La valle del silenzio

Favola nera con finale a sorpresa

Dove si racconta di una valle, di una principessa e di maghi rumorosi

di Il Raccontafavole

Favola nera con finale a sorpresa

C'era una volta una signora che viveva in una valle incantata, una valle circondata da verdi montagne, dove la natura era scesa a patti con gli uomini in armonia e gioia. Dove il tempo trascorreva placidamente, come il fiume che dava il nome alla zona. Il silenzio era la più pregiata delle sue qualità, e perciò la nostra principessa ‒ già perché, pur senza corona, di principessa si trattava‒  vi aveva fissato la sua dimora. 

La principessa triste

Questa nobil signora non aveva alcun controllo sulle persone del posto, ma la sua bontà e bellezza, facevano sì che le sue parole fossero ascoltate con molta più ragione e attenzione di quelle di coloro che, investiti da incarichi e ricchi di prebende, avevano potere sulla vita e le proprietà della gente del luogo.
L’umile influenza della bellissima dama sugli abitanti aveva corroso d’invidia il sindaco di quella valle prosperosa, che a sua volta deteneva il potere amministrativo e giuridico, tanto che nel cuore di quest’uomo si erano annidati malvagità e rancore contro la popolazione della valle e la candida donna. Com’era possibile, si chiedeva il sindaco, che quella dama fosse ascoltata e rispettata più di lui? Com’era possibile che ella fosse sempre disponibile e cordiale pur non avendo alcun potere, mentre lui era ogni giorno più cupo per un sentimento oscuro che lo rendeva infelice e insoddisfatto. Eppure lui era il sindaco, quel che disponeva era legge, quel che desiderava immediatamente soddisfatto.
Forse un giorno sarebbe arrivato un elfo della ragione che avrebbe fatto capire a quel disgraziato sindaco che il motivo della sua insoddisfazione stava nell’odio profondo di sua moglie per la valle e per la bellissima signora, un odio che si trasmetteva a lui come l’ influenza con uno starnuto. Eppure nessuno sapeva che la principessa trascorreva le giornate nei folti boschi per riposare dal suo dolore a causa del perduto regno tanto lontano. Ma questa è un’altra storia che, forse, dovrò un domani raccontare.

Una sera arrivarono alla casa del sindaco dei commercianti di rottami e raccoglitori di ferro, che, per magia, trasformarono le sbarre arrugginite del cancello del primo cittadino in enormi, terrificanti macchine lancia scintille, e con sua grande soddisfazione ebbe a pensare che anche la dama della valle gli avrebbe invidiato quel marchingegno. 

Uno dei maghi

Quei maghi, perché tali erano, cercavano un posto dove collocare tutti i loro rottami e strumenti di ferro, e soprattutto dove preparare i loro incantesimi. Erano perciò ricorsi al sindaco sapendo che, in cambio di una sostanziale donazione in denaro o in magia, avrebbero potuto sistemare la loro produzione di sortilegi in quella valle.

E qui il grande amministratore vide la soluzione al suo problema: incrementare il patrimonio e infastidire la principessa e gli abitanti della valle. Non perse tempo, e in men che non si dica perfezionò tutte le carte, documenti e gabelle così che i maghi ebbero subito il permesso di praticare la magia. E fu così che ad ogni ora del giorno e della notte risuonavano colpi di maglio, stridìo di metalli, e lampeggiavano faville, e dal comignolo il fumo usciva senza interruzione alimentato dal fuoco che mai veniva spento.
Quando la bellissima e umile signora seppe della cosa divenne ancora più triste. Capì che il tanto amato silenzio sarebbe stato ucciso dal rumore degli incantesimi, che gli uccelli sarebbero fuggiti e che il dolore si sarebbe accampato nella valle per un lungo periodo. 


Ma questa è una storia dell'orrore incompiuta, perché i maghi dopo un po’ di tempo si annoiarono di tutta quella pace: quando non lavoravano non sapevano cosa fare, nella valle l’unico pregio era il silenzio, l’unico svago le passeggiate nei boschi,  loro avevano ucciso il silenzio, non c’erano più animali da guardare, tutti fuggiti via in un luogo più tranquillo e quel posto non aveva più niente di seducente. Così se ne andarono lasciando una sudicia traccia del loro passaggio che chissà per quanto tempo sarebbe rimasta prima che la natura potesse riconciliarsi con quella valle.

Questa è una storia di orrore perché l’orrore esiste quando la natura viene maltrattata -ed essa lo intuisce- in nome del progresso; quando la gente di una qualsiasi vallata non riesce più a dormire sonni tranquilli per la sciocca presunzione di maghi potenti ma stupidi.
Questa è una storia vera. I personaggi esistono, il luogo l’ho nominato varie volte agli amici più stretti e all’amore della mia vita; la dama dolce e bellissima esiste e molto spesso è triste perché lontana dal suo regno. Questa è la storia che un povero menestrello del cyberspazio una sera di tanti anni fa raccontò a me e ora qui la ripropongo per piacer mio.
Speriamo che altri, che ne sanno di valli incantate e principesse, ne raccontino un’altra magari con il finale delle vere fiabe: “E vissero tutti felici e contenti”.

 

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