L'italia peggio dell'URSS?

Forse hanno salvato l'Italia, ma non gli italiani

Ceto medio e pensionati strozzati dagli aumenti mentre i riscaldamenti consumano inutilmente

di Simonetta  Bartolini

Forse hanno salvato l'Italia, ma non gli italiani

Vogliamo così il futuro dei nostri anziani e poi il nostro?

Bene, adesso lo abbiamo visto in faccia il prof. Monti Presidente del consiglio dirci, attraverso le telecamere di Porta a porta, che diventeremo più poveri, che grazie all’aumento immediato della benzina e del gasolio i prezzi aumenteranno esponenzialmente, che un poveretto che prende 960€ di pensione è considerato un benestante cui non rivalutare il mensile per almeno due anni, che sempre il solito pensionato, possessore come unico bene una bella casa di famiglia che gli permette di non pagare l’affitto insostenibile con quegli stessi 960€ o addirittura meno, per esempio i 700 di una pensione di reversibilità, dovrà pensare a metterla in vendita o rinunciare a mangiare per pagare l’Imu.

«Gli italiani capiranno!» ha chiosato il “sobrio” professore, mentre Napolitano gli faceva eco dicendo che si era fatto appena in tempo a salvare l’Italia. Può darsi che si sia salvata l’Italia, ma non gli italiani, non il ceto medio, non i pensionati.

Non si tratta di negare la necessità di risparmiare, è ovvio che i conti vadano rimessi in ordine. È anche ovvio che non lo si possa fare senza qualche sacrificio e rinuncia da parte di tutti noi.

È invece incomprensibile la qualità di questa “manovra” che crea inflazione, povertà e taglia lo sviluppo.

Lo diciamo da profani, ma non sarebbe stato meglio aumentare i prezzi dei beni superflui (sigarette alcool) obbligare negozi, uffici pubblici ma anche abitazioni private a ridurre le temperature degli interni. Che necessità c’è di stare in maniche di camicia al lavoro, ci si possono anche mettere dei bei maglioni pesanti e tagliare i costi. Non è necessario usare il fresco di lana anche in inverno, esiste il panno pensante che non rende meno eleganti se di eleganza si parla.

Viceversa tassare la benzina  non colpirà solo le tasche del consumatore-automobilista direttamente, cosa che sarebbe anche accettabile e sostenibile in un momento di rigore e risparmi; se non ci possiamo permettere di andare in macchina perché la benzina costa troppo potremmo anche cambiare le nostre abitudini. Il problema dell’aumento di benzina e gasolio è l’aumento che porterà a tutte le merci trasportate su gomma (la grande maggioranza), così appunto i prezzi aumenteranno perché chi potrà eviterà di rimetterci scaricando il peso dell’aggravio fiscale su l’utilizzatore finale (absit iniuria verbis), cioè il cittadino che così pagherà due volte l’aumento del carburante. Per non parlare del prossimo aumento dell’Iva che avrà ancora il risultato di aumentare l’inflazione.

Pensiamo alla tassa sulla prima casa con la rivalutazione degli estimi catastali. Il possessore di prima casa ivi residente, cioè il solito pensionato, ma anche la solita famiglia monostipendio, che riesce malamente a sopravvivere perché almeno possiede la casa e non deve pagare un affitto (ma magari paga un mutuo, pagherà ugualmente l’Imu?) si troverà costretta a vendere quella casa per poter pagare le tasse, o chiedere un prestito per saldare il debito con lo Stato innescando così un meccanismo perverso.

E se pure decidesse di mettere in vendita la propria casa perché non se la può più permettere chi gliela pagherà il giusto prezzo in questo momento? E se tanti italiani dovessero cercarsi un alloggio più piccolo per poter continuare a mangiare che succederebbe al mercato immobiliare?

Tralascio l’aspetto crudele di un pensionato costretto ad abbandonare, con la propria casa, le proprie memorie, ciò che forse solo lo mantiene in vita.

Ma forse è proprio questa la soluzione: facciamo fuori i pensionati improduttivi che succhiano le nostre risorse con le loro magre ma numericamente numerose pensioni.

Poiché siamo politicamente corretti e buonisti fino al midollo non faremo mai un’operazione di eutanasia di massa, per l’amor del cielo! Ci limiteremo a costringere i vecchietti ad andare in miserevoli case di riposo quali il loro magro reddito può consentire, e poi ci penseranno da soli a tirare le cuoia, liberandoci dall’onere di continuare a mantenerli.

Però avremo salvato l’Italia. Caro presidente Napolitano, le è venuto in mente che non tutti i suoi coetanei vivono al Quirinale? O hanno la pensione che comunque le sarebbe toccata e le toccherà almeno come parlamentare di lungo corso?

Negli anni ’70 feci un viaggio nell’URSS, ero una ragazzina che faceva domande stupide e ingenue, un giorno, vedendo che la mattina presto le strade di Mosca erano popolate di vecchi, ingobbiti a spazzare i marciapiedi con una granata dal manico cortissimo (certo così corto per agevolare il naturale ingobbimento dell’età), chiesi alla guida che ci accompagnava, perché persone così anziane facessero un lavoro così umile e faticoso rispetto all’età, e mi sentii rispondere che l’URSS, a differenza dell’Occidente non escludeva i vecchi dalla partecipazione al benessere comune con una borghesissima pensione da nullafacenti, ma in quel modo offriva loro l’opportunità di contribuire alla crescita del paese!

Non vorrei proprio pensare che il comunismo di Breznev fosse più umano dell’Italia di Monti!

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da piero44 il 07/12/2011 16:56:36

    Così si deve parlare. Barva Direttore Bartolini.

  • Inserito da pino_embrisi il 07/12/2011 15:08:28

    Veramente audace.Carissimo Direttore ci ha preso in pieno. Però avrei menzionato anche l'evasione fiscale. Come mai lì gli è stato dato uno scalpellotto e via?

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