Editoriale

La Bonino al Quirinale? Alla larga dai falsi profeti!

Non ci si può accontentare del meno peggio, allora proviamo col meglio e candidiamo Franco Cardini

Domenico Del Nero

di Domenico Del Nero

olte persone, anche magari ben pensanti e pure di destra, sarebbero disposte a passar sopra il fatto che la Bonino sia una mangiapreti pur di vederla scalare il colle del palazzo già dimora pontificia, prima che i Savoia se ne impadronissero con la benedizione delle logge massoniche e in spregio a qualsiasi norma del diritto internazionale, come ben ricordò a suo tempo anche Franco Cardini.  Certo, essere di destra non significa necessariamente essere clericali e neppure credenti:  anzi, neppure l’esser cattolici equivale  sempre e comunque a olezzare di sacrestia, quelle stesse che spesso e volentieri sono magari pronte a  incensare la Bindi di turno o a votare un bel candidato “progressista” solo perché così va il mondo …. O almeno così pensano tanti bravi “parrocchiantropi”.  Si potrebbe anzi dire, parafrasando il grande Attilio Mordini, che oggi più che mai il cattolico dovrebbe riscoprire un po’ di sano ghibellinismo.

Questo però non dovrebbe far dimenticare un piccolo particolare: che lo si voglia o meno, l’Italia è ancora nonostante tutto un paese  permeato di cultura cattolica; il che non significa, Novalis lo aveva  già detto chiaramente due secoli fa, devozione: sicuramente oggi è un paese laico e per molti aspetti nel peggior senso del termine. Ma esiste comunque una cultura dominante che bene o male affonda  le proprie radici nel cattolicesimo, che per quanto veda sempre più riducendosi, ha  comunque il suo peso e la sua consistenza.

Pertanto, se la parola democrazia ha ancora un senso  (e questo detto da chi la disprezza di tutto cuore e ne farebbe più che volentieri a meno) non si vede perché la signora Bonino, che della lotta a tutto quanto sa di cristiano ha fatto la propria ragione di vita, dovrebbe rappresentare degnamente e decentemente un paese come il nostro.  Francamente, passare da un residuato bellico del Cremlino a uno del laicismo più becero e oltranzista non sembrerebbe poi un grande guadagno; non sarebbe poi male ricordare  gli aborti “fai da te” in cui donna Emma si distinse . Quanto poi al modo in cui detti aborti venivano praticati, meglio sorvolare . Pare  che il Centro Informazioni Sterilizzazione e Aborto, da lei fondato insieme all’altra “pasionaria” Adele Faccio vantasse  il record di 10.141 aborti procurati, all’epoca clandestinamente, cioè contro la legge che li considerava (giustamente)  infanticidi.

Certo, si potrebbe obiettare che vi sono state comunque battaglie civili meritorie in cui donna Emma si è distinta: nessun problema a riconoscerlo, così come è doveroso darle atto di determinazione e coraggio personale.  Ma a parte il fatto che di questo è stata ampiamente remunerata con una scintillante carriera politica, certo  non basta a fare di lei un personaggio adatto a rappresentare l’Italia in un contesto politico e culturale come questo: anche a volersi non curare dei cattolici e dei diecimila aborti,  si tratta comunque di una esponente della vecchia casta politica, e non sarebbe male leggersi quello che scrive al riguardo persino Marco Travaglio, che rammenta il disinvolto passaggio dall’appoggio al centrodestra (dal 1994, con alti e bassi, sino al 2006)  al centrosinistra: “Ha ricoperto le più svariate cariche: deputata, senatrice, europarlamentare, commissario europeo, vicepresidente del Senato, ministro per gli Affari europei nel governo Prodi. Ed è stata candidata a quasi tutto: presidente della Repubblica, presidente del Consiglio, presidente delle Camere, ministro degli Esteri e della Difesa, presidente della Regione Piemonte e della Regione Lazio, alto commissario Onu ai rifugiati, rappresentante Onu in Iraq, addirittura a leader del centrodestra (da Pannella, nel 2000).”  [1]Il giornalista ricorda poi che, malgrado le battaglie sostenute contro il finanziamento pubblico dei partiti, quando si trattava di chiedere e ottenere fondi per Radio Radicale la musica era ben diversa!  Chissà se le persone interpellate nei sondaggi  se ne rammentano!.

Non dovrebbe comunque esserci bisogno di simili … travagli per una semplice e piana considerazione: che a furia di “meno peggio” il nostro paese sta allegramente toccando il fondo.  Monti doveva essere la soluzione “meno peggiore” per evitare il disastro   e bisogna essere ciechi o in mala fede per non  vedere dove ha condotto l’Italia. Non si comprende perché si debba andare sempre a cercare il “meno impresentabile” che poi spesso finisce per puzzare ancora di più dei soliti lordi: basti pensare, proprio per un esempio quirinalizio, a Oscar Luigi Scalfaro, gabellato pure dal compare della Bonino,  Marco Pannella, come campione di onestà e rettitudine …. con tutto quel che ne è seguito.

Basta con i falsi profeti, con lo tirar fuori dagli armadi scheletri che sembrano forse più imbellettati e meno rognosi degli altri: oggi non è più il tempo di compromessi, di pannicelli caldi, di andare a cercare il meglio del peggio. Occorre invece che questa sconcia casta  faccia vedere sino in fondo quel che è capace di fare, in modo che gli italiani non possano più far finta di non essere immersi nel fango sino al collo. Oppure, se proprio si deve proporre qualcuno, che sia una proposta davvero nuova e soprattutto inattaccabile, anche se proprio per  questo “impossibile”. Ma il problema, a quel punto, è di chi la rifiuta.

E per trovare un personaggio  che sia veramente al di fuori delle cricche di potere, di grande prestigio intellettuale e morale, né ateo né sacrestano, che ha sempre onorato anche (e forse soprattutto) all’estero il nostro paese con la dignità della cultura  non c’è poi bisogno di guardare lontano. Franco Cardini vale un milione di Emma Bonino e proprio per questo nessuno dei piani alti si degnerà mai di prenderlo in considerazione.  Ragione altrettanto valida perché il suo nome venga fatto, prima sommessamente, poi forse gridato (e qui starà anche alla nostra nobilitate), dalla società civile.



[1] Marco TRAVAGLIO, Quirinale, si fa presto a dire Bonino, in http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/04/07/si-fa-presto-a-dire-bonino/554172/    

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