una mano sapiente e sicura, mentre le belle scene e gli eleganti costumi di Lorenzo Cùtuli hanno veramente dato un sapore “parigino” alle recite.

E vendendo alla musica, la lettura frizzante e scorrevole del bravissimo Andrea Battistoni non ha mancato di evidenziare tutti gli aspetti di una partitura che sembra, con garbo straordinario, riprendere e “fare il verso” alla grande tradizione della lirica italiana; da una sinfonia scattante e decisamente “rossiniana”, così come lo  sono  il temporale e il “demenziale” concertato finale del terzo atto Io casco dalle nuvole, ma anche echi melodici e vocali di Puccini e  reminiscenze ironiche del compar Alfio mascagnano, soprattutto nel racconto di Fadinard del primo atto. Attenzione però a non prendere questi echi come plagi; come nota giustamente Francesca Zardini “ Nino Rota è colto, ma non copia e neppure si lascia influenzare, trae ispirazione, in continuazione ed in ogni dove, medita e decanta, per poi comporre qualcosa di diverso, come diverse sono fra loro le più di trecento composizioni classiche che ci ha lasciato.”[1] Il merito della lettura di Battistoni è stato proprio di dare il massimo risalto alla “tavolozza” del compositore romano, facendo intravedere i singoli colori ma dando risalto e forza soprattutto all’insieme.

Per quanto riguarda i cantanti, decisamente di buon livello il primo cast: il tenore Filippo Adami, specialista del belcanto e di Rossini in particolare  è stato un Fadinard di buona vocalità, dal timbro chiaro e limpido; il Nonancourt di Gianluca Buratto si è dimostrato un vivace e “robusto” basso buffo  (ancora tradizione rossininana!) con una simpatica verve caricaturale ma senza eccessi; aggressivo e convincente anche il Beaupertuis  (basso-baritono) di Mauro Bonfanti. Tra i ruoli femminili, dolce e melodiosa e con una voce chiara agile l’Elena del soprano Laura Giordano;  molto simpaticamente istrionica e con una voce ben impostata la Baronessa di Champigny di Romina Tomasoni (contralto).

Nel complesso dunque, uno spettacolo da promuovere a pieni voti e che meriterebbe un pubblico più numeroso e anche più entusiasta di quello che si è visto alle ultime repliche. Ma purtroppo ci sono ancora troppi  melomani …  sempreVerdi!

Ultime repliche venerdì 6 e martedì  10 dicembre ore 20,30;  sabato 7 ore 15,30.



[1]Francesca ZARDINI, “Dalla tavolozza di Nino Rota” in Il Cappello di paglia di Firenze, programma di sala, Firenze, Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, 2013, p.110. 

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