Nord Africa in fiamme

Ucciso Mokhtar Belmokhtar, un passo avanti nella lotta al terrorismo islamico

Le forze di Ndjamena, capitale del Ciad, hanno distrutto la base dei terroristi ad Adrar, nel nord del Mali, dalla Libia era stato interrotto il flusso di gas verso l'Italia

di Tommaso Luigi Bedini

Ucciso Mokhtar Belmokhtar, un passo avanti nella lotta al terrorismo islamico

Mokhtar Belmokhtar, il capo della formazione jihadista “Battaglione del sangue”

Permane ancora un grave stato di instabilità nei Paesi arabi della sponda meridionale del Mediterraneo. Ieri a mezzogiorno è stato ucciso Mokhtar Belmokhtar, il capo della formazione jihadista “Battaglione del sangue” legata ad al-Qaida, durante un blitz delle forze armate del Ciad presenti in Mali. Le forze di Ndjamena, capitale del Ciad, hanno distrutto la base dei terroristi ad Adrar, nel nord del Mali in cui, fra i molti jihadisti uccisi, ha perso la vita anche Belmokhtar, la mente del sequestro di occidentali nell'impianto algerino di In-Amenas nella quale, il 16 gennaio scorso, rimasero uccisi 37 ostaggi.

Il portavoce delle forze ciadiane, generale Zacharia Gobongue, ha dichiarato in un comunicato alla TV di Stato quanto segue: “Sabato due marzo a mezzogiorno le forze armate ciadiane presenti nel Mali settentrionale hanno completamente distrutto una base terrorista...tra i diversi terroristi uccisi, anche il loro leader Mokhtar Belmokhtar”. Passo in avanti nella lotta al terrorismo islamico, infiltratosi pericolosamente vicino ai nostri confini, compiuto proprio mentre in Libia si erano interrotte le forniture di gas, verso il nostro Paese, a causa di scontri a fuoco fra un gruppo di ex combattenti della Tripolitania, che hanno cercato di assaltare l'impianto di produzione di Gas di Mellitah al confine con la Tunisia, e l'esercito regolare che presidia la zona dell'impianto.

I vertici della Mellitah Oil & Gas (una joint venture tra Eni e Noc) avevano quindi deciso di interrompere il flusso di Gas che, attraverso il gasdotto Greenstream, arriva direttamente all'impianto di Gela in Sicilia, questo per preservare l'integrità degli impianti libici e garantire la sicurezza del personale in loco; in un comunicato si leggeva che “tutto il personale è al sicuro” e che “il Ministero dello Sviluppo Economico è stato immediatamente informato”.

Ancora non sono chiare le ragioni di questo assalto da parte di ex rivoluzionari anti Gheddafi, secondo alcuni sarebbe stata un'azione volta ad interrompere tutto l'export di Gas verso Italia e UE per protestare contro l'immobilismo europeo durante le dure repressioni del regime contro i rivoluzionari durante la Primavera Araba.

Alla fine, pare sia stato trovato un accordo tra ribelli e forze libiche per ripristinare il flusso di gas entro 48 ore, l'annuncio dell'intesa è stato fatto da Khalid Sharif, viceministro della Difesa, il quale ha inoltre comunicato l'invio di mezzi pesanti nell'area per garantire la regolare ripresa dell'attività dell'impianto e la sicurezza di tutto il personale. Non è la prima volta che l'approvvigionamento di Gas viene interrotto per instabilità nella zona, ricordiamo, ad esempio, che durante la rivoluzione libica l'export di Gas dalla Libia venne interrotto per giorni, causando seri problemi di approvvigionamento in tutta la Comunità Europea.

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