Musica Europea al Maggio Fiorentino

Un gemellaggio musicale tra il Danubio e l’Arno: la musica viennese sul palcoscenico del Comunale mercoledi 25 settembre

Ospite il violino solista cinese Dan Zhu, una star internazionale dell’archetto che ha esordito in pubblico ad appena dodici anni con la China Youth Chamber Orchestra

di Domenico Del Nero

Un gemellaggio musicale tra il Danubio e l’Arno: la musica viennese sul palcoscenico del Comunale mercoledi 25 settembre

Il violinista Dan Zhu

Una interessante passeggiata in una delle grandi capitali – per non dire la capitale per eccellenza – della musica Europea. E’ un percorso tutto viennese quello che il maestro  Zubin Mehta e l’orchestra e coro del Maggio Musicale Fiorentino offriranno al pubblico in riva d’Arno, mercoledì 25 settembre  alle 20,30 al Teatro Comunale, in una sorta di … gemellaggio col Danubio, visto e considerato che in programma c’è anche Strauss junior.  Ospite il violino solista cinese Dan Zhu,  una star internazionale dell’archetto che ha esordito in pubblico ad appena dodici anni con la China Youth  Chamber Orchestra e adesso si esibisce ormai in tutto il mondo, dal Nord America all’Europa e all’Asia: il suo violino è un Carlo Antonio Testore del 1763 fornitogli dalla Alexis Gregory Foundation.

Da Otto Nicolai a Erick Korngold, passando per  Johan Strauss junior, Hugo Wolff e Arnold Schonberg: opera, danza, lied e musica sinfonica tra avanguardia e conservazione, o forse sarebbe più corretto dire sperimentazioni diverse. Elemento unificante è senz’altro la grande città mitteleuropea con le sue varie stagioni artistiche e culturali, che anche quando non è più capitale di un grande e glorioso impero non rinuncia per questo al suo ruolo di faro di civiltà.  Otto Nicolai però ( 1810 – 1849) era tedesco di Konigsberg e solo nel 1841 si stabilì nella capitale austriaca, ma fu qui che realizzò i suoi due  capolavori: come direttore d’orchestra fondò infatti il primo nucleo dei Wiener Philharmoniker  e come compositore scrisse il suo ultimo Singspiel,  Die lustigenWeiber vonWindsor  (Le allegre comari di Windsor) rappresentato poi a Berlino nel 1849, l’anno stesso della sua scomparsa. Tratta dall’immortale capolavoro di Shakespeare con il furfantesco, canagliesco e simpaticissimo sir John Falstaff, l’opera di Nicolai non ha certo nulla a che vedere con il capolavoro immortale che Boito e Verdi daranno alla luce circa quarant’anni dopo: ma è pur sempre una gradevole commedia in musica, di un umorismo sottile e garbato. Il concerto di mercoledì ripropone la brillante ouverture, che nella sua struttura bipartita rielabora alcune melodie del III atto tra cui quella cullante del coro “alla luna”( che viene presentato subito dopo la sinfonia)  e l’allegro che invece comunica all’ascoltatore  l’impressione di un lieto conversare e di una danza festosa.  E se è vero che i Viennesi la danza l’hanno nel sangue, nessuno meglio di Johan Strauss junior (1825 – 1899) il “re del valzer” in una famiglia di veri e propri …. sovrani  di questo genere, poteva  essere tra i rappresentanti di questo percorso mitteleuropeo.  Il valzer Wiener Blut (sangue viennese) che chiuderà il concerto fiorentino, fu eseguito per la prima volta nel 1873 proprio  nel Musikverein di Vienna, la sala da concerto dei Wiener Philharmoniker fondati anni prima da Nicolai, in una occasione molto particolare: le nozze dell’arciduchessa Gisella d’Asburgo Lorena con Leopoldo di Baviera, festeggiate dalla capitale dell’impero a passo di danza: e questo valzer, di una eleganza straordinaria, inizia, dopo una prima introduzione che dovrebbe consentire la formazione delle coppie danzanti, con una melodia oziosa eseguita dagli archi, come a suggerire l’idea di un lento risveglio, per poi animarsi progressivamente finché tutta l ‘orchestra non culmina in un movimento festoso e raffinato.

Un altro genere figlio dello spirito musicale germanico è senza dubbio il lied, banco di prova di tutti i grandi compositori austriaci o tedeschi, da Beethoven a Schubert a Brahms.  Per  Hugo Wolf (1860 -1903), critico musicale e compositore a tempo perso dalla vita bohemien, era senza dubbio il genere più congeniale:  si trattava infatti di un musicista assai sensibile al fascino e alla seduzione della parola poetica,  fosse quella di Morike, Eichendorff,Goethe, Shakespeare o quella tradotta da anonimi poeti spagnoli e italiani. Der Feuerreiter ( il cavaliere di fuoco, 1888) è un Lied per composto su una ballata gotica “nera” di Eduard Morike (1804 -1875)  di indubbio sapore romantico. Vi si narra di un misterioso “Cavaliere del Fuoco” che col suo copricapo rosso corre su un cavallo scheletrico a spegnere l’incendio di un mulino ma ne rimane vittima:  un Volkslied che ricorda  le medievali  danze  macabre, con un aspetto drammatico che si intona bene alla sensibilità musicale di Wolff: nulla a che vedere con la Danse Macabre  di Camille Saint Saens, (1874) il poema sinfonico in cui l’estroso musicista francese sembra quasi farsi gioco di simili leggende. La versione eseguita è quella per coro e orchestra, composta nel 1892.

Infine, due testimoni diversi della musica del Novecento: Arnold Schonberg, padre della dodecafonia,la cui Kammersymphonie op. 9 (1906)  costituisce una sorta di “risposta” alla mastodontiche sinfonie alla Mahler: una sinfonia per appena 15 strumenti che suonano per soli venti minuti circa.  Si tratta di una composizione in un unico movimento pentapartito,  in cui  si fondono la struttura classica della forma sonata e quella romantica della forma ciclica (ritorno di elementi tematici in varie parti). E’  ancora presente  la tonalità (Mi maggiore) ma il processo di emancipazione della dissonanza (accordi consonanti e dissonanti hanno lo stesso valore e impiego) dà vita ad attriti inediti e alla rottura degli equilibri tonali.

Ma il Novecento non è solo “avanguardia” e c’è chi si muove in altre direzioni.  Erich Wolfgang Korngold (1897 -1957 ) si fa conoscere in Europa per una rinomata vena melodica e per lo stile sostanzialmente “classico”. Formatosi in Austria sotto l’influenza dello stile di Mahler e Richard Strauss, fu compositore, arrangiatore di operette e direttore d’orchestra; Nel 1934 Max Reinhardt gli chiede di arrangiare la musica di Mendelsshon per un suo film: comincio per Korngold una carriera in America, all’insegna dell’eclettismo e del dinamismo.  Il musicista  firma contratti con Paramount e Warner Bros per importanti produzioni cinematografiche ma in Europa prosegue l’attività  di direttore e compositore, almeno fino all’annessione dell’Austria da parte della Germania, che inferse un duro colpo all’attività del musicista che era ebreo. Gli rimase comunque il successo hollywoodiano che però pregiudicò la sua reputazione di compositore “serio”; e proprio per salvaguardarla  Korngold compose nel 1945, a guerra finita, il Concerto per violino in re maggiore op. 35, riutilizzando però  materiale melodico dalle colonne sonore di Another dawn, Juarez, Anthony Adverse e The Prince and the Pauper, a dimostrazione della validità di tutta la sua musica.  Articolato in tre movimenti (Moderato, Romanza, Allegro assai) ha un carattere in prevalenza lirico e velatamente nostalgico ma richiede al violinista anche doti di bravura, soprattutto per i passi virtuosistici dell’Allegro.

Un programma davvero ricco e articolato, per una serata come sempre all’insegna della grande e buona musica.

PROGRAMMA

Direttore Zubin Mehta

Violino Dan Zhu

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino

Maestro del Coro Lorenzo Fratini

Otto Nicolai (1810 - 1849) Die lustigen Weiber von Windsor:  Ouverture e Mondchor (coro della luna)

 Hugo Wolf (1860-1887) Der Feuerreiter, per coro e orchestra  su testo di Eduard Morike

Erich Korngold (1897-1957) Concerto in re maggiore op. 35 per violino e orchestra

per violino e orchestra: Moderato nobile  - Romanza: Andante  - Finale: Allegro assai vivace

 Arnold Schönberg (1874-1951) Kammersymphonie op. 9 in mi maggiore

per 15 strumenti

 Johann Strauss junior (1825-1899) Wiener Blut, Walzer op. 354

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