Da bravo bambino a mostro

Joel Rifkin, il prolifico serial killer di New York

Joel modificava il suo modus operandi di volta in volta per confondere le idee ai detective

di  

Joel Rifkin, il prolifico serial killer di New York

 Una casualità, come violare le norme del traffico, portarono all'arresto di Joel Rifkin, nato a New York il 20 gennaio 1959, e considerato il peggiore assassino di massa della storia di New York. Era il 28 giugno 1993.

Alcuni agenti di polizia newyorkesi, intorno alle 3 del mattino, notarono un furgone senza targa, e chiesero al conducente di fermarsi.

L’uomo, però, non parve accorgersi dell’alt impostogli e proseguì la sua marcia tranquillamente senza accelerare. A quel punto la volante della polizia usò la sirena, ma senza che l’autista del furgone si ravvedesse e, così, poco dopo chiese l’aiuto dell’elicottero il quale circa mezz’ora utilizzando l’altoparlante, per intimare l’arresto immediato del mezzo che continuava il suo cammino.

Dieci minuti più tardi, il conducente, venne accecato da un fascio di luci proveniente dai fari della polizia posizionati in mezzo alla strada, e ciò non gli permise di vedere più il percorso e fu obbligato a fermarsi e a mostrare la sua patente di guida.

I due poliziotti che ordinarono l’alt all’uomo, iniziarono a ispezionare il furgone e, qualche attimo dopo, notarono sul retro qualcosa di lungo e sottile avvolto in un telo di plastica legato con una corda.

Appena aperto lo strano “pacco” si resero conto di trovarsi davanti il corpo senza vita di Tiffany Bresciani, una prostituta, la quale, da dichiarazione dello stesso Rifkin, era stata fatta salire per fare sesso e subito dopo ammazzata. La stava portando nei pressi dell’aeroporto per disfarsi del cadavere.

Questo caso, dai risvolti così perversi, sarebbe stato definitivamente chiuso se lo stesso Rifkin, già in carcere, non avesse confessato ben altri 16 omicidi.

Gli inquirenti, allora, dopo le parole dell’assassino dubitarono che le vittime fossero “solo” 17, pensando a un numero notevolmente maggiore. 

Joel venne al mondo da una coppia di minorenni, motivo per cui fu affidato in adozione a Ben e Jeanne Rifkin alla terza settimana di età.  Nacque subito un rapporto d’amore tra di loro, nonostante la coppia avesse già una figlia di tre anni.

Joel si dimostrò un bimbo affettuoso e scaltro, e condivise la stessa passione della madre per la fotografia e l’artigianato.

Però, non ebbe mai amici della sua età e, anzi, a scuola era sempre oggetto di scherzi da parte dei suoi compagni di classe.  

Durante i successivi dodici anni non riuscì a mantenersi un lavoro, ma instaurò una relazione con una ragazza dolce e carina, ma molto depressa.

Nel febbraio del 1987 la vita di Joel ebbe un cambiamento brutale, suo padre si suicidò perché divorato ormai dal cancro, e mesi dopo lo stesso Joel venne fermato per avere avuto un rapporto in un luogo pubblico con una prostituta. Da lì in poi cominciò a collezionare libri di assassini seriali, appassionandosi a tal punto che la sua ossessione si trasformò in un'emulazione di questi efferati crimini.

Le prime due vittime, che non vennero mai trovate né  identificate, erano prostitute, una uccisa nel 1989 e un’altra nel 1990, delle quali non amerà mai parlare perché le smembrò gettandone i pezzi nelle fogne di Manhattan, ma quel lavoro di macellaio lo disgustò e non ritornò ad attaccare fino al 1991.

Il 14 luglio del 1991 nel fiume Hudson, venne trovata strangolata e in decomposizione Barbara Jacobs, il cui corpo era stato messo in un sacchetto di plastica. 

Un'altra vittima, una prostituta coreana fu rinvenuta nella East River il 23 settembre, il suo corpo era piegato all’interno di una scatola di cartone. 

Stessa fine ebbe a toccare a Mary Ellen DeLuca ed a Lorena Ovieto la quale fu colpita mortalmente da una lattina di vernice e il suo corpo ritrovato a Coney Island. 

Mesma sorte toccò, poi, a Jane Doe, Maryann Holloman e ad altre due ragazze di cui non ricorderà mai il nome.

Joel modificava il suo modus operandi di volta in volta; Iris Sanchez, che strangolò nell'aprile del 1992, la nascose sotto un materasso in uno spazio vuoto, ed era ancora lì quando la ritrovarono i detective, nel maggio 1992; uccise Anna Lopez e la gettò nei boschi di Brewster; Jenny Soto si dimostrò una combattente perché riuscì a graffiare pesantemente il viso di Rifkin prima che potesse romperle il collo; tre mesi dopo Leah Evens venne assassinata e il suo copro lasciato in un prato a Northampton.

Grazie alla confessione di Joel, la polizia poté andare a casa della madre adottiva Jeanne, dove trovarono decine di carte d'identità e patenti di guida; nel parcheggio trovarono una catena intrisa di sangue umano.

I vicini di casa, interrogati dagli agenti, si lamentarono dell’odore sgradevole che usciva giornalmente dall’abitazione dei Rifkin e, dopo, aver perlustrato il giardino, riuscirono a fa riemergere svariati corpi in decomposizione, il cui puzzo nauseabondo veniva giustificato da Joel in una sorta di fertilizzanti acquistati in mesticheria.

Joel Rifkin, in seguito, confesserà a una psichiatra forense di avere da anni strane e preoccupanti allucinazioni, che sarebbe morto all'età di 64 anni come suo padre, e che la vittima numero 17 sarebbe stata l'ultima, perché lui, nel momento dell’arresto aveva 34 anni, cioè due volte 17. 

Confessò, inoltre, che ammazzava le prostitute affinché suo padre non si sentisse mai più solo e che nei giorni che precedevano l’anniversario di morte del padre, sentiva delle forti vibrazioni in tutto il corpo: erano dovute al fatto che doveva uccidere ancora affinché il genitore non si sentisse troppo solo.  

Nonostante le innumerevoli prove contro, egli si dichiarò innocente di quegli assassini, ottenendo l’ergastolo.

Joel Rifkin fu rinchiuso nella stessa cella dell'assassino di massa Colin Fergunson - che trucidò sei persone in una sola notte attribuendo l’azione a una cospirazione razziale contro di lui -.

I due ebbero una discussione in merito al migliore assassino della storia, ma essa finì quando Colin colpì violentemente alla bocca Rifkin.  

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da NewBalance547 il 15/11/2014 11:09:26

    Xs235New@163.com

  • Inserito da Loredana il 08/03/2013 14:30:48

    Ironia, o meglio, sarcasmo della sorte: essere coinvolto in una discussione su chi ha ucciso di più ed essere colpito da un "collega"...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.