Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Rikers Island Prison, New York
Finalmente arrivò Natalie Forrest Bourke, l’avvocato di Peter Cummings.
Era una bella donna sulla cinquantina, capelli castani lunghi e ben curati, occhi azzurri e belle gambe che mostravano le tante ore di palestra per mantenerle così ben tirate.
Alla donna venne riassunta l’essenza delle quasi tre ore di interrogatorio e lei, del tutto sbigottita, chiese con fare perentorio perché non l’avessero aspettata, così da non imbarazzare ancora di più il suo cliente. Le scaramucce fra i tre durarono una decina di minuti, ognuno affermando i propri diritti quando, dopo aver bussato, entrò un agente di chiara origine portoricana a consegnare nella mani di Miller un mandato di Nigel Grossman, il sostituto procuratore distrettuale di Hoboken.
Il poliziotto, insieme a Bovaro, lesse silenziosamente quella lunga lettera mentre Peter e il suo avvocato si guardarono preoccupati e perplessi.
Prima Miller e poi il collega esposero il contenuto della missiva.
Questa la parte finale della lettera:
“ ….pertanto la polizia di questo distretto, in esecuzione del presente mandato di fermo emesso dal sostituto procuratore distrettuale Nigel Grossman, pone agli arresti Mr. Peter Cummings, di anni 39, destinatario del provvedimento perché ritenuto responsabile di truffa e furto contro il titolare della Compagnia Roughoaks corporation .
Dopo che Mr. Peter Cummings avrà preso visione della presente dovrà essere condotto presso il carcere di Rykers Island, sito nell’area distrettuale New di York.”
Un silenzio, pieno di terrore, invase la stanza.
Lo sgomento negli occhi stralunati di Peter, il turbamento dell’anima per il dolore che sicuramente avrebbe devastato i suoi cari; una ferita mortale che quel giorno interruppe la vita di un 40enne orgoglioso, presuntuoso e tanto ingenuo.
Lacrime di rabbia sgorgarono dai suoi occhi e la sofferenza della sua anima lo strinse come cappio al collo; stava quasi per svenire mentre intuiva che questa lacerazione non sarebbe mai stata sanata, generando una cicatrice che non si sarebbe mai più rimarginata… mai più!
In quei brevi, distruttivi attimi, Peter si sentì pervaso da odio, tormento e vendetta. Dentro di se la parte animalesca la fece da padrona, fu sovrana della sua mente, annientando qualsiasi istinto d’amore o di pietà.
L’esecrazione verso certune persone s’impadronì di lui, e tutto all’interno della stanza divenne bianco, come una nebbiosa giornata di novembre.
La mente offuscata gli rese impossibile un minimo di ragionamento, mentre l’avvocato Bourke cercò di rendere meno pesanti, con parole d’incoraggiamento, quegli attimi indefinibili.
Inserito da Sara67 il 18/12/2011 17:51:01
Mio Dio, CR l ho visto su totalita facebook e' bellissimo. Io sono di Venezia e lei?
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