La storia dei «Modi di dire»

Chi non beve in compagnia o è ladro o fa la spia

Chi invece non beve bene rischia di fare la fine del vescovo tedesco Giovanni Fugger che...

di  Totalità

Chi non beve in compagnia o è ladro o fa la spia

Chi non beve in compagnia o è ladro o fa la spia.

Dice che talvolta si è trascinati, anche aldilà delle proprie intenzioni, da quel legame di “compagnia” che obbliga ad un comportamento solidale.
Il poeta greco Alceo canta più volte e in diverse circostanze il vino nei libri dei Carmi. In un libro dopo il decimo sono raccolti molti versi: “Ora bisogna inebriarsi, e che ognuno beva a forza, poiché è morto Mirsilo” (24), “ché il vino è specchio dell’uomo” (25), “Non bisogna abbandonarsi alle sventure, ché nulla guadagneremo ad affliggerci, o Bicchide; ma ordinare vino e ubriacarsi è la migliore medicina” (27), “Giove diluvia; una grande invernata dal cielo, e son gelate le corrente dei fiumi… Caccia l’inverno attizzando il fuoco e mescendo dolce vino senza risparmio, poi attorno alle tempie avvolgi una morbida lana” (30), “Beviamo! Perché attendere la sera? Il giorno è breve; togli giù presto i nappi dalla credenza, ché il figlio di Sèmele e di Giove trovò il vino adatto a sopire gli affanni degli uomini. Versa, e mesci uno a due, ricolmi fino all’orlo, e una coppa cacci l’altra” (38), “Sentivo che s’avanza la primavera fiorita… e mescete subito subito un cratere del dolce vino” (58).
Un divertente sillogismo del poeta Ulrich von Hutten, amico di Lutero, dice:
Qui bene bibit bene dormit
qui bene dormit non peccat
qui non peccat venit  in coelum
ergo qui bene bibit venit  in coelum

(chi beve bene dorme bene, chi dorme bene non pecca, chi non pecca va in cielo, dunque chi beve bene va in cielo).
Chi invece non beve bene rischia di fare la fine del vescovo tedesco Giovanni Fugger che, scendendo verso Roma  aveva mandato avanti un suo servitore per selezionare le osterie provviste di buon vino e segnalarle scrivendo sull’uscio la parola latina est, vale a dire est bonus, è buono. Il vescovo quando arrivò a Montefiascone bevve tanto che morì. Il domestico scrisse sulla sua tomba questo epitaffio:
Est, est, est 
propter nimium est
hic Johannes de Foucris
dominus meus
mortuus est
(Est, est, est, per il troppo est, quì Giovanni Fugger mio padrone morì).

 

Bibit hera, bibit herus, bibit miles, bibit clerus.
Bibit ille, bibi illa, bibit servus cum ancilla.
Bibit velox, bibit piger, bibit albus, bibit niger.
Bibit constans, bibit vagus, bibit rudis, bibit magus.
Bibit pauper et aegrotus, bibit exul et ignotus.
Bibit puer, bibit canus, bibit praesul et decanus.
Bibit soror, bibit frater, bibit anus, bibit mater.
Bibit ista, bibit ille, bibunt centum, bibunt mille
.(Carmina burana).
(Beve la padrona, beve  il padrone, beve il soldato, beve il prete. Beve quello, beve quella, beve il servo con l’ancella. Beve il veloce, beve il pigro, beve il bianco, beve il negro. Beve il tenace, beve il volubile, beve l’ignorante, beve il sapiente. Beve il povero e l’ammalato, beve l’esule e lo sconosciuto. Beve il ragazzo, beve l’anziano, beve il presule, beve il decano. Beve la sorella, beve il fratello, beve la vecchia, beve la madre. Beve questa, beve quello, bevono cento, bevono mille).

Et pro rege et pro  papa
Bibunt vinum sine aqua
.
Et pro papa et pro rege
Bubunt omnes sine lege
,
A.Faselius, Latium oder das alte Rom in Seinen Sprichwàrter, Weimar, 1859.
(Alla salute del re e del papa, bevono vino senz’acqua, alla salute del papa e del re, bevono tutti senza limite).

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