Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Uno spettacolo … ideale. Wilde spopola, travolge e coinvolge al teatro fiorentino Pergola con una pièce che più di attualità non si potrebbe. La commedia di Oscar Wilde Un marito ideale, nella traduzione,adattamento e regia di Roberto Valerio è stata veramente un capolavoro di interpretazione e di perfidia britannica. Il grande decadente, dandy per eccellenza, scandaloso e irriverente, si dimostra a più di un secolo di distanza dalla sua scomparsa un ottimo reagente al conformismo e all’ipocrisia della” gente per bene”. Se poi a questo aggiungiamo la politica allora il cocktail diventa davvero esplosivo. Ma la commedia di Wilde, aldilà della sua brillante verve e del formidabile humor che sprizza come un nugolo di scintille, non dà risposte facili né consolanti certezze. “ Tutto ne mondo è ipocrisia” sembra essere il messaggio e allora perché prendersela, fare i Catoni, ergersi a giudici o cercare modelli perfetti?
Ma almeno in un caso di perfezione si può parlare, ed è l’interpretazione della compagnia Lavia – Anagni che ha portato in scena un testo sicuramente non facile da interpretare. Tema centrale è quello della corruzione politica e della integrità dei governanti,argomento di drammatica e grottesca attualità, anche se “integrità dei governanti” si può oggi definire un ossimoro. Oggi? Wilde sembra, ammiccando in modo sorridente, ricordarci che da sempre, in fondo, il più pulito ha la rogna per cui meglio accontentarsi del meno peggio senza pretendere modelli di inarrivabile perfezione. Questo non solo in campo politico, ovviamente, ma certo la politica si presta sin troppo bene a considerazioni di questo tipo.
La commedia ci presenta dunque un soggetto apparentemente al di sopra di ogni sospetto: sir Robert Chiltern, politico integerrimo e marito esemplare di una moglie, Lady Gertrude, che lo ama proprio come esemplare inarrivabile di virtù. Ma a sconvolgere tanta perfezione salta fuori il solito scheletro dall’armadio: Sir Robert in gioventù per compiere un balzo di carriera e di … finanze ha venduto un segreto di stato e da Vienna giunge un’avventuriera, Mrs Cheveley, a ricordarglielo e a ricattarlo per propri loschi interessi, mettendogli a serio rischio carriera e matrimonio; perché la moglie, quando si accorge che il suo santo ha un’aureola di cartapesta, minaccia di mandarlo … al diavolo. Per fortuna di sir Robert c’è un suo amico, Lord Goring, un simpaticissimo e irriverente pasticcione che per certi aspetti è l’alter ego di Wilde, che con solido e mondano buonsenso riuscirà a rimettere le cose a posto e a far scendere dal piedistallo i presunti campioni di integrità.
E proprio l’interpretazione di lord Goring è stata un qualcosa di straordinario: Pietro Bontempo ha dato vita a un personaggio irresistibilmente comico ma non “macchietta”, capace di far ridere ma anche di far riflettere: “Wilde ha il grosso pregio di fotografare l’animo umano per quel che è, non penso che sia per moralismo, semplicemente fotografa le pulsioni dell’uomo: quelle negative e quelle positive, che sono altrettanto forti e che a volte si intrecciano tra loro, come succede in questo testo” dichiara l’attore. Bravissimo anche Roberto Valerio, in tutte le sue “vesti”; di traduttore e adattatore, essendo riuscito a scarnificare il testo in un atto unico di un’ora e tre quarti spumeggiante come champagne, senza smagliature, cadute o incongruenze; come regista, restituendo in modo godibilissimo il clima dell’Inghilterra Vittoriana; e come attore, interpretando in modo umano e convincente l’ambiziosissimo Sir Robert, che in fondo riesce a trovare uno scatto di dignità che lo riscatta dal suo torbido passato. Inoltre gli aforismi pungenti e le caustiche battute con cui Wilde fustiga il clima plumbeo dell’Inghilterra vittoriana sono rese in modo del tutto godibile e senza perdere vivacità e smalto.
Ottime anche le parti femminili, la cinica e frivola Mrs Cheveley di Valentina Sperli e la sin troppo virtuosa e esigente Lady Gertrud di Chiara Degani. In definitiva, uno spettacolo davvero da non perdere e da gustare sino all’ultima battuta, che conferma il trend decisamente positivo di una stagione che rimarrà davvero memorabile per la qualità delle proposte. Un pubblico entusiasta ha giustamente sancito un trionfo più che meriInserito da NewBalance547 il 15/11/2014 10:48:17
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