I Libri di Totalità

Rassegna mensile di novità librarie. Ottobre 2013

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna mensile di novità librarie. Ottobre 2013

POLITICA

Giampaolo Pansa, Sangue, sesso, soldi – Una controstoria d’Italia dal 1946 ad oggi (Rizzoli,

 pagg. 448 , Euro 19,00)

De Gasperi ha salvato la libertà dell’Italia e non era affatto un lacchè del governo americano.Togliatti veniva chiamato il Migliore, ma per molti era il Peggiore perché s’inchinava davanti ai baffi di Stalin. L’editore Feltrinelli non è stato eliminato dai servizi segreti, si è ucciso nell’inseguire la chimera di una rivoluzione proletaria. Il Sessantotto si è rivelato un tragico bluff che ha distrutto la nostra università. L’avvocato Agnelli era di certo un gran signore, ma copriva le mazzette pagate ai politici pure dalla Fiat. Andreotti Belzebù le ha sbagliate tutte? Assolutamente no. Sono alcuni dei giudizi che il lettore troverà in Sangue, sesso, soldi. Un titolo che fotografa la natura profonda dell’Italia che abbiamo costruito dal 1946 in poi. Giampaolo Pansa la racconta con la lucidità del testimone e la forza del narratore capace di evocare con secca efficacia personaggi, ambienti, vizi e virtù, tragedie e commedie di sessant’anni di vita italiana. Soltanto lui poteva scrivere una storia controcorrente come questa, dove la cattiveria allegra gli consente di evitare la spocchia delle narrazioni accademiche e la palude di una storiografia al servizio della politica. Sangue, sesso, soldi è un libro anarchico e sorprendente. La scena è occupata anche da sconosciuti, donne e uomini che presentano le loro storie private. E ci aiutano a sbirciare un’Italia ormai al di là dei sessant’anni, una signora matura che ha creato molto e peccato tanto. Le traversie, gli amori, le nefandezze della Repubblica vengono narrati da una prospettiva insolita che ne rivela i lati ambigui e smentisce le ricostruzioni di comodo.

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Stefano De Rosa,Il tramonto del libero pensiero (Settimo Sigillo. Pagg. 95, Euro 10,00)

Nell'Italia della democrazia sospesa, della coincidentia oppositorum assurta a sistema, della bancarotta finanziaria e della moneta unica esiste ancora il libero pensiero e la possibilità di esprimere il dissenso? L'imperante visione unidirezionale della storia sembra far propendere per una risposta negativa. L'erosione irrefrenabie della sovranità nazionale da parte di strutture comunitarie estranee ai principi democratici, lo sradicamento pianificato dei valori identitari da parte dei colonizzatori multiculturali, il passaggio dal governo pubblico dell'economia al controllo bancario della politica sono soltanto alcuni dei virus inoculati nel diritto positivo e realizzati con l'entusiasmo servile o, nella migliore delle ipotesi, con l'ignavia di una collettività non più adusa ad autodeterminarsi , cloroformizzata dalla complicità interessata di élites subalterne. L'unico antidoto alla rassegnazione ad una integrazione massificata è rappresentato dalla capacità di produrre pensiero fecondato dall'anticonformismo, apero alle contaminazioni post-ideologiche, in grado di scardinare anacronistiche rendite di posizione.

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Annalisa Chirico, Condannati preventivi – Le manette facili di uno stato fuorilegge (Rubbettino, pagg. 160, Euro 10,00)

Quasi un detenuto su due è recluso nelle galere italiane in regime di custodia cautelare. In altre parole, carcere preventivo. La detenzione dietro le sbarre in assenza di una sentenza di condanna ha assunto dimensioni abnormi, che sono valse al nostro Paese la maglia nera in Europa. Se oggi in Italia è più facile andare in carcere in assenza che non a seguito di una condanna; se i processi hanno una durata elefantiaca e spesso un’estinzione quasi certa; se quintali di carcere preventivo in celle dove può succedere di tutto, e di tutto infatti vi succede, vengono dispensati senza che vi sia un meccanismo effi cace per ottenere riparazione in caso di ingiusta detenzione; se oggi un magistrato può spedirti dietro le sbarre con una formuletta di rito senza che tu abbia alcun mezzo per difenderti (anzi spesso la detenzione ostacola l’articolazione di una vera difesa); se tutto questo è vero, allora esiste un problema. Esiste un Caso Italia. Le manette strette ai polsi di presunti colpevoli ci paiono la norma. Ma di normale non c’è nulla.

                                                         

GEOPOLITICA

Aleksandr Dugin, La missione eurasiatica di Nursultan Nazarbayev  (All’Insegna del Veltro, pagg. 224, Euro 20,00)

Il libro è una raccolta di articoli, interviste interventi di Aleksandr Dugin risalenti al periodo compreso tra il 2001 ed il 2004 ed aventi come tema comune e unificante il fondamentale contributo politico dato al progetto eurasiatista dal Presidente del Kazakhstan Nursultan Nazarbayev. La dichiarazione con la quale Nazarbayev lanciò l’idea dell’Unione Eurasiatica viene rievocata dall’Autore nei termini seguenti: “Nel momento in cui il sistema strategico eurasiatico postsovietico era giunto al punto critico più basso (…) il Presidente del Kazakhstan, a capo di una repubblica gigantesca dell’Asia Centrale, d’importanza fondamentale e prioritaria per la Russia verso il sud, propone l’iniziativa della reintegrazione. Era una mossa d’avanguardia, una mossa epocale. Si può dire che da quel momento, dal 3 giugno 1994, si deve contare l’inizio di una nuova epoca“.

Come ha scritto un turcologo italiano, “questo libro di Dugin, per i toni in esso contenuti, ci sembra particolarmente appropriato come modello ispirativo atto ad analizzare e parafrasare la figura del Presidente del Kazakhstan”. Pubblicarlo in un paese come l’Italia – che è un importante interlocutore strategico del Kazakhstan, il suo primo interlocutore commerciale europeo e uno dei maggiori investitori nella sua economia – significa contribuire ad ampliare la comprensione di un’area che rappresenta, per riprendere una definizione della geopolitica classica, “la regione perno della politica mondiale”.

                                                                  

TEMPI MODERNI

Michel Schooyans, Il complotto dell’ONU contro la vita – Controllare la vita per il dominio sugli uomini  (Effedieffe, pagg. 320, Euro 16,90)

Il diritto internazionale rivendica oggi l’immensa pretesa di riconoscere «legittimità» al dono della morte – è ciò che accade con l’aborto e l’eutanasia, ovvero l’idea che la vita umana, non più produttiva, o non ancora produttiva, vada «sacrificata» – e ai cosiddetti «nuovi diritti» – che oggi si traducono nel riconoscimento delle coppie omosessuali, in pratiche come il trasferimento dell’embrione, la diagnosi pre-impianto, gli uteri in affitto, etc. È la trasgressione gnostica delle leggi naturali, in odio alla Creazione.
La «fabbrica» della nuova etica «invertita» (è il caso di dirlo) ha come unico obbiettivo quello di ricreare un «nuovo uomo», non più cittadino politicamente responsabile, libero e detentore di sovranità democratica, ma un essere di «genere» indeterminato, volto ai suoi piaceri privatissimi con cui si autocondanna. Alla base di tutto, c’è la volontà di poteri forti (e gnostici) di ridurre la vita umana «comune», ovvero dei non-illuminati, a puro «materiale biologico», manipolabile e dissipabile all’infinito. L’obbiettivo – ormai raggiunto – è dominare su ciò che letteralmente non ha prezzo, e il cui valore è assoluto: la vita umana. Ed è attraverso il sistema normativo piramidale (ovvero massonico) dell’ONU che questa macchina formidabile funziona al fine di controllare la vita, quindi gli individui, le famiglie e gli Stati. Perché – ricordiamolo sempre – dominare la vita è anche la chiave che permetterà il dominio sugli uomini.

PENSIERO FORTE

Giandomenico Casalino, Gennaro Malgieri, Andrea Scarabelli, Marcello Veneziani  (a cura di  Gianfranco de Turris), Julius Evola – Cinquant’anni di Cavalcare la Tigre – 1961-2011 (Controcorrente, pagg. 80, Euro 10,00)

Pubblicato nel 1961, ma scritto dieci anni prima,Cavalcare la tigre è uno dei più famosi e diffusi libri di Julius Evola.  Un libro frainteso da chi credeva di leggervi un appello alla diserzione dalla militanza politica ma anche da quanti ritennero necessarie scorciatoie velleitarie-rivoluzionarie. Era semplicemente l’opera ispiratrice di una autentica e duratura rivolta contro il mondo moderno.
Cavalcare la tigre, dunque, si porta dietro la fama di «libro proibito». Sicché per i cinquant’anni della sua prima edizione lo hanno esaminato da diversi punti di vista Giandomenico Casalino, Gennaro Malgieri, Andrea Scarabelli e Marcello Veneziani, mettendone in risalto le diverse valenze e il suo impatto su tre generazioni, la sua attualità dopo mezzo secolo.
Fu scritto in una Italia alle prese con l’eredità del dopoguerra e ostaggio della polizia del pensiero catto-comunista. Erano ancora da venire gli anni della riscoperta degli intellettuali della Crisi, da Carl Schmitt a Julius Evola, da Oswald Spengler a Ernst Jünger a Gottfried Benn. In quel tempo l’intellighenzia di sinistra inneggiava all’invasione dell’Ungheria da parte dei carri armati sovietici. 
Cavalcare la tigre era anticipatore della crisi di coscienza del tempo ed evocatore di una Cultura che confliggeva con il conformismo dominante. Julius Evola era un maestro della tradizione che imponeva disciplina, cultura e capacità meta-storica. 
La tigre corre ancora senza freni. L’«epoca della dissoluzione» non si è conclusa. La lezione di Julius Evola indica una scelta di vita ancora valida. Ma la tigre non si lascia cavalcare da tutti… 

                                                                     

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Adriano Scianca, Ezra fa surf - Come e perché il pensiero di Pound salverà il mondo (Zero91, pagg. 320, Euro 15,00)

Un Ezra Pound rock che salverà il mondo? Il suo pensiero, pur se datato al secolo scorso, appare di estrema attualità nel fotografare la realtà economico sociale del nostro tempo. 
Un Pound filosofo ed economista che può considerarsi maestro di anticonformismo etico di personaggi come Bukowski, Allen Ginsberg e Pasolini; un poeta libertario che piace ai divi del rock come Patti Smith e i Velvet Underground che lo leggono e lo citano; un polemista anti-Fallaci, portatore di un messaggio di dialogo tipicamente mediterraneo, anti-sciovinista, e contro ogni xenofobia e pregiudizio. Questo vien fuori dal saggio provocatorio e dissacrante di Adriano Scianca, scritto in modo incalzante e lucido. Un’analisi a tutto tondo sul pensiero del poeta di Hailey, che odia non solo i banchieri e l’usura, ma i tabù sessuofobici e le ossessioni bigotte, che ama l’Italia e fa profonda autocritica del suo “presunto” anti-semitismo. In un pout pourri di visioni e denuncie, profezie e appassionati ammonimenti da farlo sembrare un personaggio a metà fra il professor John Keating deL’Attimo Fuggente e l’Adrian Cronauer di Good Morning Vietnam.  Un vecchio saggio che, come diceva il colonnello Kilgore di Apocalypse Now, “fa surf”.

AMBIENTE

Andrea Segrè, Vivere a spreco zero - Una rivoluzione alla portata di tutti (Marsilio, pagg. 160, Euro 12,00)

Cosa possiamo fare noi - cittadini-attivi, consum-attori, società civile - per evitare gli sprechi di cibo, acqua, energia? Cosa possono fare le imprese per prevenire perdite e inefficienze che comportano impatti economici, ambientali e anche sociali assai negativi per tutta la collettività? Cosa dovrebbero fare i nostri amministratori locali e la politica nazionale ed europea per promuovere una società che metta al bando gli sprechi: non solo di alimenti, acqua ed energia ma anche quelli legati ai rifiuti, alla mobilità, agli acquisti? Cosa dovrebbero fare i governi per promuovere un modello di produzione e di consumo che consenta di risparmiare e rinnovare le risorse naturali, e soprattutto farci uscire dalla crisi? Andrea Segrè tratteggia in questo libro un orizzonte, non a caso definito «spreco zero», che porta concretamente a una nuova visione del rapporto fra ecologia ed economia. Dove la seconda - letteralmente la buona amministrazione della casa - è parte integrante della prima: la casa più grande, la nostra Terra. Fare di più con meno, avere meno cose e più beni, relazionali e comuni. Vivere a spreco zero fa capire, con tanti consigli pratici, come si può passare da un falso ben-essere a un autentico ben-vivere. Ma è anche una vetrina di buone pratiche - in parte già esistenti, come il Last Minute Market - che, se replicate su scala nazionale ed europea, porteranno a una società più giusta e responsabile, equa e solidale, rinnovabile e sostenibile rispetto ai bisogni e ai diritti dell'umanità

 

STORIA

Luca Pignataro, Il Dodecaneso italiano – 1912-1947 – II Il Governo di Mario Lago 1923 – 1936 (Solfanelli, pagg. 664, Euro 40,00)

Il governo di Mario Lago segnò per il Dodecaneso l’ingresso nella “modernità”: costruzione di infrastrutture ma anche rigore nell’amministrazione pubblica, ordinamento di aspetti rilevanti della vita sociale (come catasto, censimento, sanità, assistenza all’infanzia, istruzione, bilanci comunali, elezioni amministrative), sviluppo dell’economia, promozione della cultura, apertura al turismo internazionale.  Il volume ricostruisce il profilo biografico di Mario Lago (un diplomatico amico di qualificati esponenti della cultura italiana di primo Novecento, egli stesso scrittore e critico d’arte) e la sua opera di governo in Egeo sullo sfondo dei complessi rapporti tra amministrazione italiana, regime fascista, enti locali, comunità etnico-religiose nonché delle esigenze di politica estera e del ruolo di Rodi come centro d’influenza italiana in Levante particolarmente nei riguardi degli Ebrei.

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Alberto De Stefani, Gran consiglio ultima seduta - 24-25 luglio 1943 (Le Lettere, pagg. 114, Euro 15,00)

L’ultima testimonianza inedita, scritta da un protagonista, sulla seduta del 25 luglio 1943 che determinò la fine del regime fascista. Scritto a caldo, subito dopo gli avvenimenti su quadernetti di scuola elementare durante il periodo di clandestinità dell’autore, questo testo, ritrovato casualmente dopo un cinquantennio, è un documento eccezionale non solo per la rivelazione di particolari sconosciuti sull’andamento della storica seduta ma anche perché rappresenta una sorta di “esame di coscienza” di un intellettuale di forti convincimenti risorgimentali e liberisti di fronte alla tragedia della guerra e alla involuzione totalitaria del regime.

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Marco Gasparini e Claudio Razeto, 1943 - Diario dell'anno che sconvolse l'Italia (Castelvecchi, pagg. 286, Euro 16,50)

Il 1943 fu indubbiamente l’anno che cambiò il corso della Seconda Guerra Mondiale e i cui eventi determinarono il crollo del regime di Mussolini in Italia e la conseguente guerra civile. Da allora la data 8 settembre, quella dell’armistizio con gli Alleati, rimarrà per sempre nella storia degli italiani come sinonimo di caos e di sfascio, di fuga e di disonore ma anche di riscatto e di orgoglio come accade così spesso nella storia del nostro Paese, capace di reazioni estreme quando la situazione si fa insostenibile. Dodici mesi terribili ed eclatanti in cui accadde di tutto e di tutto si disse. Dalla fine del regime fascista alla ritirata dell’Armata italiana in Russia, dall’ultima battaglia d’Africa in Tunisia allo sbarco in Sicilia. Il lavoro di Gasparini e Razzeto è la ricostruzione quotidiana di un anno ad alta intensità. Trecentosessantacinque giorni raccontati ai lettori tramite documenti ufficiali, lettere, diari privati – come quelli di Ciano, Bottai, Rachele Mussolini e De Bono – archivi e giornali dell’epoca e materiale storico di Esercito, Aeronautica e Marina Militare. Una fedele trascrizione di ogni singola giornata, un diario scritto con le voci dei protagonisti che riserva non poche sorprese su ciò che accadde in quell’anno.

STORIA DELLE DESTRE

Fabrizio Crivellari, Colle Oppio vigila – Romanzo militante (Eclettica, pagg. 233, Euro 14,00)

Cortei, volantinaggi, affissioni. Ore e ore trascorse nel fortino/sezione a ridere e scherzare oppure ad accapigliarsi in complicate riunioni fumose. Ma non solo. Le strade della capitale prendono vita sotto i passi delle ragazze e dei ragazzi di Colle Oppio, la più antica sezione del MSI, eretico fiore all'occhiello del Fronte della Gioventù. E poi c'è l'universitá, con le assemblee, i baroni, la voglia di esistere di una agguerrita minoranza, le dinamiche della politica studentesca e, immancabilmente, "quei rompicoglioni degli Autonomi". Il giovane Ferdinando vive la sua esistenza politica come una missione, rispettando con devozione le spesso incomprensibili "tradizioni militanti", ma lanciandosi al tempo stesso in spericolati progetti politici e di comunicazione, non sempre compresi. Si muove all'interno di un branco eterogeneo, scanzonato, a volte folle e sempre traboccante di generositá. E racconta con ironia, come testimone divertito e appassionato, le vicende di un soggetto politico straordinariamente originale.

SCIENZA

Olivier Rey, Itinerari dello smarrimento – E se la scienza fosse una grande impresa metafisica ? (Ares, pagg. 320, Euro 15,90)

Gli obiettivi che la scienza moderna agli inizi si è posta erano «grandiosi»: essere la vera filosofia, che rivelava il mondo com’è realmente, alleviare le fatiche degli uomini, rendendoli padroni della natura, e renderli felici, insediandoli nel posto che spetta loro nel creato. Anche il suo procedere dal Seicento a oggi è stato apparentemente un grande successo, ma di fatto si è tradotto in un «itinerario dello smarrimento», che ci ha condotti all’insignificanza. Questa è la tesi provocatoria, ma purtroppo ben motivata, che scaturisce dall’analisi della scienza moderna dipanata in questo consistente saggio da Olivier Rey, matematico e filosofo, perciò esperto conoscitore dall’interno del mondo scientifico dei temi che affronta. Ripercorrendo il cammino della scienza nelle sue tappe più rilevanti, come la matematizzazione della natura e l’adozione del metodo sperimentale, Rey evidenzia come il soggetto(divino e umano) sia svanito nel processo di oggettivazione del reale e anche l’oggetto sia poi stato risolto negli schemi e parametri in funzione dei quali è spiegato il suo comportamento nelle diverse circostanze. Così, gli interrogativi filosofici sul mondo sorti sin dall’antichità non possono più essere posti, perché non ci sono più azioni libere: ciò che l’uomo credeva di trarre dalla propria interiorità non è che il risultato di processi anonimi che lo determinano interamente. Bisognerebbe compiere, conclude Rey, un «passo di lato», ritrovando nella cultura la mediazione tra il soggettivo e l’oggettivo, ma la scienza si oppone, perché la cultura implica l’inscrizione in un contesto storico-sociale, mentre è proprio nell’oblio del suo passato che la scienza progredisce più in fretta.

RELIGIONI

Massimo Introvigne e Pierluigi Zoccatelli (a cura di), Enciclopedia delle religioni in Italia  (Elledici, pagg. 1239, Euro 125,00)

Sono 836 le religioni presenti sul territorio italiano:  una realtà ampia e complessa della quale, ad oggi, mancava un’analisi sistematica e documenta. “L’Enciclopedia” di Introvigne e Zoccatelli copre finalmente questa mancanza offrendo al lettore un’analisi puntuale.    Di ogni religione è dato l'indirizzo della sede di riferimento, il telefono, il fax, l'indirizzo email e l'URL del sito internet, quando questi elementi esistono,  un compendio storico e dottrinale con una bibliografia essenziale italiana e straniera per approfondire ogni realtà trovata. Il testo è organizzato in 38 sezioni più due appendici sulla massoneria e sul libero pensiero. Comincia con l'Ebraismo e, passando anche per una succinta descrizione della Chiesa Cattolica, giunge fino al New Age non tralasciando il Satanismo e molti culti normalmente mai sentiti. Ogni sezione ha un'introduzione che descrive la sezione stessa e i suoi elementi comuni ed è completata da una bibliografia internazionale.

FILOSOFIA

Friedrich Nietzsche, Può un invidioso essere felice ?  (Elliot, pagg. 64, Euro 6,00)

Scritti fra il 1863 e il 1864, anni in cui Nietzsche termina gli studi nella Scuola  di Pforta (ginnasio-liceo a numero chiuso, di impostazione umanistica, rinomato per la serietà dell’insegnamento e dove,   a differenza degli altri licei prussiani, in cui prevalevano ideali clericali e monarchici, si respirava l’atmosfera dell’Ellade e di Roma) questi brevi testi - ora pubblicati per la prima volta in Italia - costituiscono riflessioni che non sono assimilabili né a quelle autobiografiche, né a quelle filologiche. In essi si può rintracciare non solo la fase di maturazione umana e intellettuale del giovane Nietzsche, ma anche - come già Mazzino Montanari riconobbe per gli scritti autobiografici dello stesso periodo - le anticipazioni dei grandi motivi della sua filosofia successiva. In queste pagine, dunque, gli ultimi retaggi dell'influenza religiosa familiare lasciano intravedere lo sviluppo delle sue posizioni anticristiane e rivelano l'attenzione per l'antichità unita all'interesse per il destino tedesco.

PERSONAGGI

Heimo Schwilk,  Ernst Jünger – Una vita lunga un secolo  (Effatà, pagg. 720, Euro 22,00)

Ernst Jünger (1895-1998) può essere definito il “diarista del XX secolo”: filosofo, romanziere, saggista, figura eminente della cultura tedesca del Novecento, ha coniato uno stile inconfondibile, aggressivo e sfavillante, che sembra far parlare lo spirito del mondo. Non soltanto nelle sue opere, ma anche nella vita ha incarnato i passaggi e le cesure della storia tedesca. Nella giovinezza acceso nazionalista, al fronte nella Prima guerra mondiale, fu critico del nazismo e divenne al termine della sua lunga esistenza un classico europeo. La prima biografia di Jünger edita in Italia fa ricorso a documenti di prima mano, offrendo un ritratto completo di quest’uomo affascinante e discusso.

                                                         

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Andrea Niccolò Strummiello, Ernst von Salomon. L’ ultimo proscritto  (Ritter Editore, pagg. 214 Euro 18,00)

Attraverso questa densa e interessante biografia ci si può immergere nell'epopea e nell'atmosfera che aveva nutrito la stagione guerriera dei "Freikorps" e successivamente dato vita a quella che verrà definita come la componente nazional-rivoluzionaria della Rivoluzione Conservatrice. Un’  appassionante e affascinante storia nazional-rivoluzionaria, quella di Ernst von Salomon, che ebbe inizio tra le macerie della Germania sconfitta e umiliata, per proseguire poi tra il fuoco e il sangue della guerra civile, la sua partecipazione a velleitari complotti cospiratori ed a vere rivolte popolari, i rapporti che intrattenne con Ernst Junger e con Ernst Niekish, altre figure simbolo di quell'opposizione nazional-rivoluzionaria al Sistema di Weimar, che entrò ben presto in rotta di

collisione con il più organizzato e strutturato movimento nazionalsocialista.

                                                                     

CLASSICI

Richard Wagner, I Vibelunghi- Storia universale secondo la Saga (Edizioni di Ar, pagg. 106, Euro 16,00)

Scrive il grande germanista Ettore Lo Gatto nella presentazione dell’edizione italiana de “I Vibelunghi” che “in Siegfried non è incarnata la figura dell’ imperatore, ma quella dell’‘uomo libero”, dell’uomo ideale, la cui signoria è più spirituale che materiale, che la vince anzi sull’idea pratica d’un impero terreno, per celebrare quella d’un impero divino, in cui si salvi il genere umano, liberato da tutti gli elementi che inquinano quello.” Ecco riapparire qui l’uomo ‘differenziato’ di cui scriveva Julius Evola, capace di riscattare le masse e farle popolo: l’individuo incorruttibile che sa liberarsi dal giogo del tempo e dalle sue crisi.  Questa edizione del testo wagneriano comprende una tavola originale di Curzio Vivarelli: "Omaggio a Richard Wagner: ricomposizione scenografica per 'La Valchiria'", nonché una sua postfazione in cui si ricordano gli episodi più salienti del rapporto del celeberrimo compositore con l'Italia.

                                                                      ***

Juan J. Linz, Sistemi totalitari e regimi autoritari  (Rubbettino,  pagg. 480, Euro 24,00)

Cosa distingue un “sistema totalitario” da un “regime autoritario”? E quali sono gli elementi che rendono il totalitarismo e l’autoritarismo modelli di organizzazione politica peculiari e specifici, con proprie caratteristiche interne e con autonomi meccanismi di funzionamento? Quali e quanti sono stati, nel corso del Novecento, i sistemi politici classificabili come “non democratici”? E quale è stata la loro diffusione nelle diverse aree del mondo? È a queste domande – al centro da decenni della riflessione scientifica – che cerca di rispondere questo saggio, considerato sin dalla sua uscita nel 1975 un classico della scienza politica contemporanea. Sulla base di un vasto materiale empirico, ricorrendo alla comparazione storica e a un rigoroso sforzo di concettualizzazione, Linz sviluppa una articolata classificazione dei regimi “non competitivi”, distinguendo tra una varietà di tipologie (dal totalitarismo all’autoritarismo, dal sultanismo al post-totalitarismo) e numerosi sottotipi (dai sistemi totalitari ideologici alle democrazie razziali, dai regimi autoritari di mobilitazione ai sistemi totalitari di partito). Quello che risulta è un quadro della storia politica del Novecento per molti versi innovativo, dal quale emergono con chiarezza le molteplici sfide e i differenti rischi che le democrazie hanno dovuto affrontare e superare prima di affermarsi e consolidarsi su una scala sempre più vasta. Ma la partita, avverte Linz, non è affatto conclusa. Totalitarismo e autoritarismo possono costituire, ancora oggi, una minaccia potenziale, soprattutto per quei sistemi democratico-competitivi alle prese con la crisi economica e con gravi problemi di funzionalità e legittimità. Questo libro, scritto con il rigore dello scienziato e animato da una grande passione per la libertà, ci aiuta a conoscere meglio i “nemici della democrazia”.

MUSICA

Eugenio Capozzi, Innocenti evasioni – Uso e abuso politico della musica pop – 1954-1980  (Rubbettino, pagg. 194, Euro 14,00)

Secondo un luogo comune ormai consolidato la musica di consumo di massa diffusa nei Paesi occidentali da più di mezzo secolo, a partire dal rock'n'roll, avrebbe la sua origine in una rivolta giovanile anti-sistema. Una tesi a cui corrisponde, in Italia, la tendenza ad enfatizzare la rilevanza dei musicisti "impegnati". In questo volume si sostiene invece che il rock e il pop - le forme artistiche forse più popolari in tutta la storia umana - sono sempre stati aperti per loro natura a qualsiasi messaggio facilmente universalizzabile. Rispetto ai temi pubblici, dunque, anche nei periodi di maggiore fortuna di un'idea militante dell'arte (tra anni Sessanta e Settanta) essi sono stati portatori di sentimenti diversificati e contraddittori: rivoluzionari o "integrati", progressisti, conservatori o addirittura antipolitici.

CINEMA

Armando Fumagalli – Luisa Cotta Ramosino (a cura di), Scegliere un film 2013 (Ares, pagg. 488, Euro 19,00)

Come i nove precedenti volumi (2004-2012), Scegliere un film 2013 è uno strumento ideale sia per genitori che vogliono scegliere un film da godere in famiglia, sia per chi organizza cineforum, soprattutto in contesti educativi (scuole, gruppi giovanili, associazioni...). Ma anche gli studiosi, i professionisti dell’audiovisivo e i semplici appassionati potranno trovare uno sguardo acuto, intelligente e originale per comprendere a fondo i film analizzati. Il volume raccoglie infatti i circa 190 titoli considerati più significativi fra quelli usciti da giugno 2012 a maggio 2013. Le recensioni, firmate da giovani e brillanti professionisti dei media (sceneggiatori, story editors, studiosi), privilegiano la componente narrativa: il tipo di storia! raccontata, i personaggi e i valori di cui si fa portatrice, con una valutazione che tiene in primo piano le componenti etico-antropologiche del film. Per rendere la consultazione più rapida e immediata, a ogni film è stato attribuito un voto in stelline, da una a cinque. Il voto non è per cinefili, ma per un pubblico di persone «normali», ed è il frutto di un giudizio complessivo che tiene conto dei pregi estetici, ma soprattutto contenutistici.

UMORISMO

Marcello Marchesi, Il dottor Divago  (Bompiani, pagg. 223, Euro 10,00)

Per la prima volta in volume la raccolta della produzione umoristica di uno dei fondatori della comicità italiana: come giornalista prima e come autore radiofonico e televisivo poi, Marcello Marchesi ha fatto ridere due generazioni di italiani con le sue battute fulminanti. Un umorismo dissacrante e mai volgare, che ha animato testate leggendarie come “Marc’Aurelio” e i programmi radiofonici della Rai, da Cinquemilalire per un sorriso condotto da Corrado fino ad arrivare negli anni settanta a Quarto Programma con Maurizio Costanzo. Ma è soprattutto in tv che l’estro comico di Marchesi diventa assoluto protagonista nella scrittura dei grandi varietà come Canzonissima e nella realizzazione di centinaia di caroselli e campagne pubblicitarie, per le quali inventa slogan divenuti proverbiali. Un umorismo dissacrante che ha animato, dunque, mezzo secolo di spettacolo e continua a strappare risate ironizzando sui vizi dei famosi e sulle manie della gente comune. Una scrittura sferzante, capace di attraversare con il sorriso ricchezza e povertà, vecchiaia e giovinezza, sacro e profano. Le battute di Marchesi – piccole storie, filastrocche, aforismi – raccontano un mondo surreale in cui non possiamo fare a meno di riconoscere il meglio e il peggio di noi stessi.

                                                         

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