Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
La strega Artemisia
A Boschivia, una ridente cittadina di campagna immersa all’interno di una rigogliosa foresta, ci stavamo preparando alle imminenti festività Natalizie come era ormai tradizione da tanti e tanti anni.
Quando eravamo bambini avevamo paura dell’uomo nero; da grandicelli temevamo le streghe, della cui esistenza abbiamo imparato dai libri di fiabe. Ho creduto a loro fino ai dodici anni, perché mentre, alcuni giorni prima di Natale, stavo camminando verso casa ho notato una gracile signora, tutta spettinata, mal vestita la quale, mi avevano raccontato, provocava il malocchio ai bambini, prevedeva le disgrazie dei giovani genitori e incantava i mariti probi per farli cadere tra le braccia di donne di malaffare.
Questa strega si chiamava Artemisia, ma per i miei genitori era
solo una povera donna con un forte squilibrio mentale.
Un giorno, io e il mio amico Marco, la vedemmo da lontano a cavallo di una
scopa volare verso ponente. Una nube grigiastra, spinta dal vento, sembrava
farle da tappeto e intorno a lei il sole filtrava la luce nei suoi capelli
aggrovigliati con effetti simili ad un aureola malefica. Le folate di brezza
sembravano giocare con i suoi vestiti laceri, tanto da dargli la forma di ali
di pipistrello.
In realtà era un effetto ottico, ella camminava veloce, piegata in avanti e borbottando fra se e se Dio solo sapeva quali incantesimi maligni. Ma erano solo parole cattive. Noi la seguimmo a una prudente distanza per evitare il suo sguardo ammaliatore.
Nonostante questo si accorse di essere seguita e, improvvisamente, si fermò e si girò verso di noi, che vistici scoperti ci demmo alla fuga in preda alla disperazione, coprendo il nostro volto in modo da evitare eventuali incantesimi incrociando i suoi occhi.
Artemisia si mise a rincorrerci e si fermò soltanto davanti alla chiesa di San Bernardino, dove un gruppo di signore, tra le quali c’era mia madre, stava pregando il Santo all’aperto.
Io mi precipitai da lei nascondendo il viso tra le sue ginocchia:
-Mamma la strega Artemisia mi ha fatto il malocchio!- gridai angosciato.
Ma lei non incoraggiò la mia disperazione, al contrario si divincolò dal mio abbraccio, mettendo le sue mani sulle mie spalle e esclamando con energia:
-Calmati! Niente panico! Ma di quale strega parli? Le streghe non esistono !...-
-Guarda mamma, guarda se c’è !- Urlai disperato.
Mia madre la vide, la salutò e andò incontro alla vecchietta ordinandomi di seguirla. Mentre mi prendeva per mano cercava di tranquillizzarmi dicendomi che tutto era, quell’anziana, all’infuori di una strega.... Mia madre, anzi, cominciò a chiamarla per nome :” Artemisia, Artemisia venga qui.”
La donna ci raggiunse mentre io rimanevo nascosto dietro mia madre.
Artemisia si avvicinò piuttosto impaurita; dopo tutto, c’erano molti che l’avevano insultata e maltrattata in paese. Mi venne ordinato di salutarla almeno tre o quattro volte.
Alla quinta, la mamma prese con vigore la mia mano destra e l’ avvicinò a quella della vecchia. Istintivamente la ritrassi perché da così vicino Artemisia puzzava di topi morti. Ma mi feci forza, molta forza, e la salutai.
Lei mi strinse la mano con energia, forse inconsciamente, e io
impaurito la ritirai con decisione. Anche lei si spaventò e corse giù per la
strada verso il bosco innevato di Ponte Sospeso.
Chiesi a mia madre se mi avesse dato il malocchio, ma lei rispose ridendo che
non dovevo assolutamente pensarlo.
Allora le chiesi nuovamente se era effettivamente una strega, una maga, una fattucchiera o cos’altro, ricevendo sempre la solita risposta negativa accompagnata dallo stesso sorriso.
Intanto ci stava raggiungendo Marco, rimasto nascosto tutto il tempo dietro il pullman della Chiesa.
Mia madre ne approfittò per dirci:
-Vi ho detto che le streghe non esistono, sono invenzioni di
gente cattiva. Artemisia è una povera vecchietta malata, sola e abbandonata; vive
di elemosina, non ha nessuno, ignoranti che non siete altro. Vistasi
maltrattata da tutti, dalla sua bocca escono solo imprecazioni e male parole. Voi,
invece di unirvi a coloro che l’attaccano, dovreste trattarla con carità e
rispetto, e difenderla dalle persone che la provocano-.
Grazie a mia madre, quella sera, compresi molte cose che mi sono capitate più
tardi nella vita. Conclusi che i diavoli esistono solo nelle pastorali e le streghe
volanti nella fantasia dei bambini durante la notte di Halloween.
Sono gli uomini che hanno provocato le nostre paure: il
terrore causato dalla crescente povertà del mondo in cui viviamo, dove forze
indistinte cercano di moltiplicare i loro profitti qualunque sia il prezzo che
dovranno pagare gli altri. Il timore di perdere la nostra personale e un po’
egoista posizione sociale a favore di qualcuno meno fortunato o più povero.
Quante streghe volteggiano oggi in questo nostro mondo di laceranti disuguaglianze.
Da quell’insegnamento di mia madre capii che le streghe sono diverse da come ce l’avevano descritte.
Esse sono le imposizioni forzate, la mala giustizia, la corruzione dilagante; sporcare il calcio, cioè un gioco, perseguitare un innocente, mettere un collare invisibile ma ben stretto al collo di ognuno di noi sono le nostre streghe, da esse dobbiamo difenderci.
Insomma Boschivia, le streghe, il malocchio, i maghi forse non esistono, ma è curioso che il gioco preferito dal nostro BelPaese sia proprio la caccia alle streghe -non quelle malvage- ma le loro vittime che un maleficio ben elaborato fa apparire come tali.
Rifletteteci amici.
Inserito da NewBalance547 il 15/11/2014 11:12:19
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Inserito da ZARA_EBOLI il 01/01/2012 21:11:49
Carissimi siete bravi veramente. Zara
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